MENTANA • VERGERIO • BOSSI: LE GRANDI BATTAGLIE AEREE “Il Pilota Polacco che sfidò la Luftwaffe”

MENTANA • VERGERIO • BOSSI: LE GRANDI BATTAGLIE AEREE “Il Pilota Polacco che sfidò la Luftwaffe”

MENTANA • VERGERIO • BOSSI: LE GRANDI BATTAGLIE AEREE “Il Pilota Polacco che sfidò la Luftwaffe”

Segni D’Autore Edizioni. Volume 30,5 x 24,5 cm. Pagg. 56, 2021. € 20,00

di alessandro nobis

Questo è il secondo episodio della collana “Le grandi battaglie aree” edita dalla casa editrice Segni D’Autore che va a seguire “Il giglio bianco di Stalingrado” edito lo scorso anno (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2020/11/17/laprovitera-%c2%b7vergerio-il-giglio-bianco-di-stalingrado/); storicamente siamo sempre negli anni del secondo conflitto mondiale ma in questo secondo volume la storia che si racconta riguarda il fronte occidentale, in particolare l’importante apporto che i trentamila militari polacchi fuggiti dal loro Paese per l’occupazione nazista diedero soprattutto nei cieli contribuendo alla sconfitta della Luftwaffe, l’aviazione militare a cui capo era Hermann Goering, hitleriano di ferro. Era l’estate del 1940, molti piloti inglesi era caduti in battaglia e vennero sostituiti, non senza perplessità da parte della RAF da 302 polacchi che furono peraltro determinanti nel decidere le stori della battaglia d’Inghilterra che si concluse alla fine dell’ottobre dello stesso anno dimostrando al resto del mondo che l’orda nazista si poteva fermare.

Dove però la protagonista del primo volume era Lydia Litvyak, vissuta realmente, in questo secondo i protagonisti son immaginari, come il giovane Tenente – ex pilota civile –  Marcin Kaczmarek e la sua compagna Claudia, italiana ed anche lei rifugiatasi nel Regno Unito; vere sono le storie dei bombardamenti sulle città tedesche e sopra Londra, vere sono le fiamme che ingurgitavano in piena notte migliaia di civili ed efficacissime le tavole a questi dedicate, non veri ma “molto plausibili” i ricordi che accompagnano la vecchiaia di Marcin e Claudia.

Una graphic novel che si legge in un baleno ma che poi si rilegge subito per scoprire i particolari nascosti tra le pieghe della vicenda, e ciò grazie alle splendide tavole di Luca Vergerio (che aveva disegnato anche il primo volume sceneggiato da Andrea La Provitera) colorate da Ilenia Bossi che hanno saputo nel migliore dei modi tradurre in immagini la sceneggiatura di Umberto Mentana.

In attesa del terzo capitolo, delle terza avventura …..

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CARLO BAZAN • CARLO RISPOLI “IL CASO SINDELAR”

CARLO BAZAN • CARLO RISPOLI “IL CASO SINDELAR”

CARLO BAZAN • CARLO RISPOLI – “IL CASO SINDELAR”

LE INCHIESTE DEL COMMISSARIO BARONI

Segni D’Autore Edizioni. Volume 30,5 x 24,5 cm. Pagg. 56, 2020

di alessandro nobis

Vittorio Pozzo, che di calcio se ne intendeva (la doppietta mondiale 1934 e 1938 fu anche merito suo), scriveva di lui il 26 gennaio del ‘39 su La Stampa di Torino: «La sua non era una finta scomposta, plateale, marcata. Era un accenno, una sfumatura, il tocco di un artista. Fingeva di andare a destra e poi convergeva a sinistra colla facilità, la leggerezza, l’eleganza di un passo di danza alla Strauss, mentre l’avversario, ingannato e nemmeno sfiorato, finiva a terra nel suo vano tentativo di carica

Lui era “Carta Velina”, il “Mozart del Calcio”, lui era il numero 10 della nazionale austriaca, lui era l’antesignano del “falso nove”, il miglior giocatore austriaco di tutti i tempi anche se austriaco non era; era Matej (a.k.a. Matthias) Sindelar di Kozlov in Moravia, uno di quelli capaci di rinunciare alla sua carriera pur di dire “NO” alla nazionale tedesca (dopo l’annessione dell’Austria alla Germania hitleriana i giocatori della rappresentativa danubiana passarono alla nazionale tedesca) ed al nazismo, e per questo con la moglie Camilla Castagnola fu giustiziato in modo “non ufficiale” dalla Gestapo a Vienna, il 23 gennaio del 1939 nel loro appartamento probabilmente dopo la manomissione della stufa da poco acquistata.

