ATRIUM MUSICAE DE MADRID “Musique Arabo – Andalouse”

ATRIUM MUSICAE DE MADRID “Musique Arabo – Andalouse”

ATRIUM MUSICAE DE MADRID “Musique Arabo – Andalouse”

Harmonia Mundi. LP, CD, 1977

di alessandro nobis

Si parla e si scrive spesso di “dischi seminali” e non spetta certo a me dire se a proposito o a sproposito; certo è che questo lavoro di Gregorio Paniagua e del da lui diretto e fondato Atrium Musicae de Madrid rientra nella categoria a pieno diritto. Fino al ’77, anno della sua pubblicazione, della musica arabo-andalusa, della sua storia, del suo repertorio e dei suoi suoni ben poco o nulla si conosceva dalle nostre parti. Ebbene, la pubblicazione di questo straordinario ellepì per la prestigiosissima Harmonia Mundi rimane a tutt’oggi una pietra miliare, un seme piantato nei musicofili più curiosi per i quali si è aperto un mondo culturale ricchissimo e non è un caso se nei decenni è stato ristampato numerose volte come compact disc. Si tratta di frammenti delle undici “nube” andaluse arrivate fino a noi – molte altre sono andate perse nei passaggi generazionali orali – conservatesi nel nordafrica occidentale (El Maghrib) da quando dopo il lungo assedio di Granada il 2 gennaio del 1492 il califfato fu costretto a “riparare” dalla Spagna Islamica (Al-Andalus) in quello che oggi è il Marocco. Non ci sono “nube” complete qui, e nemmeno le loro esecuzioni orchestrali: sono esecuzioni davvero minimali, più adatte ad ambienti chiusi e raccolti, al cospetto di un pubblico ridotto, familiare, attento alla musica piuttosto che al contorno.

Come sottolineavo in apertura, questo lavoro deve anche essere considerato un compendio, un’introduzione alla musica arabo-andalusa vista la varietà dei repertori e soprattutto la ricchezza timbrica per la quale va assolutamente sottolineato l’enorme lavoro di ricerca sia tra gli strumenti tradizionali tuttora utilizzati (il rabab, i tamburi a cornice ad esempio) sia tra quelli illustrati nelle splendide miniature delle Cantigas de Santa Maria raccolte nel XIII secolo dal Re Alfonso X “El Sabio” che mostrano armi, strumenti ed abbigliamento di quelle parte di Medioevo. Basta leggere gli strumenti suonati dall’ensemble: kamanjeh, rabab, ‘ud, cetra, zamar, qitar(Gregorio Paniagua), rabab, nay, darabukka, surnay, hella, daff, qanun, tarrija, arghul, mizmar, tar, nuqqeyrat(Eduardo Paniagua), jalali, tar, qanun, nay, santur, tarrenas, cliquettes, qaraqeb, jank, zil, gsbab(Christina Ubeda), rabab, al-urgana, tar, qanun (Pablo Cano), tae jalalil, sinj, bandayr, al-buzuq, castagnettes, qanun, ghaita, bordun (Beatriz Amo), tambur, darabukka, ‘ud, zil, rabab, (Luis Paniagua), rabab, darabukka, tarrija, tar, nay, santur, peihne en bois (Carlos Paniagua), ben  descritti nel libretto che accompagna l’ellepì (ma non il CD)

Come detto, disco fondamentale considerato che ha ispirato numerosi ensemble nei decenni successivi ad affrontare repertori e suoni, il prologo all’enorme e prezioso lavoro che Paniagua (Edoardo) sta facendo con la sua etichetta Pneuma.

