Johnny Doran, Traveller Piper (1908 – 1950)
di Alessandro Nobis
Johnny Doran è da sempre accreditato come uno dei più grandi suonatori di uilleann pipes; la sua influenza sulle generazioni successive fu davvero forte, incalcolabile soprattutto se consideriamo che di lui non esiste alcuna registrazione fatta per fini commerciali. Tuttavia la sua abilità ed il suo amore sviscerato per la tradizione irlandese divennero comunque leggendarie facendo di lui una sorta di icona della musica irlandese. Mi chiedo però assieme all’autorevole John McSherry(2)come mai, avendo frequentato colleghi che lo veneravano come Seamus Ennis o Willie Clancy più legati di alle istituzioni governative e probabilmente anche alle case discografiche, non gli siano state organizzate più sessions di registrazioni e non siano mai stati immessi sul mercato irlandese, britannico o americano 78giri contenenti la sua straordinaria musica. Ancora oggi è considerato il punto di passaggio tra le antiche tradizioni e le nuove generazioni di pipers, alcuni dei quali discendenti di “Irish Travellers”, come Paddy Keenan e Finbad Furey. Voglio raccontarvi la sua storia, cercando nel mio piccolo un contributo a ravvivare il fuoco della leggenda di Johnny Doran.
Aveva deciso di passare quel freddo inverno tra il ’47 ed il ‘48 con i suoi figli nel suo caravan parcheggiato in un terreno abbandonato dalle parti di Christchurch, a Dublino vicino alla casa dei genitori: quel 30 gennaio si trovava vicino al caravan, probabilmente era appena ritornato dalle vie più frequentate intorno a O’Connell Street dove solitamente suonava e si guadagnava da vivere; pare si stesse slacciando le scarpe fuori dal caravan quando a causa di fortissime folate di vento il muro di mattoni adiacente crollò colpendolo in pieno causandogli lesioni alla testa, allo stomaco ed alla colonna vertebrale, un giorno che segnò profondamente la sua vita. Una lesione malamente curata che lo portò alla morte nel giro di due anni ad Athy, nel Kildare. Così alla fine di tanto girovagare, alla nativa Newton tra le colline della Contea di Wicklow ci fece ritorno Johnny Doran, qualche giorno dopo la sua morte che lo colse davvero troppo presto il 19 gennaio del 1950, a soli quarantadue anni.
Aveva iniziato a suonare la cornamusa irlandese imparando i primi rudimenti dal padre John, nipote di John Cash della Contea di Wexford (1832 – 1906) considerato a ragione il patriarca delle famiglie Cash e Doran: passò la sua vita girovagando con la famiglia di contea in contea mantenendosi poi da adulto suonando alle fiere, alle corse di cavalli, partite di pallone ed altri eventi pubblici. Era un tipo tranquillo Mr. Doran: qualche sigaretta, qualche moderata bevuta, sempre gentile con chi lo incontrava e a parte la musica sembrava non avesse altri interesse se non accudire ai suoi due cavalli e cacciare qualche coniglio selvatico con il suo schioppo. Le figlie lo descrivono sempre sorridente, con dita lunghe e sottili ideali per suonare le pipes, quasi un’eredità genetica di famiglia e quando suonava in pubblico – cioè quasi sempre – era vestito in modo ben curato per rispetto di chi ascoltava e per riceverne altrettanto e come gran parte degli “Irish Travellers” aveva molta cura della sua famiglia ed era un fervente cattolico.
Ecco, le vicende degli Irish Travellers sono poco note soprattutto a noi appassionati di musica irlandese del “continente”, ma in realtà ebbero una notevole influenza sulla musica tradizionale, soprattutto per quello che concerne i repertori per uilleann pipes e violino; erano, e lo sono tuttora anche se in misura minore un gruppo socialmente coeso inserito da secoli nella società irlandese con una propria cultura, lingua, tradizione, stile di vita (nomade appunto) peculiari e differenti dalla cultura degli irlandesi, diciamo così “stanziali”. Molti conoscono la Bothy Band o i Fureys Brothers, pochi sanno che anche i piper Paddy Keenan (racconta Seamus Ennis che quando sentiva suonare Keenan gli ritornava in mente Doran(2)) e Finbar Furey appartengono a due famiglie di Irish Travellers come Johnny e Felix Doran, i “Dorans”, che ebbero una profonda influenza sui pipers delle generazioni successive come Davey Spillane che sempre ha fatto riferimento a Doran al quale nel suo “Atlantic Bridge” del 1987 dedica un brano (“Tribute to Johnny Doran” eseguito in “solo”.