Della loro scomparsa e soprattutto dei suoi motivi indaga il Commissario di Polizia Andrea Baroni che dal commissariato di Porta Vittoria a Milano si trasferisce quasi in clandestinità in quel di Vienna per far luce sul duplice omicidio su accorata richiesta dei genitori di Camilla, rischiando non poco e ………… 

Al solito sia le immagini di Carlo Rispoli sia la sceneggiatura di Carlo Bazan sono efficaci e descrittive quanto basta per lasciare al lettore la possibilità di fantasticare e di entrare nella storia, come nel caso della loro precedente collaborazione in occasione della pubblicazione del bellissimo “Sangue sul Lago Otsego”.

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GEORGES RAMAIOLI “La Prateria”

GEORGES RAMAIOLI “La Prateria”

GEORGES RAMAIOLI  “La Prateria”

Edizioni Segni d’Autore. Volume 21×30 cm, 2020

di alessandro nobis

Si conclude con “La Prateria” la cinquina di volumi pubblicati da “Segni d’Autore” con le sempre evocative ed efficaci illustrazioni che accompagnano la sceneggiatura del francese Georges Ramaioli; 

ricordo che per “I Racconti di Calza di Cuoio” la casa editrice per questa edizione ha scelto intelligentemente di seguire la cronologia degli eventi1, che dal 1757 conducono agli inizi del diciottesimo secolo anziché la successione della loro pubblicazione2avvenuta tra il 1826 ed il 1841, come riportato in calce a questo articolo.

Qui si concludono le avventure terrene di Nathaniel “Natty” Bumpoo alias “Long Carabine”, ”Occhio di Falco”, ”Calza di Cuoio” ed ancora “Cercatore di Piste” o “Uccisore di Daini”) cresciuto con i Delaware lontano dalla prateria centrale, e vanno di scena le prime carovane di migranti – siamo nel 1804 – che tracciano con i loro carri nuove piste nella prateria sconfinata ed ancora immacolata, attraversano fiumi ed incontrano inevitabilmente le popolazioni nomadi dei nativi, la “cultura del bisonte”, alle prese con contrasti reciproci acutizzati sempre più dal ridursi dei loro territori di caccia e “di vita”; è il territorio dei Pawnee, gruppo originario nel nord est e riposizionatosi nelle pianure del di oggi Nebraska che si scontrano violentemente con i Sioux, considerati “meno che serpenti”. Appaiono i primi fucili arrivati dagli spagnoli che occupavano l’area del Rio Grande imbracciati dai Pawnee, interi gruppi familiari vendono i loro averi e partono verso un futuro incerto, molto incerto e per certi versi simile a quanto accaduto durante i terribili anni della Depressione quando a migliaia migrarono in cerca di fortuna fuggendo dalla fame verso la frontiera, che anche allora era rappresentata dalla California.

I romanzi di James Fenimore Cooper hanno contribuito a far conoscere l’epopea della Frontiera in modo diretto (Cooper aveva avuto contatti diretti con gli Oneida, gli Irochesi e gli stessi Pawnee) a numerose generazioni di lettori senza i luoghi comuni e le distorsioni retoriche della stragrande maggioranza dei film di ambientazione western del novecento, e questa avvincente serie pubblicata da Segni D’Autore può essere un nuovo punto di partenza per le generazioni di lettori più giovani.

1ordine cronologico degli avvenimenti (1757 – 1804)

“Il cacciatore di daini” – 1757 (S. d’A., 2016)

“L’ultimo dei Mohicani” – 1757 (S. d’A., 2016)

“La Staffetta / Il Lago Ontario”– 1759 (S. d’A., 2017)

“I Pionieri” – 1793 (S. d’A., 2019)

“La Prateria” – 1804 (S. d’A., 2020)

2ordine cronologico della pubblicazione dei volumi di James Fenimore Cooper:

“Il cacciatore di daini” (“The Deerslayer / The First Warpath”)  – 1841

“L’ultimo dei Mohicani” (“The last of the Mohicans”) – 1826       

“Il Lago Ontario” (“The Pathfinder / The Sea Inland”) – 1840

“I Pionieri” (“The Pioneers / The Sources of Susquehanna”) – 1823

“La Prateria” (“The Prairie”) – 1827

Ho raccontato alcuni dei precedenti volumi qui:

“L’Ultimo dei Mohicani” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/02/26/georges-ramaioli-lultimo-dei-mohicani/)

 “Il Lago Ontario”(https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/11/29/georges-ramaioli-il-lago-ontario/)