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SUONI RIEMERSI: EDUARDO PANIAGUA “Trovadores en Castilla: Alfonso VIII y los Almohades”

SUONI RIEMERSI: EDUARDO PANIAGUA “Trovadores en Castilla: Alfonso VIII y los Almohades”

EDUARDO PANIAGUA · MUSICA ANTIGUA “Trovadores en Castilla: Alfonso VIII y los Almohades”

PNEUMA RECORDS 1010. CD 2009

di Alessandro Nobis

Registrato nel 2009, questo lavoro di Eduardo Paniagua inquadra un ben preciso periodo della storia ispanica, ovvero quello del regno di Alfonso VIII e dei rapporti burrascosi – per usare un eufemismo –  con la dinastia musulmana berbera degli Almohadi che regnava sul Marocco e sul Al Andalus, la parte della Spagna islamizzata, quindi dal 1158 al 1214, tutta la vita del sovrano considerato che fu nominato Re di Toledo e Castiglia all’età dei tre anni. Fu davvero uno strenuo nemico dei Mori, e durante il suo regno condusse due importanti scontri con l’esercito almohavide: la Battaglia di Alarcos del 19 luglio del 1185, dove l’esercito musulmano ebbe la meglio su quello cristiano ma che viste le enormi perdite fu costretto comunque a ritirarsi in quel di Siviglia e quella ancora più importante di Las Navas de Tolosa del 1212 quando guidò il suo esercito ed i crociati arrivati dal resto d’Europa su incitamento del papa Innocenzo III infliggendo una memorabile sconfitta alle milizie musulmane, una delle più importanti scontri della cosiddetta Reconquista che si concluse nel 1492.

Ma il Regno di Alfonso VIII si distinse anche per la passione del re verso le scienze e le lettere che lo portò a fondare a Palencia nel 1208 la prima università spagnola e questo lavoro vuole onorare anche questo aspetto di Re Alfonso, affiancando la poesia e la canzone trobadorica alla musica arabo-andalusa con la “solita” cura alla quale Eduardo Paniagua ci ha abituati che riguarda non solamente il repertorio ma anche la scelta timbrica degli strumenti, sempre convincente nonostante pochi siano i riferimenti testuali o iconografici ma che come sempre fa intelligentemente riferimento anche agli strumenti etnici nordafricani.

Due i brani che vorrei segnalare, “Bal m’es q’ieu chant e coindel” del “cavaliere” Raimon De Miraval ed il seguente, lo strumentale “Moricos”; del primo l’autore delle musiche e del testo è appunto il Cavaliere Raimon, che con questo brano scritto dopo la battaglia di Las Navas invita, quasi supplica re Pedro II di Aragona (che partecipò allo scontro) a liberare il suo castello a Miraval e le terre adiacenti allora occupati dai Franchi, mentre il secondo, strumentale, è eseguito da uno strumento davvero particolare, un flauto costruito con l’osso dell’ala di un avvoltoio con il ritmo sostenuto da una tamburo a cornice.

Disco splendido che con un altro cd, “La batalla de Alarcos” (PN 950) da’ un’immagine chiara della Spagna medioevale.

 

 

 

IL DIAPASON INCONTRA JAMAL OUASSINI della Società D. Alighieri di Tanger (Marocco). Seconda parte

IL DIAPASON INCONTRA JAMAL OUASSINI della Società D. Alighieri di Tanger (Marocco). Seconda parte

IL DIAPASON INCONTRA JAMAL OUASSINI (seconda parte)

di Alessandro Nobis

Qui la prima parte: (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2020/03/15/il-diapason-incontra-jamal-ouassini-della-societa-dante-alighieri-di-tanger-marocco/)

Il progetto MeDA fa seguito al documento di promozione culturale “Italia, Culture, Mediterraneo”, ciclo di iniziative pensato per favorire la promozione linguistica e culturale italiana nei Paesi dell’area mediterranea, nell’ambito del Piano straordinario “#Vivere all’Italiana”. Tra le numerose iniziative segnalo un ciclo sul cinema Italiano in collaborazione con la cineteca RIF di Tangeri, dal titolo “Les Jeudis du Cinéma Italien” con la proiezione difilm in lingua originale sottotitolati in francese. Anche questa iniziativa ci ha dato una grande visibilità, siamo alla seconda edizione, il successo è notevole e la sala è sempre affollata.

