IL DIAPASON INTERVISTA FEDERICO MOSCONI E ROBERTO GALATI
Da poche settimane è disponibile il nuovo lavoro del compositore – chitarrista Federico Mosconi, “Penombra”. Pubblicato come il precedente “Colonne di Fumo” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/04/14/federico-mosconi-colonne-di-fumo/) dall’etichetta Krysalisound, vede la co-titolarità con Roberto Galati, anche lui chitarrista e “manipolatore di elettronica” (live – electronics lo trovo di difficile traduzione”).
Ho già scritto in occasione della recensione di “Colonne di fumo” come sia arduo descrivere l’intensità e la bellezza di questa musica, e le otto tracce di “Penombra” non fanno che confermare questa mia difficoltà, lo confesso. Musica elettronica, ambient, contemporanea, tutte e tre messe assieme, ognuno troverà la sua personale definizione, ma l’impressione che ne ho ricavato dal suo ascolto è soprattutto la grande fluidità che scorre traccia dopo traccia ed il piacere che se ne ricava dalla sua fruizione; solitamente frequento altri territori musicali, i miei riferimenti “ambient” sono molti anni indietro nel tempo e per questo ho chiesto a Federico Mosconi di chiarire alcuni punti riguardanti questo “Penombra”.
Grazie intanto per la tua gentile disponibilità, Federico. Ti chiedo innanzitutto due parole su Roberto Galati e come nasce questa collaborazione.
Ci siamo conosciuti nel 2014. Avendo pubblicato entrambi per l’etichetta Psychonavigation, e vivendo a Padova e Verona, abbiamo pensato di incontrarci. Gli interessi comuni e soprattutto un medesimo approccio alla musica, pur provenendo da percorsi molto diversi, hanno immediatamente dato avvio ad una sincera amicizia che all’inizio abbiamo semplicemente coltivato. Col tempo abbiamo valutato l’ipotesi di avviare un progetto insieme. L’obiettivo che ci eravamo proposti era di fare dei concerti insieme. L’idea del disco è arrivata dopo, come risultato del lavoro che abbiamo fatto in funzione del concerto che abbiamo tenuto lo scorso aprile al circolo Masada di Milano.
La domanda che mi faccio sempre quando ho l’occasione di ascoltare musica come quella che avete registrato è: quali sono le modalità di composizione e di interazione tra i vostri strumenti, e quanta parte – se ce n’è – è lasciata alla spontaneità esecutiva?
Molta parte del lavoro è lasciata alla spontaneità esecutiva. Durante le prove i brani si creavano da soli e le nostre singole parti si compensavano perfettamente. Nel caso specifico di “Penombra” non c’è stata alcuna preparazione, abbiamo acceso gli strumenti e abbiamo registrato quasi immediatamente. Quello che si ascolta è il risultato della registrazione, senza sovraincisioni. I suoni si combinano e si fondono attraverso un’idea comune.
Roberto: per quanto mi riguarda, utilizzo una chitarra effettata attraverso Ableton live. Mi sono creato una sorta di tavolozza con una decina di effetti con i quali creo le mie parti. Un oggetto che poi non manca mai quando suono è l’e-bow.Federico: filtro la chitarra con vari effetti che rielaboro in tempo reale con Max/MSP.
Qual è l’approccio che avete durante le vostre performance dal vivo?
Poiché la nostra idea era di dare un approccio live al progetto, il concerto è il contesto ideale per la nostra musica. I brani sono nati per essere suonati dal vivo. Partendo da una struttura di base, lasciamo semplicemente fluire la musica esattamente come facciamo durante le prove.
E’ difficile distinguere i ruoli che ognuno di voi gioca durante l’ascolto; forse l’omogeneità del suono, o dei suoni, è uno dei maggiori pregi di queste otto composizioni.
Federico: E’ stato sorprendente verificare sin dalle prime prove, la perfetta sintonia che si era creata spontaneamente. Non abbiamo mai inseguito i brani, la spontaneità credo sia la loro forza. In ogni caso, sarebbe un peccato svelare i ruoli e separare le parti, lasciamo che chi ascolta si faccia trasportare da un unico flusso.
Roberto: Trovo la musica di Federico estremamente interessante e molto vicina alle mie esplorazioni musicali. Abituato a suonare da solo e a lavorare meticolosamente sui singoli suoni, questa esperienza è stata quasi liberatoria. Per me è poi un onore suonare con Federico, un musicista di grande talento oltre che ineccepibile da un punto di vista tecnico.
La Krysalisound ha curato il packaging in modo pregevole, ma con – a parte la scaletta dei brani – nessuna nota a “margine”. Per i più curiosi dove trovare altre informazioni? E, soprattutto, dove trovare il CD?
Federico: Per informazioni su di noi il web è la fonte più ricca; il Cd (fisico e digitale) e informazioni sul progetto si possono trovare direttamente sulla pagina bandcamp di Krysalisound: https://krysalisound.bandcamp.com/album/penombra ed è in vendita a Verona da Dischi Volanti.
Roberto: per quanto riguarda Krysalisound, mi sento in dovere di dire che l’esperienza è assolutamente positiva. Con Francis M. Gri, responsabile dell’etichetta, abbiamo instaurato un rapporto di fiducia e di stima reciproca, oltre che una vera amicizia che desidero coltivare. Significative, per capire la filosofia di Krysalisound, sono le parole che Francis ha pubblicato recentemente sul suo sito: https://krysalisound.com/2017/10/13/percezioni-sonore/
Ne approfittiamo per ringraziarlo per ciò che sta facendo. Francis è spinto da una genuina passione verso la musica. Apprezziamo molto la definizione che ha trovato per descrivere Krysalisound: “Mi piace pensare a KyrsaliSound più che a un’etichetta a un satellite in continua evoluzione, un collegamento tra musicista e ascoltatore che grazie a una rete di connessioni vive e comunica. Un hub per chi ha voglia ancora di respirare musica di qualità, offrendo magari concerti ed eventi musicali.”.
Su quali altri progetti state lavorando al momento?
Roberto: a breve uscirà un nuovo lavoro a mio nome che verrà pubblicato da Databloem. Il disco si intitola “Silence (as a din)”; sono nuove esplorazioni musicali che si aggiungono a quelle passate. C’è poi un altro lavoro che potrebbe vedere la luce nel 2018. Novità sui miei progetti sono sempre segnalate nel mio sito http://www.galatimusic.com
Federico: durante l’estate ho avuto il piacere di condividere suoni e idee per un lavoro in duo con Francis M. Gri, e sto terminando il mastering del mio prossimo disco, che uscirà sempre per Krysalisound.
Per restare in ambito elettroacustico, recentemente il violoncellista Nicola Baroni mi ha coinvolto in un interessante progetto di incontro e dialogo fra la nostra elettronica e la musica tradizionale africana del Black Afrique Fluxus, formato da 4 musicisti africani, in gran parte basato su improvvisazioni.
Ti ringraziamo moltissimo per averci dato la possibilità di parlare del nostro progetto e di spiegarne la sua nascita.