SUCCEDE A VERONA: “MOSAIKO” · STORIE DI PERSONE VICINE VENUTE DA LONTANO. Incontro con l’autrice Nicoletta Morbioli.

SUCCEDE A VERONA: “MOSAIKO” · STORIE DI PERSONE VICINE VENUTE DA LONTANO. Incontro con l’autrice Nicoletta Morbioli.

SUCCEDE A VERONA: PRESENTAZIONE IN ANTEPRIMA DELLA RACCOLTA DI RACCONTI “MOSAIKO” · STORIE DI PERSONE VICINE VENUTE DA LONTANO di Nicoletta Morbioli

Martedì 28 marzo h 18 · Palazzo Pindemonti · Via Leoncino 5 · Verona.

di alessandro nobis

Martedì 28 marzo alle 18 verrà presentato in anteprima per la Città di Verona nel prestigioso palazzo Pindemonti sede dell’Accademia Italiana per la Formazione e gli Alti Studi Internazionali, il volume “MOSAIKO · STORIE DI PERSONE VICINE VENUTE DA LONTANO” pubblicato recentemente da Scripta Edizioni: si tratta di sedici racconti scritti da Nicoletta Morbioli, il risultato della sua esperienza al Centro Provinciale per l’Istruzione degli adulti (C.P.I.A. ne è l’acronimo) che ha diretto per sei anni scolastici. I racconti sono le tessere che compongono il “Mosaiko“, ispirate dagli studenti che frequentano le lezioni in questa scuola, da “persone” che arrivano dalle più diverse parti del mondo, dal sub·continente indiano, dal Medio ed Estremo Oriente, dalle Afriche Settentrionale e Sub · Sahariana fino all’America Latina ed Europa a “cercar fortuna” come gli italiani, irlandesi, scozzesi fecero nei due secoli che ci hanno preceduto.

Morbioli ha saputo “in punta di piedi” farsi raccontare le loro esperienze, elaborando le loro ansie, le loro paure ma anche i momenti più sereni facendole diventare fonti di ispirazione per i racconti: studenti di “prima immigrazione” vicino ad altri, spesso adolescenti, che hanno raggiunto qui in Europa i loro cari che li hanno preceduti per poter offrire loro un ambiente per quanto possibile accogliente. Ecco quindi che incontri Clarisse che è fuggita dal Congo, nazione in balìa per ragioni economiche delle multinazionali minerarie straniere, nazione in teoria ricchissima di risorse (il preziosissimo “coltan” per citare una) che invece lascia partire i suoi giovani per le pessime condizioni di vita del popolo, e incontri anche Mahvash e Mirza, coppia afghana fuggita dalla miseria e dai talebani ospitata da Giulia, ostetrica, che assiste Nahvash a far nascere Azadì in piena pandemia Covid. “Mosaiko” si legge con piacere grazie alla scrittura fluida dell’autrice, mi sento di definirlo concettualmente quasi uno “Spoon River” dell’immigrazione nel nostro Paese, e a Verona in particolare.

Ognuno quindi scelga la sua “tessera” e viaggi con la fantasia e consapevolezza che la nostra società, volenti o nolenti, sarà sempre più un mosaico culturale. Sfruttiamo l’occasione.

Durante la presentazione l’autrice dialogherà con Patrizio Del Prete ed è prevista l’esecuzione di alcuni brani opportunamente arrangiati per trio dal Direttore Marco Pasetto del repertorio dell’Orchestra Mosaika della quale fanno parte ovviamente sia Diane Peters (arpa) che Ilaria Peretti (voce) che suoneranno per l’occasione con il clarinettista veronese. (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2022/04/07/da-remoto-orchestra-mosaika-teatro-camploy-verona-14-marzo-2022/).

Il progetto editoriale è interamente devoluto all’IPSEOA “A. Berti” di Verona ed in particolare alla sua sede distaccata presso la casa Circondariale di Montorio Veronese.

La copertina e le grafiche interne sono dell’artista padovano Luca Saggioro.

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DALLA PICCIONAIA: BREANZA · ZERLOTTO · LAZZARONE “Comizio Elettroacustico”

DALLA PICCIONAIA: BREANZA · ZERLOTTO · LAZZARONE “Comizio Elettroacustico”

ENRICO BREANZA · ANNA ZERLOTTO · LAZZARONE “Comizio Elettroacustico”

Laboratorio Autogestito Paratodos, Verona. 5 marzo 2023

di alessandro nobis

Fa molto piacere sapere che a Verona città esiste uno spazio che coraggiosamente dà la possibilità di esibirsi ad artisti che lavorano nell’ambito dell’avanguardia. E’ il Laboratorio Autogestito Paratodos (in Corso Venezia 51), e la performance in oggetto è il “Comizio Elettroacustico” che si è tenuto domenica 5 marzo appunto in questo ampio e multifunzionale spazio: il “Comizio” ha avuto come protagonisti tre musicisti ovvero la contrabbassista Anna Zerlotto, il manipolatore di suoni elettro · acustici Lazzarone ed il chitarrista Enrico Breanza che da tempo esplora il mondo della musica spontanea, oggetto del “Comizio” appunto.

