ANDY IRVINE E LA “BALKAN CONNECTION”
di alessandro nobis
Molti appassionati di musica popolare – tra i quali chi scrive – hanno scoperto i ritmi ed i suoni balcanici grazie all’ascolto della musica tradizionale irlandese (e già questo è incredibile, ma solo in apparenza), in particolare consumando letteralmente i dischi del gruppo cardine del folk revival, i Planxty di Christy Moore, Donal Lunny, Liam O’Flynn, Matt Molloy e di Andy Irvine (e Johnny Monyhan). In particolare Andy irvine, londinese di nascita ma con padre scozzese e madre irlandese, ebbe il merito di introdurre la musica dei Balcani che vennero poi arrangiate in modo sublime ed inserite alla perfezione in alcune tra le più significative incisioni del gruppo.
Tutto ebbe inizio nel fatidico 1968, quando finita l’esperienza con gli Sweeneys Men, Irvine e consorte partirono per un viaggio nella penisola balcanica, Yugoslavia, Romania e Bulgaria. Narrò nel ‘92 lo stesso Irvine al giornalista Colin Irwin di avere scoperto quei suoni mentre, facendo l’autostop nella Yugoslavia del Maresciallo Tito, fu raccolto da un camionista che ascoltava musica balcanica: fu una vera folgorazione e da quel giorno ogni occasione fu buona per acquistare ed ascoltare i vinili o le cassette di quel ricchissimo repertorio di musiche che accompagnavano le danze popolari e le ballate. Prive inoltre acquistò un bozouky, probabilmente in Macedonia, e lo regalò all’amico Donal Lunny che lo modificò montando corde accoppiate che avrebbero dovuto suonare all’unisono rispetto alle originali usate in Macedonia accordate invece su ottave diverse. Ritornato in Irlanda, Irvine riascoltò lungamente il materiale acquistato riuscendo ad entrare in sintonia con quei ritmi dispari così diversi da quelli irlandesi e partire da “The Well Below The Valley” iniziò a proporre quelle musiche arrangiandole così mirabilmente da affascinare i fans della prima ora (e della seconda, e della terza ….) dei Planxty, inserendo il bellissimo suono del bozouky “irlandese” suonato da Lunny.. “Questa musica mi prese all’amo, e non mi lasciò ma più”.
Dopo qualche anno incontrerà Nikola Parov, polistrumentista bulgaro trapiantato a Budapest e leader di quello straordinario gruppo che furono gli Zsaratnok, e parti il progetto Mozaik.
Credo infine che Irvine abbia lasciato un’eredità importante e che abbia dato l’impulso alla scoperta irlandese della musica balcanica: non credo di sbagliare di molto se dico che gli inviti al quintetto di Theodosii Spassov, ad Ivan Georgev, Georgi Makris e Stefce Stojkowsky fatti dal prestigioso William Kennedy Piping Festival di Armagh, Ulster, siano in piccola parte di questo straordinario musicista tuttora in piena attività.
Ho creduto opportuno scrivere queste righe su di un aspetto poco considerato del folk revival irlandese e di compilare un elenco, secondo le mie possibilità, dei brani tradizionali balcanici e delle ballate scritte da Irvine sulla sua esperienza di viaggio in Europa Orientale incisi con i Planxty, nei suoi album solistici e con i Mozaik.
PLANXTY:
“THE WELL BELOW THE VALLEY”, 1973. Polydor Records: “Time Will Cure me” (autobiografica).
“COLD BLOW AND THE RAINY NIGHT”, 1974. Polydor records: “Băneasă’s Green Glade”/”Mominsko Horo”.
“AFTER THE BREAK”, 1979. Tara Records”Smeceno Horo” (Bulgarian dance).
“LIVE IN BREMEN”, 1979 pubblicato 2018. “Smeceno Horo”. Radio Bremen Records.
ANDY IRVINE:
“ANDY IRVINE AND PAUL BRADY”, 1976. Mulligan Records “Autumn Gold” (autobiografica).
“RAINY SUNDAYS ,,,, WINDY DREAMS”, 1980. Tara Records. “Romanian Song”, “Paidushko Horo” e “Rainy Sundays” (autobiografica).
“EAST WIND”, 1992, Tara Records
“Chetvorno Horo”.
“The Bear’s Rock”
“Dance of Suleiman”
“Illyrian Dawn”
“Pride of Macedonia”
“Antice”
“Two Steps to the Bar”
“Kadana”
“Hard on the Heels”
“RAIN ON THE ROOF”, 1996. Autoproduzione “Gruncharsko Horo”/”Baker’s Dozen”.
“BIRTHDAY CONCERT”, 2014. Autoproduzione “Suleman’s Kopanitsa” e “Romanian Horă”.
MOZAIK:
“LIVE FROM THE POWERHOUSE”, 2004. Compass Records
“Suleman’s Kopanitsa”
“Romanian Horă”
“Băneasă’s Green Glade”
“Smeceno Horo”
“THE LONG AND THE SHORT OF IT”, 2019. Autoproduzione Mozaik.
“Like a soft Breeze” (Laphatiotis / Pappos)
“Gymes”
“The Song of the Nightingale” (Trad. Tracia)
“Neratzoula” (canzone, Peloponneso)