SUCCEDE A VERONA: RASSEGNA (IN)VISIBILI IN JAZZ

SUCCEDE A VERONA: RASSEGNA (IN)VISIBILI IN JAZZ

SUCCEDE A VERONA · RASSEGNA (IN)VISIBILI IN JAZZ ·

Esotericproaudio Theater

Villafranca di Verona, 7 ottobre · 18 novembre

di alessandro nobis

In effetti tutti noi, organizzatori compresi, la notizia che Evan Parker avesse rinunciato al pur breve giro di concerti italiani per motivi strettamente personali non l’avevamo presa bene tanta era l’attesa che si era creata, come si dice, “nell’ambiente”. Poteva essere un super gustoso antipasto del progetto al quale Mirko Marogna dell’Esotericproaudio Theater e Roberto Zorzi (lo voglio ricordare solo come uno dei direttori artistici di Verona Jazz nelle sue migliori edizioni, parlo di quelle di metà anni ottanta, qualcuno si ricorderà senz’altro) stavano lavorando e che avevano cripticamente annunciato al concerto di Elliot Sharp.

Va bene, Evan Parker non è venuto (verrà mai?) ma il progetto dei due si è concretizzato in una bella rassegna dedicata soprattutto a musicisti che come si evince dal titolo vuole dar giusto spazio agli “(In)visibili del jazz” con un doverosa attenzione ai musicisti dell’area veronese; certo, c’è del sottile sarcasmo nel titolo ma è pur vero che moltissimi jazzisti – e bluesmen, come vedremo – hanno storicamente poco spazio nei grandi festival che si tengono nel belpaese. Un vero peccato perchè mai come in questi anni in Italia i musicisti con proposte interessanti sono aumentati notevolmente di numero ma direi in modo inversamente proporzionale alle occasioni per suonare diciamo così a condizioni almeno “dignitose” sia in termini economici che di “location” e quindi personalmente considero questa rassegna come una “manna dal cielo” sia per gli appassionati che per i musicisti.

Quattro appuntamenti (doppi appuntamenti in realtà, il primo dedicato al jazz ed il secondo al blues · e dintorni ·) da venerdì 7 ottobre a venerdì 18 novembre presso l’Esotericproaudio Theater di Villafranca, vicino al Castello Scaligero, con ingresso riservato ai Soci ed anche ai nuovi Soci (quindi a tutti, praticamente) con una quota di partecipazione di € 15,00 fondamentale per poter sostenere il progetto.

Ecco il programma nel dettaglio

Venerdì 7 ottobre:

La1919:

Piero Chianura · tastiere

Luciano Margorani · chitarra

special guests:

Luca Crispino · basso

Luca Pighi · batteria

·

TONY LONGHEU’S BLUES BEYOND

Tony Longheu · chitarra, dobro, voce

Sabato 22 ottobre:

MOOD ELLINGTON:

Nelide Bandello · batteria

Paolo Bacchetta · chitarra

Giacomo Papetti · basso

·

PASETTO/BENINI/MELLA/DIENI

Marco Pasetto · clarinetto basso

Stefano Benini · flauto basso, flauto, digeridoo

Aldo Mella · contrabbasso

Pino Dieni · chitarra, fx

Venerdì 4 novembre:

MAZZA/DEL PIANO/ MAYES/PAGLIACCIA

Cristina Mazza · sax alto

Roberto Del Piano · basso

Martin Mayes · corno francese, corno delle Alpi, conchiglie

Gioele Pagliaccia · batteria, percussioni

·

LODATI/ SANNA

Claudio Lodati · chitarra

Eugenio Sanna · chitarra

Venerdì 18 novembre

FREEPHONIC

Benny Weiss Levi · sax tenore

Bert Den Hoed · tastiere

Han Van Hulzen · batteria, percussioni

·

HENDRIX ROAD

Enrico Merlin · chitarra, fx

Boris Savoldelli · voce, fz

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OPEN PAPYRUS JAZZ FESTIVAL 2022

OPEN PAPYRUS JAZZ FESTIVAL 2022

OPEN PAPYRUS JAZZ FESTIVAL 2022 “Parole di Jazz”

