ORCHESTRA POPOLARE DELLE DOLOMITI

“Concier di testa” – ATELIER CALICANTO, distribuzione Felmay, 2015

“Ballabili e canzoni dei Monti Pallidi”, così il sottotitolo ci racconta il contenuto di questo CD registrato nel maggio del ’14 (2014) da questa orchestra formata da ventiquattro musicisti provenienti dall’area veneto tridentina per la direzione musicale del clarinettista Francesco Ganassin.

Tutto nasce a Borca di Cadore, nel bellunese, quando nel 2002, grazie ad una ricerca musicologica promossa dal Conservatorio “Pollini” di Padova, viene ritrovato un libretto con spartiti manoscritti di inizio ‘900 riguardanti temi a danza, “ballabili” inediti. Ma spesso “da cosa nasce cosa” e grazie all’iniziativa dell’Atelier Calicanto vengono ritrovati altri tre manoscritti parte dei quali già pubblicati da Roberto Tombesi e Francesco Ganassin per la Casa Editrice Nota (“Ballabili antichi per violino e mandolino. Un repertorio di primo ‘900”).

Manoscritti che aggiunti ai volumi pubblicati nel passato e di recente – ad esempio quelli del Cornoldi nel 1968, di Silvana Zanolli nel 2011 (la pubblicazione inedita del materiale raccolto da Ettore Scipione Righi nella seconda metà dell’800 – “Il canto poplare veronese”, Cierre Edizioni) ed a quello, recentissimo, che presenta la ricerca effettuata nel Polesine da Sergio Liberovici (Squilibri Edizioni) ci danno un quadro esaustivo della tradizione musicale di questa parte del nordest italiano.

La musica contenuta nel CD, accompagnato da interessanti saggi di Antonio Carlini e Roberto Tombesi presenta come detto sia immancabili “ballabili” (segnalo l’iniziale affascinante suite di due “Gavotte” bella introduzione a questo lavoro, “Suite Jodler” – una danza della Val Pusteria, una Berlingozza e una Mazurca” e la “Suite di valzer”), che canti narrativi ritrovati anche in aree adiacenti a quello della ricerca in oggetto e pubblicati a partire dall’’800 in diverse lezioni nei volumi citati (“L’uselin dal bosch”, “La pastora”).

Non mi dilungo nel descrivere il fascino degli arrangiamenti, il suono d’insieme e la ben conosciuta perizia dei musicisti coinvolti. Mi limito a “dichiarare” che questo “Concier di Testa” è il degno compendio ai manoscritti ritrovati, che qui prendono nuova vita e nuova dimensione.

 

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