Una novantina di minuti scanditi da diversi momenti caratterizzati da “creazioni e distruzioni spontanee” · come annunciato da Breanza ad inizio performance, con il denominatore comune nella struttura delle improvvisazioni: la chitarra crea fraseggi, pattern, accordi che suonano come un invito ai compagni a partecipare, interloquire, creare suoni d’insieme che alla fine risultano interessanti e convincenti riuscendo frequentemente a far scoccare quella scintilla magica che i musicisti che operano nell’ambito dell’improvvisazione · anche di quella molto più ortodossa e radicale · cercano ogniqualvolta si trovano uno di fronte all’altro. Ciò che si è generato · e dissolto · durante la performance è stata una musica godibile, a tratti spigolosa, che invita all’attento ascolto e che è stata apprezzata dal pubblico presente, ma con soprattutto una linea evolutiva del concetto artistico chiara e che a mio modestissimo parere ha ampi spazi di sviluppo: consideriamo che questo era solamente il terzo “incontro” tra Lazzarone, Breanza e Zerlotto ed una volta che la contrabbassista e il “manipolatore di suoni” si saranno presi sempre più spazio nella creazione che deve seguire i dettami del non · idioma improvvisativo comune, la qualità della loro musica non potrà che giovarsene. Come detto le basi per un lavoro molto interessante ci sono tutte ed anche il riascolto della performance conferma quanto detto.

Fa sempre piacere sapere, concludendo, che la via della musica spontanea indicata nei primi anni sessanta dal londinese Spontanoeus Music Ensemble ancora oggi trovi proseliti interessati a produrre musica con queste modalità come quella ascoltata durante il “Comizio Elettroacustico”. “Questa è la via” ha detto qualcuno, la si segua senza “se” e sanza “ma”.

Si replica domenica 7 maggio. Naturalmente non sarà “la stessa musica”, non può esserlo, diceva il Derek B.

DEL PIANO · OLIVIERI · MAZZA · MARINI “Double 3”

DEL PIANO · OLIVIERI · MAZZA · MARINI “Double 3”

DEL PIANO · OLIVIERI · MAZZA · MARINI “Double 3”

CALIGOLA RECORDS. CD, 2022

Nel 2022 la casa discografica Caligola ha pubblicato queste registrazioni risalenti al maggio dell’anno precedente che vedono coinvolti il bassista Roberto Del Piano, il batterista Alberto Olivieri e due sassofonisti, l’altoista Cristina Mazza ed il baritonista Bruno Marini: fin qui niente di strano senonchè la particolarità di queste incisioni sta nella loro costruzione, ovvero una sezione ritmica, affidabile ed affiatata · Olivieri e Del Piano · che lungo tutta la durata del disco dà il suo sostanziale e creativo contributo alternativamente a Cristina Mazza e a Bruno Marini. Un “Double 3” appunto, che disegna in modo chiaro a mio modesto parere gli stili dei due sassofonisti, il primo molto legato al linguaggio free ed in particolare alla lezione di Ornette Coleman, il secondo più vicino al jazz “maistream”; tutte · o quasi · le tracce si fondano su elementi prima abbozzati ed in seguito sviluppati con grande libertà in una “take” durante la session del 19 maggio nello studio veronese Brazz di Alberto Olivieri. Creazioni spontanee ma interne ai diversi idiomi utilizzati mi verrebbe da dire, “improvvisazione idiomatica” la definisce Derek Bailey. Il “quasi” citato prima si riferisce alla rilettura di “Beauty is a Rare Thing” di Ornette Coleman, un brano, una ballad scritta ed incisa nel 1961 che il sax di Cristina Mazza riporta ai nostri giorni con una versione intensa e rispettosa arricchita da due bei soli di basso elettrico; e a proposito dei brani dove il sax è quello dell’altoista, è obbligo citare “Forgotten Names” per la sua espressiva performance vocale dedicata alle vittime dimenticate di ogni tipo di violenza, un’improvvisazione che personalmente mi ha ricordato a tratti i canti propiziatori dei nativi americani, è questo il brano che preferisco tra i quattro di questo “Double 3” che vedono coinvolta Cristina Mazza.

Bruno Marini è il solista delle rimanenti cinque tracce; notevole mi pare “Endemic” con l’apertura affidata al delicato drumming di Olivieri per poi dipanarsi in un lungo assolo interrotto solamente da un efficace intervento del basso elettrico, ma mi permetto di sottolineare altri due brani che ritengo significativi, ovvero “Flute and Cats” dove il multistrumentista imbraccia il flauto traverso · che se non ricordo male è uno dei suoi primi amori musicali · con grande autorevolezza e sensibilità · e qui ciascuno potrà trovare i suoi riferimenti peraltro a mio avviso evidenti con i grandi flautisti del passato · e “Sunset Enigma“, splendida ballad composta da Marini ed eseguita al pianoforte, un Marini pianista che sorprenderà molti appassionati di jazz per il suo tocco essenziale e gradevolissimo sulla tastiera.

Un bel disco davvero disco che mi sento di consigliare a tutti gli appassionati, considerato che la sua reperibilità è tutto sommato facilee ed anche per il prezzo di fascia media, cosa che non guasta mai di questi tempi.