14 · 15 · 16 · 17 · 18 SETTEMBRE, IVREA

di alessandro nobis

E con questa sono ben quarantadue le edizioni dell'”Open Papyrus Jazz Festival” di Ivrea. Un bel traguardo non c’è che dire soprattutto perchè negli anni la direzione artistica ha saputo conciliare la qualità e la varietà delle proposte ottimizzando un budget che non sarà senz’altro quello dei più quotati festival jazz nostrani (anche se spesso in molto casi si tratta di poco jazz e molto altro): cinque giornate dedicate alla musica, un Festival che rispecchia alla perfezione quello che un Festival dovrebbe essere, musica suonata e danzata, differenziazione dei luoghi degli eventi che coinvolgono Ivrea e le sue strade e infine presentazione di libri. Eventi gratuiti per avvicinare appassionati e non al jazz, e solamente due con un biglietto d’ingresso, ovvero quelli di più “richiamo”: il “Patrizio Fariselli Area Open Project · facile immaginare il contenuto del concerto · e l'”Enrico Rava Edizione Speciale“.

Ma come detto non sono certo due nomi, anche se di spessore, che fanno un festival, ma tutto il resto del gustoso e dell’alto valore di questa edizione 2022 del Festival: personalmente non mi perderei la presentazione dei CD “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” e”Woland” con i protagonisti dei due lavori, Eloisa Manera, Emanuele Sartoris, Massimo Barbiero e il cornista Martin Mayes (venerdì 16 in Sala Santa Marta, h 19:00), il concerto del Deval Quartet con le due chitarre di Maurizio Brunod e Loris Deval, la voce di Sabrina Oggero e la tromba di Tiziano Codoro (sabato 18, Sala Santa Marta h 18:00) e ancora le coreografie create sulle musiche del recente lavoro “In Hora Mortis” per sole percussioni di Massimo Barbiero (domenica 18, al Museo Garda, h. 18:00).

Ma una visita accurata alla mostra di fotografie di Roberto Cifarelli ed alla mostra collettiva “Musica senza confini” non me la farei mancare, poi Ivrea è città da vedere ed grazie al festival anche da vivere e certamente vanno fatti i complimenti agli ideatori e organizzatori per riuscire a mantenere alta la qualità degli eventi; se potessi farlo, suggerirei personalmente ai rappresentanti delle istituzioni locali non solo di continuare il sostegno al festival ma di implementare i finanziamenti perchè “Open Papyrus” è un fiore all’occhiello non solo della città di Ivrea, ma della programmazione estiva nazionale dei jazz festival.

Chiudo riportando le parole di Music Studio · Ivrea Jazz Club, una dichiarazione di intenti del tutto condivisibili che ritengo possano riferirsi a tutte le persone, musicisti e non, che si adoperano per la riuscita dei festival cosiddetti “minori” ma che invece hanno la missione di conservare questo linguaggio musicale vivo e vegeto:

Noi crediamo che la cultura sia soprattutto ”integrità morale”, lo sforzo di questi ultimi 10 anni di andare oltre questo termine “jazz” non è semplice operazione di upgrade, ma la convinzione che la contaminazione tra le arti (musica, danza, fotografia, letteratura, pittura…) sia l’unica strada e che il jazz quello sia sin dalle origini.Non si tratta di manifestazioni di nicchia, di proposte autoreferenziali, perché l’Italia, l’Europa e il mondo hanno intrapreso da anni questa via. Noi proviamo solo a essere all’altezza di questa responsabilità, perché costruire è molto più difficile che cercare il consenso, ma la responsabilità di cui sopra è proprio quella che ci spinge a questo impegno.”

IL PROGRAMMA NEL DETTAGLIO:

MERCOLEDÌ 14

· ore 18.30 – Spritz
Inaugurazione mostre

Roberto Cifarelli (fotografo Blue Note)

“High key on jazz”

“The black square”

Guido Michelone presenta il libro:
”Io sono un Jazzista”

Tre coreografie sulle musiche del CD
”Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”.