Attualmente sono attivi i corsi di italiano tenuti dalla Dott.ssa Carla Landi proveniente da Bologna, e con grande soddisfazione le dico quest’anno abbiamo avuto il nostro primo studente che ha  ricevuto una borsa di studio per proseguire i suoi studi in Italia.Inoltre sono attivi alcuni corsi di musica in italiano in collaborazione con alcuni musicisti ed esperti italiani, abbiamo un’ottima collaborazione con l’Accademia di Alta Formazione Musicale di Verona e per il prossimo anno prevediamo di  estendere la nostra collaborazione anche con i conservatori di musica italiani su  diverse iniziative soprattutto nel campo della propedeutica e didattica  musicale in generale. Attivi anche laboratori di pittura e disegno con la giovane artista Elisa D’Urbano di Roma della University of Fine Arts Rome.

Per quello che riguarda le iniziative in programma, il prossimo giugno parteciperemo per la terza volta al salone internazionale de libro di Tangeri organizzato dall’istituto di cultura francese mentre in autunno avremmo qui una residenza musicale con musicisti provenienti dalla rete MeDA per avviare un Ensemble Mediterraneo con una forte impronta italiana. In programma inoltre (2020/21) un corso di formazione per tecnici teatrali con docenti provenienti da Roma, Bologna e da Reggio Emilia, un laboratorio di regia e tecniche per girare un documentario dal titolo “Girare un Documentario parlando Italiano” tenuto dal prof. Ruggero Cigli. Ancora un laboratorio di Glottodidattica teatrale a cura della Dott.ssa Donatella Danzi presidente del comitato DA di Madrid in collaborazione con l’università e il festival internazionale universitario di Tangeri.

Organizziamo regolarmente anche incontri su la cucina italiana grazie alla disponibilità e la generosità di chef e italiani appassionati residenti a Tangeri, e colgo l’occasione per ringraziare  Pierantonio Costantino di Verona (El Piero) per averci offerto un interessantissima conferenza e degustazione dal titolo “Viaggio in Italia attraverso i suoi sapori” e il laboratorio sulla cucina italiana offerto alla scuola superiore internazionale del turismo di Tangeri.

– I corsi di lingua italiana che tenete sono tenuti da Docenti italiani del Ministero della Pubblica Istruzione?

I corsi sono tenuti da Docenti italiani con tanta esperienza di insegnamento di italiano agli stranieri, formati ed autorizzati dalla sede centrale D.A. a Roma.

– Ci sono contatti con il sistema scolastico del nostro Paese, in particolare con i C.P.I.A. che si occupano dell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri di nuova e meno nuova immigrazione?

La sede centrale D.A. di Roma tiene regolarmente i rapporti con il Ministero dell’Istruzione, e ci tiene regolarmente aggiornati oltre ad organizzare periodicamente corsi di aggiornamento e formazione  per i nostri insegnanti. Con i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti abbiamo avuto dei contatti con il Centro di Verona, ma non c’è ancora stata una progettazione comune.

– Le attività del Centro Culturale si svolgono durante l’anno o seguono il calendario dell’anno scolastico?

I corsi di lingua italiana seguono per il momento il calendario scolastico, mentre nel periodo estivo ospitiamo diversi studenti provenienti dalle università italiane che vengono qui a studiare l’arabo e la DARIJA (dialetto marocchino), un’ottima occasione per i nostri studenti per incontrare giovani colleghi italiani: un momento per praticare la lingua per entrambi, conoscersi e scambiare idee, mentre dal prossimo anno cominceremo ad ospitare musicisti e studenti di musica interessati alla musica Arabo Andalusa e tradizionale e accoglieremo musicisti italiani disponibili per condurre dei seminari e corsi di perfezionamento. In futuro estenderemo il progetto alla rete MeDA.

– Qual è a suo avviso l’interesse del pubblico verso la cultura italiana? E, nello specifico, qual’è l’età delle persone che frequentano il centro?

Quello che ho notato immediatamente qui è che c’è un grande interesse per la cultura italiana innanzitutto per il cinema, la moda, cucina e musica, motivo per il quale ci hanno accolto a braccia aperte e ci dimostrano continuamente il loro interesse con la loro massiccia partecipazione e la collaborazione volontaria: i risultati ottenuti ad oggi lo dimostrano dopo tanti anni di assenza totale dell’Italia da questo punto strategico del mediterraneo, e siamo solo all’inizio.

