ESTER FORMOSA & ELVA LUTZA “Cancionero”
Tronos Records, Distr. Felmay. CD 2018
di Alessandro Nobis
Chi ancora pensa che le tradizioni della Sardegna siano immutabili nel tempo, con questo bel lavoro di Ester Formosa e del duo Elva Lutza subisce un colpo decisivo alle sue convinzioni. In realtà sono parecchi i musicisti che partendo dalla memoria hanno saputo e sanno ancora percorrere sentieri che li fanno apprezzare in molte parti del mondo. Il geniale Paolo Angeli, per fare un esempio, e tra gli altri spiccano appunto Nico Casu (trombettista e cantante) e Gianluca Dessì (plettri) che in collaborazione con la cantante catalana Ester Formosa hanno confezionato questo prezioso lavoro, “Cancionero” che segue il pregevole “Amada” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2016/02/11/elva-lutza-renat-sette-amada/) nato da una collaborazione con Renat Sette.
“Canzoniere” appunto, una splendida raccolta di canti, eterogenea nella provenienza ma resa omogenea dai brillanti arrangiamenti studiati per ogni singolo brano; canzoni di nuova composizione (“A Su Tramuntu” e “Curucutxu”) scritte da Nico Casu, la prima impreziosita dall’organetto del pistoiese Riccardo Tesi e la seconda dai fiati di Dante Casu (clarinetto), Giovanni Becciu (basso tuba) e Michele Garofalo (corno), brani della tradizione sefardita (“Esta Muntanya D’Enfrente”) e catalana come la copla di inizio Novecento “La Violetera” di Josè Padella), brani d’autore rivisitati tra i quali segnalo “Menica, Menica” di Bruno Lauzi con l’inaspettata quanto gradevolissima citazione coltraniana di “My Favourite Things”, brano che a mio avviso si può considerare paradigmatico del lavoro di Elva Lutza e “Lune” scritta a quattro mani da Carlo Muratori e Tesi (all’organetto), brani di tradizione “altra” come l’originale arrangiamento della messicana “Cielito Lindo” – ma appartenente alla copla catalana, genere poetico particolarmente in voga nel periodo anteguerra – dove i “nostri” intelligentemente offrono una versione lontana mille miglia dalle versioni “da cartolina”.
Un lavoro direi notevolissimo e quindi pienamente convincente, dove l’espressiva voce di Ester Formosa crea una magìa alchemica con il duo Elva Lutza: aria fresca per le nostre orecchie.
E, ancora una volta, “mi sia consentito” sottolineare come il disco “Veranda” di Tesi e Patrick Vaillant sia ancora (dal 1990) la “stella polare” per questa musica, tra innovazione e tradizione. Onestamente e gagliardamente da non – musicista, pi permetto di dire che sì, ci avevo visto giusto.