Con
Sara UgoreseGiulia Bedin, Eleonora Buratti

GIOVEDÌ 15

· ore 17.00 – Atelier Eporedia New

Inaugurazione mostra
”Musica senza confini”, Collettiva d’arte organizzata da: 

Daniela Borla e Ettore Della Savina.

Presenta l’evento Ennio Pedrini. 

Opere di: E. Francescotti, R. Coin, A. Betta, A. Guarnieri, D. Covolo, S. Baruzzi,  L. Accattino, G. Samperi, I. Casalino, T. Franzin, L. Cordero, P. Filannino, V. Filannino, E. Della Savina, D. Borla (Le opere saranno visibili fino al 30 settembre).

VENERDÌ 16

· ore 18.00 · Sala Santa Marta

Discussione
”Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”

Gian Luca Favetto: scrittore

Davide Ielmini: critico musicale

Renato Cravero: letture

Coordina Davide Gamba.

In collaborazione con Libreria Mondadori

· ore 18.30 · Sala Santa Marta, degustazioneAperitivo

· ore 19.00 · Sala Santa Marta

Presentazione CD:
”Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” e Woland”

Eloisa Manera: violino

Emanuele Sartoris: pianoforte

Massimo Barbiero: batteria.

Special guest: Martin Mayes: corno

· ore 21.15 · cortile Museo Garda* Con biglietto d’ingresso € 15,00

PATRIZIO FARISELLI  AREA OPEN PROJECT.Il repertorio degli Area nella versione cantata.

Claudia Tellini:  voce

Patrizio Fariselli: pianoforte

Marco Micheli: basso

Walter Paoli: batteria

SABATO 17

· ore 18.00 · Sala Santa Marta

DEVAL QUARTET

Loris Deval: chitarra

Sabrina Oggero Viale: voce

Tiziano Codoro: tromba

Maurizio Brunod: chitarra

· ore 21.15 · Cortile Museo Garda* Con biglietto d’ingresso € 15,00

ENRICO RAVA EDIZIONE SPECIALE

Enrico Rava: flicorno

Francesco Bearzatti: sax tenore

Francesco Diodati: chitarra

Giovanni Guidi: pianoforte

Gabriele Evangelista: contrabbasso

Enrico Morello: batteria

DOMENICA 18

· ore 18.00 · Museo Garda, special project

“IN HORA MORTIS”, Tre coreografie di Giulia CeolinFrancesca GalardiCristina Ruberto sulle musiche dell’omonimo CD di Massimo Barbiero

Danzano:
Luciana Trimarchi, Giulia Bedin, Beatrice Benetazzo, Sara Celeste, Emma Nemes, Cecilia Boldrin, Alice Mistretta, Alina Mistretta,  Arianna Mistretta, Valentina Papaccio e Sara Ugorese.

Con letture dal libro:
“In hora mortis” di Thomas Bernhard.

Inoltre:
Tre officine di artisti per una serie di invenzioni 
da ambientare in Sala Santa Marta:
Susanna ClarinoToni MuroniEugenio Pacchioli

·

INFORMAZIONI:

Ingresso:
ven 16 ore 21.15:  € 15,00 
sab 17 ore 21.15:  € 15,00 
Abbonamento: € 25,00. 
Dove non indicato l’ingresso è gratuito. In caso di pioggia, gli eventi del Museo Garda si terranno al Teatro Giacosa – piazza Teatro 1, Ivrea.

Atelier Eporedia New: 
via Arduino 37, Ivrea

Spritz:
via Arduino 6/8, Ivrea

Sala Santa Marta:
piazza Santa Marta, Ivrea

Museo Garda:
piazza Ottinetti, Ivrea

La manifestazione è organizzata da:
Ivrea Jazz Club e Music Studio

Direzione Artistica di Ivrea Jazz Club / Music Studio

FOLKEST · “44a EDIZIONE · 16 giugno · 4 luglio 2022” SECONDA PARTE

FOLKEST · “44a EDIZIONE · 16 giugno · 4 luglio 2022” SECONDA PARTE

FOLKEST · INTERNATIONAL FOLK MUSIC FESTIVAL

“44a EDIZIONE · 16 giugno · 4 luglio 2022”