GABRIELE POSENATO “Back Home”

GABRIELE POSENATO “Back Home”

GABRIELE POSENATO “Back Home”

Fingerpicking.net. CD, 2020

di Alessandro Nobis

Questo “Back Home” è il disco più recente del chitarrista Gabriele Posenato, membro dell’Associazione ZONACUSTICA e considerato dai colleghi e dagli appassionati uno dei più interessanti strumentisti · compositori degli ultimi anni soprattutto per la scelta di concentrare l’attenzione sulla scrittura di brani lasciando comunque un piccolo spazio alla rilettura di brani di altri compositori; in questo caso Posenato propone una bella rivisitazione di un brano · indicato come bonus track · dell’arpista irlandese Turlogh O’Carolan, “Si Bheag Si Mhor · Sheebeg and Sheemore” versione opportunatamente poco calligrafica e suonata in una diversa tonalità.

Le undici tracce come dicevo sono composizioni originali, tutte caratterizzate da una notevole cantabilità nelle quali la cura con la quale vengono eseguite evidenzia melodie dalla grande delicatezza e pacatezza che risaltano anche dal vivo: qui beninteso non ci sono fiumi di note che si sovrastano l’un altra, la tecnica non è al servizio dell’ostentazione ma è al servizio dell’anima del compositore. “Ritrovarsi” con chitarra e bouzouki dell’amico Stefano Barbati, “Thirty-Six Years Later” che apre il disco e che ne definisce le sue coordinate e “Achab” con le onde dell’oceano che si rifrangono sul Pequod sono i brani che preferisco; questa è musica che solo se ascoltata con grande attenzione “entra” nell’anima di chi ne fruisce. Qualcuno di cui non ricordo il nome durante il recente Open Mic di Verona ha detto “è bello suonare davanti ad un pubblico che ascolta“, considerazione che vale non solo per Gabriele Posenato ma per tanti musicisti chitarristi e non che spesso si trovano a suonare magari talvolta anche consapevolmente davanti ad un pubblico diciamo “distratto”.

Una sorpresa di “Back Home” è il libretto che lo accompagna con undici liriche che il poeta Andrea Ciresola ha scritto per commentare in modo personale i brani del CD, assolutamente da leggere e da apprezzare come tutta la musica contenuta in questi ottimo “Back Home“.

Discografia:

2003 · MODUS VIVENDI

2004 · 36 (ANTOLOGIA, 1 brano)

2007 · 3 GUITARS CLAN  (ANTOLOGIA, 5 brani)

2008 · 4 GUITARS CLAN (ANTOLOGIA, 3 brani)

2009 · WINE AND FEELING

2009 · GUITARS CLAN 5 (ANTOLOGIA, 3 brani)

2010 · 34 VOLTE AMORE (ANTOLOGIA, 1 brano)

2013 · SOFT TOUCH

2015 · FIFTY FIFTHY

2019 · SLIDE FIVE (Weissenborn lap steel solo – edizione limitata)

2020 · BACK HOME

CALICANTO · BURATTINI DEL SOLE · “La Ballata di Fri e Tata”

CALICANTO · BURATTINI DEL SOLE · “La Ballata di Fri e Tata”

CALICANTO · BURATTINI DEL SOLE · “La Ballata di Fri e Tata”

Edizioni La Torre. CS, 1990

di alessandro nobis

Dopo trent’anni fa una certa piacevole tenerezza riascoltare questa audiocassetta curata dai padovani Calicanto ovvero Roberto Tombesi, Corrado Corradi, Giancarlo Tombesi e Gabriele Coltri; tenerezza perchè i bambini ai quali era dedicata avranno oggi superato la quarantina, qualcuno avrà avuto anche dei figli e sarebbe interessante sapere da loro se il “seme” piantato allora da “La Gran Compagnia di spettacoli musicali Calicanto” e dai “Burattini del Sole” abbia dato dei frutti …….. spontanei.

La Ballata di Fri e Tata” racconta dello svolgersi di una giornata della bimba Tata, dopo una notte passata tra le paure del serpente Fri, che “mangia la gente”, attraverso filastrocche, dialoghi con la voce dei bambini (“Augh!”) ninne nanne e marcette pensata per coloro i quali operano nel mondo dell’infanzia e a tutti i genitori che vogliano ritornare con l’immaginazione alla loro fanciullezza e comunicare con i bambini attraverso il linguaggio musicale e questo ancor più se ci si relaziona con il mondo della disabilità Non è un caso se “La Ballata di Fri e Tata” era un progetto realizzato con Kadeidos · Coordinamento Down del Triveneto ·. Insomma un’idea innovativa che voleva anche essere un contatto tra i mondi dell’infanzia e quello della cultura popolare: scrivere nuovo materiale anzichè utilizzare quella già esistente è una metodologia indispensabile per creare una “nuova cultura popolare” basata sul materiale tramandato da generazioni.

I testi sono di Alessandro Gigli dei Burattini del Sole e i Calicanto, gruppo storico del folk revival italiano, scrivono o reinterpretano temi a danza come “Sette passi dei colori” (testo di Roberto Tombesi), una manfrina “Manfrinon“, una “Marcetta” scritta da Corrado Corradi e la “Filastrocca dell’ombrello” con il testo ancora di Gigli; la giornata di Tata si conclude con la dolcissima “Ninna Nanna del Cavaliere” con la voce ed il testo di Rosanna Trolese accompagnata dalla concertina di Corrado Corradi nella speranza di passare una notte più tranquilla …….. “Questa notte · dice una sicura Tata · gliela faccio vedere io al serpente!“.

