ROCCO NIGRO & RACHELE ANDRIOLI “Maletiempu”

ROCCO NIGRO & RACHELE ANDRIOLI “Maletiempu”

ROCCO NIGRO & RACHELE ANDRIOLI “Maletiempu”

DODICILUNE / FONOSFERE FNF117. CD, 2018

di Alessandro Nobis

Di Rocco Nigro vi avevo già parlato in occasione della significativa produzione da lui coordinata e pubblicata dalla Kurumuny “Canti contadini d’amore e di lotta (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2018/06/27/terra-pane-lavoro-canti-contadini-damore-e-lotta/); ora è la volta della sua più recente pubblicazione, per la Dodicilune / Finisterre, in collaborazione con il talento vocale di Rachele Andrioli e coadiuvato anche da Giuseppe Spedicato (basso) Vito De Lorenzi (percussioni), Massimo Donno (voce, chitarra acustica) del quale vi ho parlato qui (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2016/03/07/massimo-donno-partenze/), Massimiliano De Marco ( voce) e Valerio Daniele (chitarra elettrica).

Tra la cultura popolare e la nuova composizione le dodici composizioni di questo “Maletiempu” sono l’ennesima dimostrazione di quanto la musica tradizionale si possa definire “migrante”, sia nel tempo con la trasmissione orale che nello spazio con l’interpretazione personale di patrimoni provenienti da luoghi diversi: “Tanti suspiri” di origine corsa ma qui cantata in salentino, la lucana “Ninna Nanna”, la siciliana “Lu Cunigghiu”, le toccanti interpretazioni di “Cosa sono le nuvole” scritta a quattro mani da Paolini e Modugno e “L’Attesa” di (e con) Massimo Donno.

Ciò che ancora una volta brilla è l’efficacia comunicativa e della forza interpretativa di Rachele Andrioli e del sopraffino gusto di Rocco Nigro sia come strumentista che come arrangiatore e l’accoppiata fisa – voce che si avvicina alle prassi esecutive tradizionali, con tutta la loro antica e possente forza interiore: qualità che colorano tutto questo lavoro, ancor più negli episodi più legati alla tradizione popolare come, per citarne uno, la celeberrima “Tarantella del Gargano”.

Moderno ed ancestrale.

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PARAFONE’ “Amistà”

PARAFONE’ “Amistà”

PARAFONE’

“Amistà” – Associazione Culturale Parafonè, 2015

di Alessandro Nobis

Ascoltando questo terzo lavoro del gruppo calabrese mi sono chiesto – in effetti sono anni che mi faccio questa domanda – perchè in Italia nessun “direttore artistico” abbia il coraggio di organizzare un Festival degno di questo nome dedicato esclusivamente e ripeto ESCLUSIVAMENTE alla musica tradizionale italiana e di sua derivazione. A me non risulta, e qualcuno batta un colpo se mi dovessi sbagliare.

Fossi io, alzerei subito la cornetta ed inviterei questo gruppo calabrese. Ha tutte le credenziali per potervi partecipare: gran musicisti, conoscitori del patrimonio musicale e sonoro della loro terra ed infine convincenti compositori capaci di miscelare quanto basta la memoria orale con i suoni di oggi.

Ascoltate questa musica e poi riascoltatela, non potrete rimanere indifferenti alla sua bellezza e profondità: inoltre vi piacerenno i di testi Bruno Tassone e le musiche, tutte nuove composizioni con un paio di tradizionali e “Sidun” – Sidone, città martire libanese – di tale Fabrizio De Andrè la cui lezione data con “Creuza de Ma” e con “Nuvole” ha lasciato il segno anche negli arrangiamenti di questo, ripeto, ottimo “Amistà”.

Parafonè sono Bruno Tassone alle voce, chitarra battente, zampogna a chiave, Angelo Pisani alla lira calabrese, pipita, fischietti, sax soprano e marranzano, Gianluca Chieraal bozouky, Domenico Tino alle chitarre, Antonio Codispoti all’organetto diatonico, Omar Remi al basso e Fabio Tropea alle percussioni.

info@parafone.it

www.parafone.it

 

 

Alessandro Nobis