“I Pionieri” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2020/01/31/georges-ramaioli-i-pionieri/)

GEORGES RAMAIOLI “I Pionieri”

GEORGES RAMAIOLI “I Pionieri”

600 – GEORGES RAMAIOLI “I Pionieri”

Edizioni Segni d’Autore. Volume 21×30 cm, 2019. € 21,00

di alessandro nobis

Quasi al centro dello Stato di New York si estende una contrada formata da un succedersi di colline e di vallate. In questa regione, le acque dei limpidi laghi e di migliaia di ruscelli si confondono per formare il fiume Susquehannah, uno dei più belli degli Stati Uniti. Qui nasce anche il fiume Delaware. In generale il terreno su quelle colline è arabile sino alla sommità: le valli sono strette, fertili, solcate da corsi d’acqua. Ricchi villaggi industriali sono sparsi sulle sponde dei laghi o dei corsi d’acqua che hanno facilitato la fondazione di fabbriche e di stabilimenti. Eppure, nella seconda metà del 1700, quel paese era ancora un deserto faticosamente dissodato da alcuni avventurieri, che venivano chiamati pionieri”. Così James Fenimor Cooper descrive nel 1823 il passaggio dall’epoca agricola a quella industriale di questa parte del Nordamerica, con tutte le implicazioni che comportavano le relazioni umane e commerciale con i nativi.

pionieri.jpgIn questo quarto volume, sempre splendidamente realizzato e preciso nei dettagli, George Ramaioli con le sue “nuvolette” e con i suoi dipinti ci porta nel 1793 come detto nello stato di New York, nelle sue foreste cariche di neve attorno al lago Otsego: Calza di Cuoio è sempre più isolato con la sua cultura di cacciatore tradizionale in equilibrio con il territorio e con i nativi da quella coloniale penetrata invasivamente con il suo stile di vita in questa splendida parte del Nordamerica; sarà costretto a spostarsi sempre più verso ovest senza l’amico Chingachgook che si lascia morire durante un incendio. Ma al di là delle vicende che il lettore avrà modo di rivivere scorrendo le tavole del volume, si fa cenno all’inizio di quello che si annuncia come l’inevitabile impoverimento di un territorio ricchissimo che per secoli ha ospitato i nativi, poi costretti alla migrazione verso ovest: la pesca indiscriminata, la caccia come divertimento e non più come attività legate al mantenimento dell’autosufficienza.

Apre il volume un breve e prezioso saggio di Carlo Bazan sulle “Edizioni d’Epoca” dei volumi di James Fenimore Cooper, con la riproduzione di copertine veramente splendide: un motivo in più per aggiungere questa graphic novel alla nostra biblioteca di “americana”.

“I Pionieri” va seguire “I cacciatori di Daini”, “L’Ultimo dei Mohicani” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/02/26/georges-ramaioli-lultimo-dei-mohicani/)e “Il Lago Ontario”(https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/11/29/georges-ramaioli-il-lago-ontario/),in attesa del quinto e ultimo capitolo, “Prateria”.

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CARLO RISPOLI “La Isla Desconocida”

CARLO RISPOLI “La Isla Desconocida”

CARLO RISPOLI “La Isla Desconocida”

Edizioni Segni D’Autore, 2018. 210 x 297, 86 pagine, € 19,90

di Alessandro Nobis

Questa recente pubblicazione dell’intraprendente casa editrice “Segni d’Autore”, ci riporta nello spaziotempo della pirateria, quella celebrata e descritta da uno stuolo di autori celebri e meno conosciuti.

“La Isla Desconocida” grazie alla sempre vivace grafica ed alla brillante sceneggiatura di Carlo Rispoli (vedi anche https://ildiapasonblog.wordpress.com/2018/02/21/mercuri-bazan-rispoli-la-disfatta-dei-cavalieri-grigi/) ci porta come detto in un tempo non definito nel quale le navi dei pirati scorrazzavano nei caldi mari caraibici; l’avventura riparte da dove terminava quella celebrata da Luis Stevenson nel suo capolavoro “L’Isola del Tesoro” e protagonista è “Barbecue” Long John Silver che si viene a trovare a bordo di una piccola imbarcazione (per la verità una barchetta con una piccola vela) qualche tempo avere lasciato l’”Isola”. In realtà questa non è la prima volta che John Silver “riappare” dalle nebbie della fantasia, lo aveva già fatto in occasione della pubblicazione de “La Vera Storia del Pirata Long John Silver”, quando si raccontava a Bjorn Larsson nell’ipotetico anno del Signore 1742, in Madagascar…………