– Come vede il futuro della Società Dante Alighieri in un mondo che cambia molto velocemente?

Nello scorso mese di luglio si è svolto a Buenos Aires l’83° Congresso Internazionale della Dante Alighieri, il prossimo anno prevediamo i secondo congresso MeDA a Siviglia. Più i comitati si uniscono, collaborano e condividono competenze più la Dante Alighieri diventa il riferimento e il centro di promozione culturale italiana unico a livello mondiale, oltre a giocare un importantissimo ruolo per l’incontro e l’interscambio culturale tra i popoli.

 

 

IL DIAPASON INCONTRA JAMAL OUASSINI della Società Dante Alighieri di Tanger (Marocco). Prima parte.

IL DIAPASON INCONTRA JAMAL OUASSINI della Società Dante Alighieri di Tanger (Marocco). Prima parte.

IL DIAPASON INCONTRA JAMAL OUASSINI della Società Dante Alighieri di Tanger (Marocco)

di Alessandro Nobis

Fondata 129 anni or sono (correva l’anno 1889) da un gruppo di intellettuali guidati nientedimeno che da Giosuè Carducci (ricordo che nel 1909, primo degli italiani, gli fu attribuito il Premio Nobel per la letteratura), la Società Dante Alighieri (da luglio del 2004 una organizzazione ONLUS) ha acquisito soprattutto nel dopoguerra un prestigio internazionale grazie al lavoro di oltre 400 comitati sparsi nei cinque continenti ed ai 100 presenti in Italia.

Obiettivo dei comitati della Dante Alighieri è, come sottolinea l’articolo 1 dello Statuto Sociale “tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana“attraverso innumerevoli iniziative e manifestazioni, dai corsi di lingua a conferenze ed incontri fino all’istituzione di biblioteche e di borse di studio.

Per ciò che concerne i corsi di lingua italiana, la Società dal ’93 fornisce agli studenti la certificazionelinguistica PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri), riconosciuta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal Ministero della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricercaattestando la competenza linguistica secondo una scala di sei livelli rappresentativi di altrettante fasi del percorso di apprendimento della lingua secondo i criteri stabiliti dal Consiglio d’Europa.

Abbiamo incontrato Jamal Ouassini, ben conosciuto ed apprezzato musicista e promotore culturale di origine marocchina ma residente da molti anni in Italia che ricopre con grande competenza il prestigioso ruolo di direttore del “Dante Alighieri Tanger Centre Culturel Italienne”; un’occasione per conoscere nello specifico le attività culturali che il violinista maghrebino coordina in quel di Tangeri.

– Signor Ouassini, in cosa consiste l’incarico che ricopre a Tanger e da quanto tempo si è insediato?

Il comitato Dante Alighieri di Tangeri fu fondato nel lontano anno 1920, ed ha svolto un importantissimo ruolo nella città per la promozione della lingua e della cultura italiana, basti pensare che intorno al 1935 la sede centrale di Roma inviò un cospicuo numero di volumi per l’allestimento di una biblioteca italiana che diventò poi punto di riferimento per le future generazioni di giovani marocchini che studiano e si interessano alla cultura italiana e figli delle famiglie italiane residenti. Io sono di Tangeri e mi ricordo benissimo gli eventi culturali organizzati dalla Dante Alighieri, concerti (i miei primi passi verso la musica italiana), proiezione di documentari e film, mostre d’arte. La sede del comitato era situata nel prestigioso palazzo delle istituzioni Italiane a Tangeri che è anche sede della scuola italiana della città e della la casa d’Italia, spazio di ritrovo per le famiglie Italiane immigrate a Tangeri alla fine del 1800 e inizio 1900 nell’allora città internazionale, porta dell’Africa per l’Europa e porta dell’Europa per l’Africa e ideale punto di incontro delle due culture.