SECONDA PARTE

di alessandro nobis

Il cuore “storico” di Folkest batte quindi nella bellissima Spilimbergo, ma nel frattempo dal 16 giugno sono già iniziati i concerti sul territorio, un aspetto che caratterizza un Festival di questa caratura. Portare la musica, in questo caso tradizionale o da questa derivata, nei grandi e piccoli Comuni del Friuli Venezia Giulia è sempre stata la missione di Folkest anche se non sempre le amministrazioni comunali sono disponibili a partecipare in modo significativo all’organizzazione degli eventi proposti dalla direzione artistica. Come detto la kermesse è iniziata il 16 giugno a Campoformido con Andrea Del Favero (organetto diatonico), Lino Straulino (chitarra e voce) e Totore Chessa (straordinario organettista sardo) e, guardando in avanti, tra gli eventi da evidenziare più di altri c’è quello a Gorizia di martedì 28 dove Roberto Tombesi, Laura Colombo e Corrado Corradi racconteranno la storia dello straordinario tour attorno al mondo della cantante lirica Adelaide Ristori negli anni anni 1874 e 1875 dettagliatamente raccontato nel taccuino di viaggio di Marco Piazza, oppure il concerto dei Calicanto a Qualso del 30, o ancora i tre concerti a Capodistria tra il 21 e il 23 prossimi con Roy Paci, lo sloveno Piero Pocecco e Posebon Gust e per finire, prima di Ferragosto, lo spettacolo del 12 a Udine di Antoine Ruiz al quale partecipa anche Edoardo De Angelis. Gran finale di questa 44a edizione sempre a Udine, in Piazza Libertà, con i friulani Bintars e la Sedon Salvadie, gruppo storico del folk revival italiano.

Folkest quindi a mio modesto parere, dovrebbe essere in misura maggiore di quanto lo è già vista la qualità e quantità delle proposte, un attrattore di turismo culturale legato non solamente all’aspetto musicale dell’intera regione friulana che al suo interno, profondo entroterra, che offre straordinarie bellezze naturalistiche e “bellezze” eno – gastronomiche di assoluto livello che sono purtroppo sconosciute ai più, come si dice. La musica, se di qualità, può fungere da volano all’economia dei piccoli produttori sparsi sul territorio? A mio avviso, e non credo di essere il solo ad esserne convinto, assolutamente sì a patto che “tutto” il territorio partecipi in modo ancor più costruttivo alla realizzazione di questo progetto che da oltre quaranta anni porta il nome del Friuli in giro per il mondo.

http://www.folkest.com

FOLKEST · “44a EDIZIONE · 16 giugno · 4 luglio 2022” – PRIMA PARTE

FOLKEST · “44a EDIZIONE · 16 giugno · 4 luglio 2022” – PRIMA PARTE

“44a EDIZIONE · 16 giugno · 4 luglio 2022”

PRIMA PARTE

FOLKEST · INTERNATIONAL FOLK MUSIC FESTIVAL

“44a EDIZIONE · 16 giugno · 4 luglio 2022”

PRIMA PARTE

di alessandro nobis

Dopo le ristrettezze dovute al Covid, Folkest è ritornato alla sua dimensione storica confermandosi il Festival legato alla musica tradizionale “e dintorni” più importante e longevo del nostro Paese ed uno dei più importanti d’Europa. Questo perchè la competente Direzione Artistica di Andrea Del Favero e dell’entourage del festival, la parte che lavora tutto l’anno negli uffici di Spilimbergo ed il gruppo che gira il Friuli e la Croazia per allestire i palchi e per seguire i musicisti, applica a mio avviso in modo preciso gli imprescindibili pilastri che fanno una serie di concerti un Festival.

