JORDI SAVALL “Bailar Cantando. Codex Trujillo, ca. 1780”
ALIAVOX Records, CD 2018
di Alessandro Nobis
Nel 1778 Baltasar Jaime Martinez Compañón y Bujanda, Vescovo dlla città di Trujillo, diede mandato di raccogliere più materiale possibile sulle tradizioni popolari e festive della regione settentrionale del Perù, allora sotto il dominio della Spagna; il risultato di questa enorme mole di lavoro fu la stampa di nove volumi – ora custoditi in Spagna – che raccontano i ritmi, i passi di danza, gli strumenti, i costumi delle varie “caste” (neri, mulatti, meticci, nativi e spagnoli) illustrati da circa 1400 acquerelli che risultano essere preziosissimi per ricostruire le danze sacre e profane che nelle più disparate occasioni venivano ballate nelle piazze dei villaggi peruviani.
In questo suo nuovo “Bailar Cantando” Jordi Savall dirige al solito magnificamente l’Hesperion XX, La Capella Real De Catalunya ed il “Tembembe Ensamble Continuo” presentando un repertorio, una sorta di “World Music” ante litteram dove vicino a strumenti tipici del barocco spagnolo (e la città di Trujillo era a quel tempo il centro di diffusione in America Latina del Barocco Ispanico) ci sono gli strumenti e ritmi delle popolazioni indigene; è un lavoro a mio avviso straordinariamente importante che apre un mondo musicale ai più sconosciuto, quello appunto dell’incontro, molto spesso tragico per i locali, di due civiltà che ancora oggi faticano spesso a trovare un equilibrio di convivenza.
Nei canti il quechua, lo yunga, l’aymara coesistono con il castigliano peruviano e con la metrica del Siglo Do Oro, e così le cachuas, i luichos, le tonadas risaltano in tutta la loro bellezza ed il loro fascino grazie alla perfetta combinazione di viole da gamba, flauti e chitarre con strumenti tipici della tradizione andina come la marimba, i flauti andini, l’arpa e le percussioni, solo per citarne tre.
Disco sorprendente che va alle origini di molta della musica popolare oggi in voga sulla costa pacifica dell’America Latina che ci fa scoprire che qui, nella vecchia Europa, ci sembra culturalmente lontanissimo soprattutto per la sua parte, diciamo così, autoctona.
Libretto allegato da leggere e guardare nella sua parte iconografica con la dovuta attenzione; alla fine, se lo vorrete, l’ascolto di un lavoro dei cileni Inti Illimani sarà nuovamente illuminante …..