FRANCESCO DEL PRETE “Rohesia Violinorchestra”

FRANCESCO DEL PRETE “Rohesia Violinorchestra”

FRANCESCO DEL PRETE “Rohesia Violinorchestra”

Dodicilune · Controvento Records. CD, 2023

di alessandro nobis

Lo confesso, per me che non sono un bevitore di alcolici risulta davvero difficile se non impossibile descrivere le sensazioni che un possibile fruitore provi abbinando la musica di Francesco Del Prete alle proprietà organolettiche dei cinque vini “prescelti” prodotti dall’azienda vitivinicola pugliese di Paolo Cantele; mi perdoneranno quindi i musicisti ed i proprietari della cantina se mi atterrò ai fatti musicali, che non sono pochi, contenuti in questo notevole “Rohesia Violinorchestra” lasciando il resto ai più quotati sommellier · musicologi in circolazione.

Il lavoro dunque si compone di cinque composizioni ispirate come detto dai profumi e gusti di altrettanti vini, ed ognuno di questi spartiti viene presentato in modo abbastanza inusuale con due diversi arrangiamenti curati dallo stesso Del Prete: prima si fruisce degli arrangiamenti più elaborati con il coinvolgimento di effetti elettronici e poi si ascoltano quelli più “cameristici”, se vogliamo più essenziali, ma comunque entrambi contraddistinti da grande cantabilità e raffinatezza. In effetti, non me ne vorrà il Del Prete, ho ascoltato il cd in un diverso ordine da quello proposto, ovvero le due versioni di ogni composizione vicine per cercare di capir meglio il progetto: come la splendida “Rohesia Rosso” con quel dialogo tra l’arpa di Angela Cosi ed il violino di Del Prete (nella versione “La Danza delle Rose“) e nel delicato arrangiamento con sovraincisioni ed un pizzo di elettronica nella prima versione, o ancora il sapore di Argentina nelle due varianti di “Teresa Manara“, la seconda con i violoncelli di Anna Carla Del Prete e Marco Schiavone e quell’ottone che espone il tema ed infine “Amativo” con gli archi protagonisti della solennità della prima parte e dell’andamento della più vivace e briosa  seconda parte con il ritmo sottolineato dal basso.

Un disco che come il precedente “Cor Cordis” del 2021 pubblicato sempre dalla Dodicilune nella collana Controvento, conferma il talento compositivo e di arrangiatore di Francesco Del Prete, abile alchimista che mutua diversi idiomi come la classica, il jazz e la tradizione creandone uno nuovo, personale ed interessante. Da ascoltare, al di là della vostra passione per il vino ……..

IL DIAPASON incontra GIOVANNI FERRO dell’Associazione Culturale ZONACUSTICA

IL DIAPASON incontra GIOVANNI FERRO dell’Associazione Culturale ZONACUSTICA

IL DIAPASON incontra GIOVANNI FERRO dell’Associazione Culturale ZONACUSTICA

di alessandro nobis

Domenica 12 febbraio presso l’Hotel Touring in Via Quintino Sella a due passi da Piazza delle Erbe a Verona ci sarà l’apertura della nuova sede dell’Associazione Culturale ZONACUSTICA, promotrice nel corso degli anni di iniziative rivolte a chi della chitarra ne ha fatto un mestiere, una passione ed a chi semplicemente ha piacere nell’ascoltare i diversi stili e anime di questo strumento: tra le iniziative più importanti le sedici edizioni di “Chitarre per Sognare” che si svolge in estate a Colognola ai Colli nell’est veronese e gli “Open Mic“, interessanti incontri tra chitarristi che si tengono non solo nel veronese ma anche in altre città come ad esempio quello al Six Bars Jail Club di Firenze nello scorso dicembre.

Sarà appunto un “Open Mic” che nel pomeriggio del 12 febbraio che inaugurerà la nuova sede di ZONACUSTICA.

Per saperne di più sulle attività dell’Associazione abbiamo incontrato il Presidente Giovanni Ferro, naturalmente chitarrista e “motore” di tutte le iniziative passate e future di ZONACUSTICA.

  • Presidente nessuno meglio di lei può raccontare la storia di ZONACUSTICA.

      ZONACUSTICA (che significa, “posto che suona”, alla stregua di “cassa acustica” quindi non strettamente legato alla chitarra e alla musica acustica) nasce nei primi anni 2000 come rassegna di chitarristi in un locale di Cazzano di Tramigna; l’appuntamento era mensile e la formula prevedeva l’alternarsi sul palco di vari esecutori. Da lì l’idea di creare un forum in rete per organizzare le serate, ma anche per parlare di chitarre e scambiare idee, parlare di musica. Vista la larga adesione di appassionati ZONACUSTICA, poi diventò formalmente un’associazione culturale con statuto, codice fiscale etc. Oggi abbiamo una pagina su Facebook e una chat.

  • Al momento quanti sono i musicisti che ne fanno parte ed in quale ambito musicale operano?

Il gruppo conta una settantina di partecipanti, ed è formato da appassionati e da professionisti, semplici ascoltatori e cultori materia. Nel mondo italiano della chitarra acustica tutti ci conoscono.