copertina-solo-fronte-per-CDA-e1536842039720-1La lettura di questa graphic novel scorre veloce grazie alle tavole in bianco e nero e fa volare la fantasia del lettore sorprendendolo soprattutto quando si imbatte in citazioni grafiche e rimandi ad altri personaggi e libri legati al mondo piratesco che sono parte fondante di coloro i quali, in età giovanissima ma anche adulta, hanno viaggiato “salgarianamente” nei mari del Sud diventando poi in qualche caso disegnatori, sceneggiatori ed anche scrittori. Ecco la sagoma di Peter Pan, quello dello scozzese Matthew Barrie qui nelle sue sembianze disneyane, c’è un marinaio sbarcato dal Pequod, il profilo del prattiano Rasputin, Capitan Hook ed il Capitano Friday si chiama come il pappagallo di Robinson Crusoe.

La storia, vorrete sapere, la vicenda di cosa narra? Beh, ognuno lo scoprirà e man mano che proseguirà la lettura partirà per la tangente in una lettura personale, anzi di più.

Long John Silver ring in his ear
He’s the hero, make that clear

Does the same thing his father did
Sailing around the Caribbean
Robing king with his talking parrot
This time I think he’s on the high side

(Jack Casady & Grace Slick. Jefferson Airplane, “Long John Silver”, 1971)

 

 

 

MERCURI – BAZAN – RISPOLI  “La disfatta dei cavalieri grigi”

MERCURI – BAZAN – RISPOLI  “La disfatta dei cavalieri grigi”

MERCURI – BAZAN – RISPOLI  “La disfatta dei cavalieri grigi”

Edizioni Segni D’Autore, 2017, cm 22 x 30, pp. 104, € 23,00

cavalieri-grigi (1)Questo bel volume chiude il prezioso dittico iniziato nel 2014 con “La Coccarda Rossa 1861” e ambientato tra la fine della guerra civile tra piemontesi e truppe fedeli a Francesco II di Borbone e la Guerra di Secessione Americana. Due volumi che al di là del loro indiscusso valore grafico, aprono una finestra per molti inaspettata su alcuni aspetti sconosciuti della storia dei Paesi che vi sono coinvolti, il Regno dei Savoia, quello delle Due Sicilie e le repubbliche Confederata e Unionista al di là dell’Atlantico.la-coccarda-rossa (1).jpg

Lo sceneggiatore Carlo Bazan, l’illustratore Carlo Rispoli e lo storico / soggettista Mauro Mercuri (autore anche de “L’Anello di Zinco” https://ildiapasonblog.wordpress.com/?s=zinco) mettono in scena la storia (non quella riportata dai libri, spesso raccontata dai vincitori) identificando in Nicola Cardone le migliaia di soldati borbonici – e piemontesi – sbarcati nel nuovo Mondo e ritrovatisi ancora nemici protagonisti di infernali battaglie di quel bagno di sangue fratricida che fu la Guerra di Secessione. Una preziosa quanto piacevole occasione per far conoscere ai voraci lettori di graphic novels ed anche a chi frequenta le nostre scuole – insegnanti e studenti – le avventure personali di Cardone, di Rosaria e di Antonio Izzo sullo sfondo degli avvenimenti in corso intorno a quel fatidico 1960 che sancì la nascita del Regno d’Italia.

La microstoria di Nicola Cardone già sergente delle truppe di Francesco II sbarca a New Orleans grazie ad un accordo che il generale italiano Enrico Cialdini fece tramite Giuseppe Garibaldi con il generale Chatam R. Wheat per favorire l’espatrio “volontario” di parte dei numerosissimi prigionieri borbonici (l’alternativa erano il forte lager di Fenestrelle o la fucilazione”) e che diventa ufficiale delle truppe confederate con il Generale Thomas Jackson e poi generale dell’Esercito USA è qui narrata con le sempre delicate coloriture della tavole di Rispoli (sette a piena pagina) e le stringate ed efficaci “nuvolette” di Bazan che mettono su carta le approfondite ricerche storiche di Mercuri. Utilissime infine la bibliografia ed i brevi saggi inseriti ad inizio e fine volume che aiutano a scoprire, come detto, pagine mai aperte e ferite mai rimarginate della storia italiana.

