DEL PIANO · OLIVIERI · MAZZA · MARINI “Double 3”
CALIGOLA RECORDS. CD, 2022
Nel 2022 la casa discografica Caligola ha pubblicato queste registrazioni risalenti al maggio dell’anno precedente che vedono coinvolti il bassista Roberto Del Piano, il batterista Alberto Olivieri e due sassofonisti, l’altoista Cristina Mazza ed il baritonista Bruno Marini: fin qui niente di strano senonchè la particolarità di queste incisioni sta nella loro costruzione, ovvero una sezione ritmica, affidabile ed affiatata · Olivieri e Del Piano · che lungo tutta la durata del disco dà il suo sostanziale e creativo contributo alternativamente a Cristina Mazza e a Bruno Marini. Un “Double 3” appunto, che disegna in modo chiaro a mio modesto parere gli stili dei due sassofonisti, il primo molto legato al linguaggio free ed in particolare alla lezione di Ornette Coleman, il secondo più vicino al jazz “maistream”; tutte · o quasi · le tracce si fondano su elementi prima abbozzati ed in seguito sviluppati con grande libertà in una “take” durante la session del 19 maggio nello studio veronese Brazz di Alberto Olivieri. Creazioni spontanee ma interne ai diversi idiomi utilizzati mi verrebbe da dire, “improvvisazione idiomatica” la definisce Derek Bailey. Il “quasi” citato prima si riferisce alla rilettura di “Beauty is a Rare Thing” di Ornette Coleman, un brano, una ballad scritta ed incisa nel 1961 che il sax di Cristina Mazza riporta ai nostri giorni con una versione intensa e rispettosa arricchita da due bei soli di basso elettrico; e a proposito dei brani dove il sax è quello dell’altoista, è obbligo citare “Forgotten Names” per la sua espressiva performance vocale dedicata alle vittime dimenticate di ogni tipo di violenza, un’improvvisazione che personalmente mi ha ricordato a tratti i canti propiziatori dei nativi americani, è questo il brano che preferisco tra i quattro di questo “Double 3” che vedono coinvolta Cristina Mazza.
Bruno Marini è il solista delle rimanenti cinque tracce; notevole mi pare “Endemic” con l’apertura affidata al delicato drumming di Olivieri per poi dipanarsi in un lungo assolo interrotto solamente da un efficace intervento del basso elettrico, ma mi permetto di sottolineare altri due brani che ritengo significativi, ovvero “Flute and Cats” dove il multistrumentista imbraccia il flauto traverso · che se non ricordo male è uno dei suoi primi amori musicali · con grande autorevolezza e sensibilità · e qui ciascuno potrà trovare i suoi riferimenti peraltro a mio avviso evidenti con i grandi flautisti del passato · e “Sunset Enigma“, splendida ballad composta da Marini ed eseguita al pianoforte, un Marini pianista che sorprenderà molti appassionati di jazz per il suo tocco essenziale e gradevolissimo sulla tastiera.
Un bel disco davvero disco che mi sento di consigliare a tutti gli appassionati, considerato che la sua reperibilità è tutto sommato facilee ed anche per il prezzo di fascia media, cosa che non guasta mai di questi tempi.