  • Veniamo al pomeriggio del 12 febbraio, ossia l’inaugurazione della nuova sede. Ci sarà un “Open Mic”. Di cosa si tratta nello specifico?

Il 12 febbraio inauguriamo la nuova sede, che prima era casa mia, ed ora è l’Hotel Touring di Verona; è una gran bella cosa perché significa potersi incontrare in un luogo più adatto dove organizzare concerti e meeting. Quel giorno sarà il “battesimo” della nuova sede è senz’altro oltre a brindare suoneremo.

  • Questi incontri ritengo siano fondamentali momenti di scambio culturale e soprattutto umano che vanno al di là della semplice presentazione della propria musica.

Assolutamente: l’aspetto conviviale e amichevole è al centro di ZONACUSTICA: credo che ci siano tanti modi per fare musica, non solo suonando …

Consideriamo anche chi suona ma non è un professionista: ho visto nostri assidui partecipanti crescere artisticamente fino a potersi esibire in maniera assolutamente professionale per un concerto intero. Questo grazie alla possibilità di salire su un palco, sperimentare la propria musica, raccogliere consigli e critiche. Ci si ascolta, non è poca cosa di questi tempi.

  • Quanti chitarristi saranno presenti all’Hotel Touring?

       Il 12 febbraio prevedo almeno una decina di suonatori e la partecipazione di altri amici di ZONACUSTICA.

  • A questo incontro potranno assistere anche “non chitarristi” e soprattutto “non musicisti”?

Tutti sono benvenuti!

  • E’ necessario prenotare, per chi volesse partecipare come semplice fruitore?

Non serve, andremo ad esaurimento dei posti disponibili.

  • L’Open Mic di Verona sarà un episodio “a sè stante” o pensa che potrà avere una cadenza nel tempo?

Credo che al Touring torneremo sempre ogni qualche mese, ammesso che ci siano adesioni.

  • ZONACUSTICA sta lavorando ad altri progetti per il prossimo futuro? Ci può anticipare qualcosa?

Il 24 giugno ci sarà l’evento annuale più prestigioso, “Chitarre per Sognare” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2023/01/06/succede-a-verona-chitarre-per-sognare-2023-%c2%b7-ritorno-a-casa/), che dopo un lustro tornerà a svolgersi dove è nato e vissuto per 12 anni: a Colognola ai Colli. Negli anni abbiamo sognato con grandi chitarristi e non solo: cito Duck Baker, Roberto Taufic, Giorgio Cordini, Goran Kuzminac, Giovanni Baglioni, Eleonora Strino, Deborah Kooperman, Val Bonetti, tutti nomi poco conosciuti dal grande pubblico, ma molto prestigiosi per chi si occupa di chitarra acustica, fingerstyle, jazz e di canzoni.

TERREMOTO 1891 (diciottesima parte) ARENA, 15 – 16 GIUGNO 1891

TERREMOTO 1891 (diciottesima parte) ARENA, 15 – 16 GIUGNO 1891

TERREMOTO 1891 (diciottesima parte) ARENA, 15 – 16 GIUGNO 1891

I DISASTRI DEL TERREMOTO

IL SOCCORSO DEL RE

Un progetto di legge

(Per dispaccio all’”Arena”)

Roma, 15 ore 11,50

Come deve essere stato comunicato al vostro Prefetto, la rappresentanza politica della vostra provincia ottenne che a sollievo dei disastri arrecati dal terremoto e dal nubifragio concorrano alcuni pure dei ministeri oltre a quello dell’interno, direttamente interessato nel provvedere ai primi e più urgenti soccorsi. – Il Senatore Righi, ed il deputato Pullè, il quale pure come facente parte del Governo esercita un’azione assai efficace presso i colleghi, insieme colli altri deputati della provincia, ottenne che anche sua maestà colla abituale bontà dell’animo suo invii un sussidio, e posso assicurarvi che oggi stesso venne telegrafato in proposito al vostro Prefetto conte Sormani-Moretti, dal Gabinetto reale.

Il Ministero dei Lavori Pubblici inviò L. 500; altrettanto darà quello della Pubblica Istruzione, e come vi dissi havvi ogni miglior speranza di avere un concorso pure dagli altri Ministeri di Agricoltura e Commercio e di Grazia e Giustizia.

Ieri si riunirono sotto la presidenza del senatore Righi, in una sala di Montecitorio, i deputati Veronesi, e nel mentre saranno tutti per continuare nell’azione comune per avere i sussidi diretti a lenire i bisogni immediati, urgenti, quelli che non ammettono dilazione, stabilirono di esaminare subito tutti i precedenti parlamentari relativi a disastri consimili a quelli che colpirono la provincia di Verona, per tener pronto un progettino di legge che renda possibile a quelle povere popolazioni di rialzarsi.

A tal uopo però è indispensabile che si conosca la vera entità del danno, e che di conseguenza l’autorità prefettizia, che dimostra tanto interessamento in questa luttuosa circostanza, faccia procedere subito ad un rilievo esatto e coscienzioso che serva alla rappresentanza politica quale elemento positivo per una domanda quando fosse per chiedere l’intervento del potere legislativo con un apposito progetto di legge.