Con la decisione del governo italiano di chiudere la scuola italiana di Tangeri nel 1994/95 (mai nessuno ha capito tale decisione compreso me) le attività del comitato andarono piano piano ad esaurirsi fino allo scioglimento del comitato nel 1996 anche perchè sia i figli delle famigli di origine italiana che i giovani marocchini cominciarono a indirizzarsi verso le scuole Spagnole, Francesi e Americane che al contrario rafforzarono la loro presenza nella regione.

Il mio impegno qui è cominciato nel 2015 quando fui contattato ed invitato a Roma presso il palazzo Firenze dal  segretario generale della Dante Alighieri che mi conosceva come musicista attivo in Italia, e mi propose di riattivare il comitato D.A. di Tangeri e fu così che iniziai a passare dei lunghi periodi nella mia città natale e finalmente nel 2016 fu ricostituito il nuovo comitato di cui sono Presidente e Direttore Artistico.

Purtroppo devo dire che la nostra sede attuale non si trova nello storico palazzo delle Istituzioni Italiane che è ancora simbolo della cultura italiana, ma siamo sistemati in alcuni locali presi in affitto presso una scuola privata per motivi burocratici ma anche per l’insensibilità e il disinteresse delle autorità consolari italiane qui nel Regno del Marocco; in quel palazzo non riusciamo a entrare nemmeno per recuperare i vecchi documenti e libri storici.

– Tangeri è l’unica sede della Società in Marocco? Se lo è, siete il punto di riferimento per tutto il Paese?

In Marocco attualmente ci sono due comitati D.A., a Casablanca ed a Tangeri. Quello di Casablanca è presieduto dalla bravissima collega Dott.ssa Marina Zganga, è un comitato molto attivo con il quale ho stretto una fattiva collaborazione. Il comitato di Tangeri che da due anni è centro certificatore PLIDA, è un riferimento per la regione nord del Marocco

– Lei si occupa delle iniziative in relazione alla cultura italiana. Più precisamente, quali sono gli aspetti che più interessano i frequentatori del centro?

Principalmente le nostre iniziative sono mirate alla promozione della lingua e della cultura italiana, ma dopo tanti anni di assenza nel territorio come ho accennato prima non è un’impresa facile ritornare e dare visibilità, soprattutto se le autorità consolari italiane non collaborano e non credono che sia importante dare visibilità all’Italia attraverso la cultura e l’arte in generale.

– Può descrivere sommariamente le più interessanti iniziative che ha promosso in passato ed anche qualche anticipazione per i prossimi mesi?

Il mio primo passo è stato quello di stringere un rapporto di collaborazione con gli istituti di cultura attivi nella regione come il Cervantes e l’istituto di cultura francese, oltre a firmare un partenariato con la delegazione regionale del ministero della cultura e quello dello sport e politiche giovanili del Regno del Marocco in occasione della visita del segretario generale D.A. di Roma prof. Alessandro Masi che ha tenuto un’interessantissima conferenza dal titolo “Dal Futurismo all’Astrattismo. L’Arte Italiana dal 1900 al 2018”; l’evento è stato ospite dalla delegazione del Ministero della Cultura del Regno del Marocco ed ha suscitato un grandissimo successo, una sala affollata di giornalisti, studenti universitari, italiani residenti e semplici appassionati. Un evento di grande importanza che ha dato un segnale del ritorno dell’Italia da questa sponda del Mediterraneo.

La seconda iniziativa che ritengo sia stata importante è stata quella di ideare e proporre la creazione di una rete dei comitato D.A. del Mediterraneo; questa idea nasce inizialmente dal fatto che da diversi anni visito i Paesi del Mediterraneo per concerti e seminari. Dal 2015 ho cominciato a visitare i comitati D.A. di Malaga, Siviglia, Madrid, Murcia, Casablanca e Brindisi e raggiungerne telefonicamente altri come Tunisi, Betlemme, Atene e Il Cairo. Avevo notato che c’era poca comunicazione tra i vari comitati D.A., e da questa idea nasce MeDA (rete comitati Dante Alighieri del Med), che fu costituita qui a Tangeri con un congresso (maggio 2019) presso il famoso palazzo delle istituzioni italiane ed alla quale hanno partecipato i rappresentanti dei comitati di Casablanca, Madrid, Betlemme, Genova, Malaga, Tunisi, Siviglia e Murcia e quello della sede centrale di Roma con la presenza del Console Generale d’Italia Pier Luigi Gentile e rappresentanti di altri istituti di cultura. L’iniziativa è stata sostenuta dal ministero degli esteri e quello della  cultura italiano e dalla sede centrale DA di Roma ed è stato ripreso da RAI NEWS.