La carriera di J.D. si svolse soprattutto tra gli anni Venti e gli anni Quaranta, anni di profonda trasformazione della società irlandese: la nascita della Repubblica d’Irlanda, la grande depressione, l’emigrazione, la crisi economica dovuta alla Guerra Mondiale, difficoltà che si ripercossero in modo pesante sulla comunità degli Irish Travellers. Chi ebbe la fortuna di ascoltarlo descrive la sua musica come la perfetta descrizione della sua vita, tra gioie tristezze e difficoltà, tra sfrenate jigs, reels, hornpipes e tristi slow-tunes; suonava stando in piedi secondo il vecchio stile, dicono che un irlandese potesse – e grazie alle registrazioni può ancora godere di questo privilegio – distinguere chiudendo gli occhi i fiumi, i loughs, la dolcezza e la forza del mare, la brughiera, il dolce profumo ed il calore della torba, il calore umano dei pubs.
Tra quelli che ebbero la fortuna di conoscerlo ci fu anche un’altra leggenda dei pipers irlandesi, Willie Clancy. Durante un periodo di sosta in località non precisata della contea di Clare, uno dei primi a visitare l’accampamento dei Dorans ed il caravan di Johnny furono appunto Clancy con un suo amico, Martin Talty. Si erano già incontrati qualche anno prima a Miltodown Malbay, dove Johnny suonava all’interno di un negozio, visto il tempo dannatamente inclemente. Assieme decisero di andare a suonare alle corse di cavalli a Kilkee e Kilrush, e pare che mentre Doran suonava Clancy danzasse mentre Talty passava tra la gente a raccogliere monete. Forse è leggenda pura, forse no; molti dei ricordi della vita di Doran sono stati riportati dalle figlie Eileen e Nan, e sapete come vanno le cose ….. No, mi piace immaginare la scena di Doran e Clancy, è certamente vera.
Come in molti altri casi di musicisti di inizio Novecento che ci hanno lasciato sparute registrazioni (qualcuno addirittura nessuna) per i più svariati motivi (morte improvvisa, carcerazioni, distruzione dei 78 giri, incendi degli archivi), anche Johnny Doran ci ha lasciato come dicevo in apertura davvero poco. Fortunatamente John Kelly, violinista amico di famiglia ebbe la brillante idea di contattare Kevin Danaher dell’Irish Folklore Commitee che gli organizzò una seduta di registrazione su dischi di acetato nel novembre del ’47: così racconta Kevin Danaher a John McSherry(2): “era il tardo pomeriggio di un sabato, all’Earlsfort Terrace del’University College, a Dublino, avevamo a diposizione due o tre stanze per le registrazioni. Doran arrivò con una sacca sotto il braccio, dopo i convenevoli di rito si mise ad accordare lo strumento e iniziò a suonare.”“Registrò in tutto 19 brani in 9 sets, tre dei quali ripetuti, quindi ne risultarono 9 dischi di acetato”, ricorda John Kelly che si unì a Doran per il set Tarbolton/The Fermoy Lasses. “Venne pagato con una sterlina che ai quei tempi era una discreta somma. Alla fine Johnny Doran promise di ritornare per un’altra session di registrazione”.
Questo preziosissimo materiale non venne mai pubblicato fino a quando il Comhairle Bhéaloideas Éireann immise sul mercato una audiocassetta(4), “The Bunch of Keys: the Complete Recordings of Johnny Doran”, successivamente pubblicata in CD come primo volume della serie “The Masters Piper”.
In una sola session Johnny Doran diede uno scossone, un forte segno di rinnovamento alla tradizione musicale irlandese mostrando tutta le potenzialità espressive e tecniche delle uilleann pipes.
Questi i 9 sets registrati:
- Coppers and Brass/The Rambling Pitchfork/The Steampacket (Jigs/Reel)
2. The Bunch of Keys/Rakish Paddy/The Bunch of Keys (Reels)
3. Tarbolton/The Fermoy Lasses (Reels) (With John Kelly)
4. An Chúileann (Air)
5. Sliabh na mBan (Air)
6. Colonel Fraser/My Love Is In America/Rakish Paddy (Reels)
7. The Sweep’s/The Harvest Home/The High Level/The Harvest Home (Hornpipes)
8. The Job of Journeywork (Set Dance)
9. The Blackbird (Set Dance)
10.The Sweep’s/The Harvest Home/The High Level/The Harvest Home (Hornpipes)
Gli piacque molto registrare la sua musica e probabilmente anche riascoltarla per la prima volta, tant’è che venne programmata un’altra seduta, ma il destino lo colpì quel tragico 30 gennaio del 1948 rendendolo infermo per sempre.
FONTI BIBLIOGRAFICHE:
(1)Fegan , Tommy & O’Connell, Oliver. Irish Traveller and Irish Traditional Music. MPO Productions, 2011,
(2)Harper, Colin. & McSherry, John. The Wheels of the World. 300 Years of Irish Uilleann Pipes. Jawbone Press, 2015.
(3)Vallely, Fintan. Companion to Irish Traditional Music. Seconda Edizione. Cork University Press, 2011.
FONTI AUDIO:
(4)Doran, Johnny. The Bunch of Keys: The Complete Recordings. Audiocassetta, Irish Folklore Commitee, 1988.