Il Parlamento siederà ancora non meno al certo di una ventina di giorni, tempo bastevole perché anche prima della sua chiusura il provvedimento eccezionale possa ottenersi.

L’on Danieli

L’egregio amico nostro o. Danieli ci ha inviato la sua offerta di L. 100 accompagnata dalla lettera seguente.

Roma, 14 giugno 1891

Carissimo sig. Aymo

Mando anch’io il mio obolo.

Vorrei recarmi sui luoghi del disastro, ma poiché ci sono già stati con amorevole sollecitudine i miei colleghi Miniscalchi e Poggi, rimango qui dove credo più utile l’opera mia per il raggiungimento dello scopo comune.

Verrò appena siano state soddisfatte le legittime domande di quei disgraziati Comuni.

Mio creda sempre

Suo aff.mo A. Danieli

***

Abbiamo detto giorni or sono che il Prefetto aveva mandato sui luoghi del disastro l’ing. Dolfin capo del genio civile.

L’egregio tecnico ha ora presentato al Prefetto la propria relazione ufficiale dalla quale risulta che i puntellamenti eseguiti a Tregnago, Cogolo, Marcemigo e Badia Calavena alle case pericolanti, rispondono alla temporanea stabilità dei fabbricati i quali pertanto possono venire riabitati finchè si provveda al riassetto completo delle case stesse.

***

Ieri il Prefetto ha fatto un’altra visita, per verità molto faticosa, a vari dei paesi colpiti dal disastro.

Per Sambonifacio in carrozza si condusse a Vestenanuova, poscia salito a cavallo visitò Castelvero, Badia Calavena, S. Mauro di Saline e Castagnè.

Dappertutto accolto a braccia aperte constatò l’entità dei danni, e distribuì, fra questi vari Comuni, un primo sussidio di L. 1000 del Comitato Centrale di Verona.

***

Il Ministero dell’Interno ha mandato al Prefetto che le metterà a disposizione del Comitato altre lire 2000; il Ministero dell’Istruzione ne ha spedito 300 e 100 in proprio D. E. l’on. Pullè.

***

Corre insistente la voce che il monte di Purga si sia, in seguito al terremoto, deformato ed abbassato.

Un fenomeno però, che non è una semplice voce, ma un fatto è il seguente:

Un tale che ha una casa nella collina di fronte a Velo, ci narra che prima del terremoto dalle finestra di casa sua vedeva soltanto la punta del campanile di Velo la chiesa ed il piazzale essendo nascosti da una piccola collina intermedia.

Ebbene, da dopo il terremoto egli, a stare in casa, vede benissimo l’intiera Chiesa ed il piazzale.

Questo fenomeno ha impressionato moltissimo la popolazione e merita di essere studiato dagli scienziati.

***

Nell’elenco dato ieri dei componenti il Comitato Centrale di Verona, furono ommessi i nomi del Conte Alberto di Sarego, del cav. Avvocato Luigi Dorigo, deputato provinciale, del dott. prof. Roberto Massalongo, assessore del Comune.

***

Il Comitato di Tregnago ha ricevuto dall’Istituto Tecnico nostro, allievi e professori, lire 81, dal Resto del Carlino di Bologna 100, da N.N. 50, da Cazzola Anacleto 100.

***

Sappiamo che si sta organizzando una attraentissimo divertimento da darsi in una di queste prossime sere nel giardino – birraria dell’egregio sig. Teodoro Maas a favore dei danneggiato dal terremoto.

Indicheremo ai nostri lettori il giorno che verrà scelto e quale sarà il programma del divertimento.

Da Mezzane di Sotto

Ci scrivono in data 13:

Le continue scosse di terremoto, sebbene leggere, aumentano i danni arrecati dalle scosse del 7 e dell’11 corrente.

Ben 23 case furono dichiarate inabitabili, sei fabbricati rusticali resi inservibili, senza contrare i danni più o meno interessanti che vanno continuamente manifestandosi in quasi tutte le abitazioni.

La popolazione è tuttora allarmata, ma ciò che solleva gli animi profondamente abbattuti è che ognuno si presta a soccorrere a vicenda i più gravemente colpiti, sempre guidati da questo Sig. Sindaco, che fino dal primo giorno del disastro, seguito dall’Ingegnere Com. e da persone dell’arte corre di casa in casa per provvedere ai bisogni e portando il conforto della sua voce.

Fino dal 7 corr. L’ill.mo Sig Prefetto viene giornalmente da questo Sindaco informato dello stato delle cose.

Urbano Trevisani

Seg. Comunale

***

In data del 13 lo stesso segretario Comunale signor Trevisani, ci scrive:

La popolazione è tuttore spaventata stante il continuo verificarsi di nuovi danni e maggiori pericoli.

Il Sign. Sindaco, sempre sul luogo del disastro, provvede con alacrità a far puntellare o demolire le case segnate dall’Ingegnere comunale, ed a ricoverare le famiglie senza tetto.

Da giorni abbiamo a disposizione del Signor Sindaco due Reali Carabinieri, che con lodevole zelo assistono all’esecuzione degli ordini del medesimo.

Speriamo che con cessare dei pericoli rientri la calma in questi abitanti.

Da Castagnè

Ci scrivono in data 15 giugno:

Egregio sig, Direttore!