(continua ……………)

ENRIKE SOLINIS  “JUAN SEBASTIAN ELKANO”

ENRIKE SOLINIS  “JUAN SEBASTIAN ELKANO”

ENRIKE SOLINIS & Euskal Barrokensemble “JUAN SEBASTIAN ELKANO”

ALIAVOX / Diversa Records AV9933. 2CD, 2019

di alessandro nobis

Nel suo precedente “El Amor Brujo” il chitarrista basco Enrike Solinis ed il suo magnifico “Euskal Barrokeesemble” ci aveva fatto viaggiare nel tempo con un inaspettato quanto interessante abbinamento di musiche scritte da Domenico Scarlatti, da Joaquin Rodrigo e Manuel De Falla  (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/06/20/enrike-solinis-euskal-barrokensemble-el-amor-brujo/)mentre in questo accuratissimo lavoro che comprende anche un dettagliato saggio con illustrazioni di circa quaranta pagine in sette lingue ci fa conoscere le imprese marinaresche di Juan Sebastian Elkano (1486 – 1526), navigatore basco che per primo riuscì a completare la circumnavigazione del globo; nostromo della Conception, uno dei vascelli che facevano parte della spedizione di Ferdinando Magellano si trovò a sostituire il capo spedizione dopo la sua morte avvenuta nell’aprile del 1521, portando a termine l’anno seguente il viaggio che l’esploratore portoghese aveva iniziato nel 1519. Come Magellano, Elkano con altri marinai perse la vita per malnutrizione nelle acque delle Molucche durante la spedizione del 1525 alla quale sopravvissero in pochissimo: una delle tante storie di marineria di quei tempi a molti poco conosciuta.

Di Enrike Solinis avevo scritto anche di “Colores del Sur” del 2013 (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2016/02/03/enrike-solinis/)e questo doppio disco non fa che confermare la classe di questo musicista, non tanto come specialista della chitarra barocca ma anche e qui soprattutto come storico, ricercatore ed arrangiatoreconsiderate la cura e la prassi esecutiva del repertorio di questa straordinario lavoro, un omaggio certamente ad Elkano ma anche alla gente basca, alla sua identità ed alla loro millenaria capacità di solcare i mari per necessità (pesca o emigrazione) o per semplice amore verso le “acque grandi”.

Non a caso il sottotitolo è “Canzoni e danze dell’epoca d’oro della navigazione basca” e questo è quello che ascoltiamo: dal XII secolo al XVII con la diaspora basca è un continuo susseguirsi di musica tradizione di Euskadi, di arie delle Molucche (“Lagu Togal”) e quelle nordafricane (il “Bashraf Jahargah” del XVI secolo) ad altre provenienti da fondamentali raccolte come il Fandango dal Santiago de Murcia o “El Gineo” dai Manoscritti di Cortabarria del secolo XVII.

Importanti ed essenziali i “recitativi” che inquadrano nel miglior modo i brani musicali che vanno ad anticipare.

Forse il miglior lavoro che ho ascoltato dedicato alla millenaria cultura basca, passata e presente.