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GEORGES RAMAIOLI “IL LAGO ONTARIO”

GEORGES RAMAIOLI “IL LAGO ONTARIO”

GEORGES RAMAIOLI “IL LAGO ONTARIO”

Edizioni Segni D’Autore, 2017. Pagg. 56, € 21,00

di Alessandro Nobis

“Il Lago Ontario” è il terzo dei cinque volumi previsti da Edizioni Segni D’Autore facenti parte del ciclo “Leatherstockings Tales” i cui romanzi storici furono scritti dal narratore James Fenimore Cooper ed ambientati durante la guerra dei Sette Anni tra le truppe britanniche e francesi in Nordamerica. Sceneggiato e disegnato dal franco – italiano Georges Ramaioli con la consueta cura e ricerca dei particolati “etnografici”, questo terzo volume racconta, sullo sfondo di una storia sentimentale tra Mabel, figlia del Sergente Durham, e Pathfinder, gli scontri tra le truppe del 55° Reggimento scozzese di stanza a Forte Oswego sulla riva orientale del lago Ontario e le truppe francesi appoggiate dai Tuscarora, nativi di lingua irochese spinti nella zona dei Grandi Laghi dalla colonizzazione inglese delle loro terre di origine, oggi gli stati della Carolina e di New York. il-lago-ontario-1 (1)C’è lo spazio anche per una particolarmente ben disegnata/raccontata “scaramuccia” navale tra il vascello francese Montcalm e la piccola imbarcazione britannica “Scudo” nel lago in tempesta ed i “soliti” imprevedibili inseguimenti tra canoe sull’impetuoso fiume Oswego per sfuggire alle frecce dei Mingos, un altro gruppo etnico di lingua irochese e alleato dei francesi.

Il progetto di Ramaioli è quello di dare vita con i “fumetti” ad una lettura visiva del capolavoro di Cooper (vedi anche https://ildiapasonblog.wordpress.com/?s=ramaioli) restando il più fedele possibile alla trama pensata dallo scrittore di Burlington, vissuto tra il 1789 ed il 1851, potendo osservare da vicino la nascita dello Stato Nordamericano, staccandosi per questo dalle ricostruzioni cinematografiche del Novecento.

Valore aggiunto una bella intervista all’autore, in attesa de “I Pionieri”, prossimo volume della serie.

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MAURO MERCURI “L’anello di zinco”

MAURO MERCURI “L’anello di zinco”

MAURO MERCURI

“Anello di zinco” . Illustrazioni di Lele Vianello

Segni d’autore, 2015. 228 pagine € 20,00.

di Alessandro Nobis

Per amore del sapere, liberatevi di tutto quello vi hanno raccontato a scuola e quanto avete letto sui libri di testo sul fenomeno del brigantaggio meridionale. Poi sarete pronti a tuffarvi nelle pagine di questo volume scritto dallo storico Mauro Mercuri. E’ un volume che nella sua struttura si presta ad una facile lettura, l’ideale punto di partenza per quanti non abbiano mai creduto all’Unità Nazionale vissuta come momento di entusiasmo collettivo delle genti. Basato su ricerche approfondite, scritto con un linguaggio chiaro ed efficace, può – dovrebbe – diventare uno strumento didattico da utilizzare negli istituti scolastici, a partire da quelli del primo livello. Vi si legge dell’organizzazione statale borbonica, del progresso industriale, della prima ferrovia sul suolo italico, dell’economia e del tenore di vita del tempo.anello 01

Il titolo fa riferimento all’assedio di Gaeta, quando un frammento di uno shrapnel ruppe le finestre delle stanze della Regina Maria Sofia; l’ultima sovrana del Regno delle Due Sicilie ne raccolse una, la infilò ad un dito e fu subito imitata dalla popolazione. Vennero in seguito fabbricati anelli che identificarono chi li indossava come leali a Federico II, combattenti che difendevano la propria terra, i propri averi, le persone amate e che vennero chiamati dai piemontesi “Briganti”.

La lettura induce il lettore a porsi una serie di interrogativi riguardanti la storia del nostro Paese e di come gli è stata raccontata e come viene ancora raccontata nelle aule scolastiche; “i libri di storia li scrivono i vincitori”, è un modo di dire purtroppo frequente, ma questo “Anello di Zinco”, come ho detto, fa riflettere.

anello 03Per le vicende che vi si raccontano, per come vengono descritti i protagonisti di questo periodo storico che non è stato ancora completamente superato e per come la microstoria si intreccia con la storia è un libro che consiglio a tutti, anche per le efficaci immagini di Carlo Rispoli del quale ricordo la bellissima graphic novel “La Coccarda Rossa, 1861” con il soggetto curato sempre da Mauro Mercuri che ci proietta con le efficaci illustrazioni in quel periodo della storia italiana.

Il volume è reperibile su internet, nelle maggiori catene di librerie, in quelle indipendenti e naturalmente sul sito dell’editore.

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