Iersera a tarda ora l’ill.mo sig. Prefetto della provincia, reduce da una gita sulle montagne, fece una capatina a questa frazione, visitando due soli dei tanti fabbricato crollati a causa del terremoto ormai famoso; malgrado l’ora quasi notturna gli abbia impedito di proseguire nella sua visita Egli rimase profondamente colpito dalla gravità eccezionale del disastro, e lasciò nelle mani dell’assessore Foresti L. 200, pei danneggiati di Castagnè, promettendo ulteriori soccorsi.

Nel mentre si rendono le più vive e sentite azioni di grazie all’eminente magistrato, che tanto contribuì colla sua presenza, a rialzare il morale della popolazione di Castagnè, si raccomanda questo povero villaggio alla equanimità del solerte Comitato provicniale di Verona.

Parrebbe poi cosa opportuna che per la distribuzione dei sussidi ai danneggiati di Castagnè si dovesse costituire un Comitato di persone addatte di Castagnè, il quale sotto la presidenza del Sindaco avesse ad erogare le somme tutte fra i più bisognosi e a provocare disposizioni a riguardo della proprietà danneggiata.

Ringraziandola dell’ospitalità la riverisco distintamente.

Devotiss.

Mario Vinco.

L’influenza dell’eclissi sui terremoti

Il prof. Rodolfo Falb, già noto ai nostri lettori, scrive da Berlino ad un giornale viennese:

La catastrofe del terremoto che nella notte del 7 giugno ebbe luogo nell’Alta Italia, immediatamente dopo l’eclissi solare, aveva il suo punto di partenza nei dintorni di Grezzana, un miglio geografico (?) al nord di Verona, nel confine immediato della conformazione geologica dove i diversi strati calcarei e i terreni plutonici delle Alpi si confondono col piano lombardo.

L’epoca dell’avvenimento concorda nuovamente con la teoria delle alte maree lunisolari secondo la quale, come avvenne appunto ora, sono da attendersi dei forti terremoti. Infatti dal terremoto della Riviera (che si verificò precisamente il 23 febbraio, 1887 giorno dell’eclissi solare) non si ebbe a segnalarne uno così forte come quello del Veneto.

Questa coincidenza di terremoti con le eclissi, che condusse lo scrivente nel 1888 alla scoperta della sua Teoria, è, come rilevò più tardi, già accennata da Aristotile nella sua Meteorologia.

Secondo le probabilità matematiche bastano anche i fenomeni sismici degli anni 1886, 1887, 1889, 1890 e 1891 per legittimare coi fatti questa coincidenza.

VENIAMO IN SOCCORSO di TREGNAGO E BADIA

E Comuni finittimi

E’ inutile ormai ogni fervorino per incitare il pubblico a venire in soccorso dei colpiti dal terremoto del sette.

I paesi di Badia Calavena e di Tregnago, di Selva, di Vestena, ecc., si possono dire per tre quarti distrutti: la popolazione attende l’obolo dei generosi.

Lista di ieriL. 2555.15
Offerte d’oggi:           
Ditta Bozzi Fratelli10.00
Da Sambonifacio da persona che vuole serbare lincognito5.00
Carlotti march. Luigi (Montebello)50.00
Ab. Giovanni Baselga10.00
Comm. Giualtiero Danieli, deputato 2° offerta (1)75.00
Società Risveglio Agenti Salumieri (2)25.00
Augusto Failoni10.00
Marani Antonio5.00
Poggi Luigi100.00
Signore Poggi80.00
La famiglia Tommasi fu Tommaso100.00
Davico nob. Gio. Batta e consorte5.00
Carlo e Adele Danieli20.00
Famiglia Erbisti30.00
Fratelli Giordani10.00
M. Camerini20.00
Rag. U. Basilea5.00
Lodovico Sartori (Ancona)4.00
Fratelli Alessandri100.00
Ing. Giuseppe Monga, per la Società delle Acque100.00
Clotilde e Dr, Riccardo Goldschmidt30.00
Bisighin G. B.10.00
Alcune alunne delle Scuole Comunali Montanari offrono spontaneamente per mezzo della maestra7.80
TotaleL. 3366.95

(1) Per errose s’era stampata l’offerta dell’onor. Danieli in L. 25 l’altro ieri. Si doveva dire 100. Oggi rimediamo inserendo come seconda offerta di L. 75 il compeltamento della somma.

(2) Oggi riunitosi in sefuta straordinaria, su proposta della sottoscritta Presidenza, deliberò ad unanimità di erogare a favore dei danneggiati dal terremoto di Tregnago e paesi limitrofi L. 25, benchè sia tenue la somma; essa avrebbe desiderato fare di puù, ma stante i limitati mezzi finanziarii di cui può disporre codesta Società a malincuore con le permise concorrere con maggiore somma.

Augurandosi che le altre Società Consorelle possano elargire maggior somma onde allenire i nostri fratelli colpiti da tanta sventura, passo a rassegnarle la mia più alta stima e considerazione.