 

 

 

EVENTI: TERRA in-CANTA FESTIVAL. Opificio dei Sensi, San Martino Buon Albergo, Verona

EVENTI: TERRA in-CANTA FESTIVAL. Opificio dei Sensi, San Martino Buon Albergo, Verona

EVENTI: TERRAinCANTA FESTIVAL, 13 – 28 luglio 2018. Opificio dei Sensi, San Martino Buon Albergo, Verona

di Alessandro Nobis

TERRA IN CANTAE meno male che ci sono associazioni come la Cooperativa ONLUS veronese Opificio Dei Sensi che, senza l’intervento di alcun partner pubblico, si adoperano per la diffusione della cultura in uno spettro il più ampio possibile ed operando nel sociale coinvolgendo nelle proprie attività di servizio anche persone svantaggiate, come si evince visitando il loro sito web.

Da venerdì 13 luglio vedrà la luce una nuova iniziativa, una rassegna culturale chiamata “Terra in-Canta che fino al 28 proporrà sei incontri musicali e quattro appuntamenti culturali presso la sede della Cooperativa, ovvero in Via Brolo Musella 27 in Località Ferrazze a due passi dal centro di San Martino Buon Albergo e ad una ventina di minuti da Verona. Tutte le edizioni del “Festival di Musica, culture e Tradizioni” saranno dedicate all’Italia con un Paese ospite che per questa prima e’ il Marocco; oltre ad esplorare la cultura maghrebina verrà data la possibilità al pubblico di cenare con piatti tipici dei due Paesi. I sei concerti, pensati e coordinati da Paolo Marocchio della Contrada Lorì spaziano dalla musica de “Lì Filari” che raccontano la terra salentina, la sua ricchezza, le sue problematiche e la fatica della sua coltivazione a quella delle bravissime toscane “Dè Soda Sisters” – già viste a Verona in occasione della serata finale del “Premio Roberto Rizzini” – con i loro stornelli, la loro ironia ed il patrimonio tradizionale della loro terra, passando dalle serate dedicate ai cantastorie con Otello Perazzoli (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/01/17/il-diapason-intervista-otello-perazzoli/)ed il marocchino Bachir Charaf e la affascinante ed inedita musica berbera ed araba in senso lato. Il folklore del Marocco è rappresentato da “Dakka Royal”, ensemble di percussioni che rappresenta nel nostro Paese la cultura musicale del Maghreb attraverso i suoni urbani e quelli rurali e da “Jedbalak” con l’antica cultura Gnawa rappresentata nell’odierno attraverso sonorità del nostro tempo. Il sesto concerto sarà quello dell’apprezzatissimo “Sarab Duo” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2015/12/28/sarab-duo-sarab/)di Roberta Stanco (viola) e Hamza Laobdia Sellami (liuto arabo), un ponte ideale tra Sicilia ed Algeria costruito attraverso le composizioni originali dei musicisti.

Gli altri appuntamenti prevedono una esposizione di opere d’arte realizzate dagli studenti del Liceo Copernico e dell’Istituto D’arte Nani – una bella idea questa di coinvolgere gli Istituti Superiori del territorio –, due incontri con l’autore algerino Tahar Lamri e la kallas Viaggi che presenterà alcuni aspetti di un Marocco “diverso” e la proiezione del documentario girato nel 2012 da Rossella Schillaci “Il Limite” che narra gli spostamenti di un peschereccio con un equipaggio italo – tunisino.

Il programma dei concerti (dalle 21:15):

Venerdì 13: Dakka Royal

Sabato 14: Lì Filàri. Musiche popolari del Sud Italia

Venerdì 20: Dè Soda Sisters. Musica  Agrifolk

Sabato 21: Sarab Duo

Venerdì 27: Otello Perazzoli e Bachir Charaf

Sabato 28: Jedbalak

Gli altri appuntamenti:

Sabato 14 ore 18:30: “Marocco, un viaggio tra dune, montagne e civiltà”. A cura di Kallas Viaggi

Giovedì 9 ore 21:30: “Il Limite” di Rossella Schillaci. Documentario

Sabato 21 luglio ore 18:30: Incontro con Tahar Lamri

Esposizione “Progetto Record”, Associazione Le Fate Onlu

www.opificiodeisensi.it Via Brolo Musella 27. San Martino Buon Albergo, Vr.

Prenotazioni cene e concerti: info.opificiodeisensi@gmail.com

045.8947356