SUCCEDE A VERONA: “Una tragica impressionante sciagura”, 6 giugno 1927, San Giorgio di Valpolicella
di alessandro nobis

Mi è capitato diverse volte di percorrere la stretta strada che da San Giorgio di Valpolicella conduce all’abitato di Monte ma non avevo mai rivolto la mia attenzione ad un monumento che si trova in corrispondenza di una stretta curva a sinistra. Divorato dalla curiosità durante il mio più recente passaggio sono sceso dall’auto per osservarlo da vicino, quasi un obelisco in rosso ammonitico con otto fotografie, una croce e la data del 6 giugno 1927: è il ricordo delle otto vittime di un pauroso incidente stradale dovuto principalmente alla superficialità ed alla sottovalutazione del rischio.
La cosa mi ha incuriosito non poco, ed ho quindi ricercato sulle pagine del quotidiano L’Arena altre notizie; in effetti il giornale veronese dedicò ben tre articoli al fatto, i giorni 7, 8 e 9 del giugno del 1927. Mi è sembrato doveroso riportare qui di seguito l’articolo pubblicato il giorno seguente, così se lo vorrete quando passerete avrete modo di soffermarvi o di rallentare.
“UNA TRAGICA IMPRESSIONANTE SCIAGURA PRESSO S. AMBROGIO”
Autocarro che precipita da una scarpata – Otto morti e sette feriti
Una gravissima, impressionante notizia giungeva ieri sera verso le 21 in città, causando una impressione penosissima. Essa accennava al capovolgimento di un autocarro, il quale, precipitando da una scarpata stradale in quel di S. Ambrogio aveva causato la morte di parecchi operai, alcuni dei quali appartenenti a quelle sezioni fasciste.
Del fatto si è interessata subito la Federazione e in breve, accorrevano sul sito in automobile spiccate personalità del Partito. La tremenda, disastrosa sciagura era avvenuta subito dopo il calar della sera lungo un tratto di strada in curva che si trova a breve distanza dal suddetto paese, e precisamente in località Fontana Caranzon.
Per venire ai particolari del disastro, diremo che il camion carico di blocchi pesantissimi di marmo, veniva dalle cave di Selva, diretto alla stazione ferroviaria, dovendo i blocchi essere spediti. Al volante era il proprietario del veicolo stesso, Alessandro Toffalori che ora è a contarsi tra le vittime. Aggiungiamo che per concessione dello stesso Toffalori, e come sovente avveniva, sull’autocarro, sedendo sopra i blocchi che essi avevano tolto dalle cave col sudor dei loro sforzi, avevano preso posto una ventina di operai che dovevano tornare alle loro abitazioni dove le famiglie li attendevano per la cena. Giunto il veicolo al punto fatale, si calcola che il guidatore abbia preso male la stretta curva. Una delle ruote, spinta sul ciglio stradale, ha causato il franamento d’un tratto di terreno, cosicchè il camion piegando rapidamente verso quel lato, si capovolse precipitando dalla scarpata nel campo sottostante, profondo circa 12 metri.
Non è a immaginarsi quanto possa essere stata raccapricciante la spaventosa scena che ha presentato poi lo spettacolo impressionante di vedere tutta quella povera gente schiacciata sotto la mole di quei blocchi, pesanti ciascuno parecchi quintali!
All’appello straziante dei feriti, che invocavano soccorso, si sono affrettati sul luogo molti, moltissimi artigiani. L’opera di soccorso fu iniziata tosto con fervore, e purtroppo, di sotto a quei massi, si cominciarono a togliere dei morti! Ciò che straziava l’animo era il penoso lamento dei feriti, che si sentivano oppressi sotto quel peso immane e che avevano chi un braccio, chi una gamba, chi i piedi, orribilmente schiacciati. I morti, tolti man mano di sotto a quella specie di valanga, in un primo tempo vennero adagiati in parte sull’erba, e ciò mentre si procedeva al trasporto dei numerosi feriti. Sul sito frattanto, giungevano fra i primi oltre alle autorità locali, ed ai militi della Croce Verde Righetti, Valente e Pavon, il voce segretario federale dottor Andreis, il sig. Alfredo Lippi, il delegato di zona sig. Talillo, il rag. Bruno Guarise, il fiduciario del Fascio di Parona sig. Pighi.
La scena era straziante! Intere famiglie di lavoratori erano accorse angosciate in cerca dei loro cari e si doveva usare a quegli infelici dolce violenza alla presenza della scena spaventosa.
I primi cadaveri estratti e riconosciuti dalla folla accorsa. sono quelli degli operai Lorenzo Zorzi del Fascio di San Ambrogio, quello del guidatore Toffalori, Pietro Olivieri altro fascista di San Giorgio, Lodovico Crescini, Zorzo Emilio di San Giorgio e Giovanni Coati di S. Ambrogio. Quei miseri corpi presentavano mutilazioni impressionanti, specie alle gambe. I feriti erano tutti gravi; due erano gravissimi. Uno di essi, Olivieri Alessandro del Fascio di San Giorgio, è stato trasportato subito alla propria abitazione, ma purtroppo, poco dopo cessava di vivere senza avere ripreso i sensi. Anche l’operaio Paolo Coato, ferito gravissimamente, è morto un’ora dopo che fu trasportato all’ospedale di Bussolengo, dove, i medici dott. Carteri e dott. Fiorini subito a lui si erano prodigati.
Altri feriti, oggetti di cure premurose dei medici dott. Segattini e dott. Ferrari, sono stati riconosciuti per Giovanni Zorzi, fascista di S. Giorgio, Giuseppe Grigoli, Lionello Coato, Domenico Vassanelli ed Antonio Sartori di S. Ambrogio. Fino a tarda ora, sul luogo del disastro è stato un continuo affluire di gente, la quale ore si interessa moltissimo delle condizioni dei feriti, tra i quali sono dei giovani, dei combattenti, dei padri di famiglia.
Il lutto per la tremenda sciagura è profondissimo in tutto questo vasto territorio. Nelle varie case dove la sciagura ha fatto capolino, sono scene di strazio. Sono bimbi che invocano vanamente il nome del loro papà, sono giovani donne, vecchi genitori, che dovranno indossare le gramaglie, e che nessuno lenimento sentono a tanto dolore dal conforto amorevole che amici cercano loro apportare con ogni premura, con frasi affettuose.
I nomi delle vittime riportate (con foto) sul monumento che riporta la scritta: “Dal lavoro tornanti ai domestici affetti sotto gli avulsi macigni travolti qui perivano“: Coato Gio Batta, anni 31; Conati Paolo, anni 36; Crescini Lodovico, anni 24; Oliviri Alessandro, anni 30; Olivieri Paolo, anni 52; Toffalori Alessandro, anni 30; Zorzi Emilio, anni 37; Zorzi Lorenzo, anni 41