Verona, 14 giugno 1891

Per la Presidenza

Il Segr. E. Venturini

Parte 17: (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2021/08/14/terremoto-1891-quotidiano-arena-diciassettesima-parte-13-14-giugno-1891/)

parte 16: (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2020/05/31/terremoto-1891-quotidiano-arena-sedicesima-parte/)

GIULIO REDAELLI “Tempo Sospeso”

GIULIO REDAELLI “Tempo Sospeso”

GIULIO REDAELLI “Tempo Sospeso”

AUTOPRODUZIONE. CD, 2022.

di alessandro nobis

Giulio Redaelli, fine chitarrista fingerpicking, fa parte dell’Associazione Zonacustica il che tradotto in semplici parole significa grandi e piccoli significativi festival, altrettanto significative rassegne, club dove le persone sono davvero interessate alla musica che viene suonata sul palco, seminari, session informali il tutto con il comune denominatore lo stile “fingerpicking” con qualche rara intrusione di qualche “flatpicker” e questo “Tempo sospeso” è il suo quarto album dopo “Connemara” del 2008, “Aquiloni” del 2013 e il suo disco d’esordio “Blue-Eyed Duckling” del 2001, tutti autoprodotti.

Senza entrare nei tecnicismi esecutivi per i quali rimando ad altri con più competenze di me, questo è a mio modesto avviso davvero un bel lavoro che conferma il progetto musicale del chitarrista lecchese, ovvero composizione di nuovi brani a fianco di riletture di brani di altri autori, riletture mai troppo calligrafiche con arrangiamenti interessanti per le appropriate scelte timbriche degli strumenti che affiancano in modo discreto ma molto efficace la raffinata e precisa chitarra di Redaelli. A cominciare dal classico del texano Jerry Jeff Walker interpretato anche dalla Nitty Gritty Dirt Band, ovvero “Mr. Bojangles“: qui la scelta è stata quella di accompagnare la voce equilibrata, l’armonica e la chitarra con il calibrato Hammond di Marco Maggi ed il supporto del contrabbasso di Luciano Montanelli e quel che ne risulta è una rilettura intelligente che rispetta l’originale abbandonando gli accenti della country music a favore di un folk intimista e riflessivo che narra la storia di un diseredato conosciuto da J. J. Walker in carcere. “Sheebeg and Sheemore“, quasi un passaggio obbligato per i chitarristi, è uno standard del folk irlandese attribuito all’arpista Turlogh O’Carolan e Redaelli la esegue in completa solitudine in modo impeccabile; tra i brani originali “Foglie nel vento“, le slow air “Colori d’autunno” con la viola di Socrate Verona, l’aria danzante “Foglie al Vento” eseguita in solo e “Forse” con la fisa di Maggi son quelli che tengo a segnalare.

In realtà tutto il disco è estremamente piacevole, agli appassionati chitarra e della buona musica in generale lo consiglio caldamente come consiglio di contattare Giulio Redaelli per l’acquisto e per conoscere le date delle sue performance.

http://www.giulioredaelli.com

LIVIO BARTOLO VARIABLE UNIT “Star From Scratch”

LIVIO BARTOLO VARIABLE UNIT “Star From Scratch”

LIVIO BARTOLO VARIABLE UNIT “Star From Scratch”

Dodicilune Dischi. CD, 2022

di alessandro nobis

A leggerla prima dell’ascolto, la dotta presentazione di Davide Ielmini che accompagna la pubblicazione di questo “Star From Scratch” del compositore · chitarrista Lino Bartolo e della sua Variable Unit, potrebbe quasi intimorire un semplice ascoltatore come chi scrive ma se questa viene letta dopo numerosi ascolti la sua complessità si dipana, come del resto la musica di questi cinque movimenti che costituiscono questo lavoro. Sia chiaro, sono composizioni che necessitano di una grande attenzione per scoprirne i segreti o meglio ancora i dettagli; si gravita nell’ambito della musica contemporanea “sensu strictu” che tanto ha influenzato Bartolo sia durante i suoi studi che nel suo percorso artistico durante il quale, se consideriamo la sua giovane età non deve essere stato così lungo, ha intelligentemente saputo cogliere le lezioni di Shoenberg e Stockhausen come di Threadgill, Minton e Rypdal, linguaggi diversi ma che qui sono mutuati dal talento e dalle idee del compositore. Rigoroso radicalismo mi verrebbe da dire, nel quale le soluzioni timbriche giocano un ruolo fondamentale per colorare sia i momenti “obbligati” che quelli più “liberi”, ed i cinque compagni di viaggio ovvero Anais Drago al violino, Francesca Remigi alla batteria, Andrea Campanella ai clarinetti, Aldo Davide Di Caterino ai flauti e Pietro Corbascio alla tromba sono tra loro complementari e totalmente coinvolti nell’assecondare ed arricchire le idee di Bartolo: gli accordi di chitarra, gli archi e quindi la batteria nell’incipit del movimento conclusivo “Ending“, il clarinetto, il flauto e la batteria che danno il via al suggestivo quarto movimento “Scherzo” o ancora il lungo brano di apertura “Start” (significativi il dialogo chitarra · violino intorno al minuto quattro ed il solo di chitarra sul finire) che già al primo ascolto dà al fruitore le coordinate sulle quali si muove questo interessante progetto, secondo capitolo per la Dodicilune dopo “Don’t Beat a Dead Horse” del 2020. Decisamente da ascoltare e riascoltare ….. poi mi saprete dire.