Ci sono i “grandi” concerti in piazza, con un biglietto d’ingresso, quelli sui quali l’organizzazione conta – e lo avrà certamente vista la qualità delle proposte – di avere un gran riscontro di pubblico: Jethro Tull (il 13 luglio al Castello di Udine), Judy Collins (sabato 2 luglio, nella magnifica cornice della piazza di Spilimbergo), Alan Stivell (sabato 16 luglio, al Castello di Udine), la band di raggae Mellow Mood, a Spilimbergo il 5 luglio) ed infine i Pink Planet, nella stessa location ma il 6 luglio).

Una delle iniziative più interessanti di Folkest – altro pilastro del Festival – sono senz’altro le serate alla fine delle quali viene assegnato il prestigioso Premio Alberto Cesa (quest’anno da venerdì 1 a lunedì 4 luglio, a Spilimbergo), pensato per valorizzare i progetti musicali che sappiano dare voce a una o più radici culturali di qualsiasi parte del mondo, organizzato sotto la supervisione della direzione del festival, dalla redazione di Folkbulletin e dall’Associazione Culturale Folkgiornale (ricordo che il vincitore parteciperà di diritto a Folkest 2023 e ricevere un premio da parte del Nuovo Imaie con una dotazione in denaro per la realizzazione di una tournée). E’ un’iniziativa che richiede un lungo lavoro di selezione del materiale, prima audio ed in una seconda fase dal vivo; vengono selezionati sei gruppi / musicisti e per questa diciottesima edizione i finalisti sono Andrea Bitai (Ungheria/Italia), Claudia Buzzetti And The Hootenanny (Lombardia), il Duo Pondel (Piemonte/Val d’Aosta), La Serpe D’oro (Toscana), il Passamontagne Duo (Piemonte) e i laziali Tupa Ruja.

Non meno importante sotto l’aspetto didattico e della divulgazione sono “Musica per Musicisti” e “Parole per Musica” che si terranno sempre a Spilimbergo nel primo weekend lungo di luglio; la prima consta di una serie di incontri con prestigiosi protagonisti della musica tradizionale ed acustica italiana come l’organettista Alessandro D’Alessandro vincitore della più recente edizione del Premio Nazionale Città di Loano, i chitarristi Franco Morone, Loula B, Gavino Loche mentre Chacho Marchelli, Beatrice Pignolo e Rinaldo Doro disquisirianno del canto epico-lirico e della polivocalità in Piemonte (sabato 2 luglio). Per finire un incontro dedicato al liutaio Wandrè.

“Parole per Musica”è invece il titolo di una serie di lezioni focalizzate sulla scrittura dei testi per canzone. Michele Gazich e Maurizio Bettelli presenteranno Canzone e poesia: la strana coppia, un dialogo con il critico Felice Liperi. I corsisti avranno la possibilità di ascoltare le loro esperienze di scrittura tra poesia e canzone e commentando esempi dei maestri del genere: da Brassens al sodalizio Dalla/Roversi, da Dylan al Beat fino al Post-moderno, e qui la cosa si fa interessante visto che gli iscritti si metteranno alla prova cimentandosi nella scrittura di un testo.

Altro pilastro di un vero festival a mio avviso è la presentazione di novità editoriali e discografiche, e a Folkest la sezione “Libri e Dischi” (sabato 2 al Teatro Miotto) consentirà al pubblico di incontrare il chitarrista Dario Fornara che presenterà il suo nuovo lavoro “Portata dal vento” e l’Adamantis Guitar Orchestra il loro recente “Cerclaria Lux“; inoltre l’Istitut Cultural Ladin di Vigo di Fassa presenterà Saggi Ladini curati da Cesare Poppi, che dialogherà con Daniele Ermacora. Ultimo incontro quello con Claudia Calabrese con il suo libro “Pasolini e la musica” con Elisabetta Malantrucco, Michele Gazich e Marco Salvadori.

Naturalmente per avere un quadro dettagliato del Festival è necessario consultare il sito http://www.folkest.com

(continua)

DALLA PICCIONAIA: WILLIAM KENNEDY PIPING FESTIVAL 2021

DALLA PICCIONAIA: WILLIAM KENNEDY PIPING FESTIVAL 2021

WILLIAM KENNEDY PIPING FESTIVAL 2021

Armagh, Co. Armagh, Ireland 18 – 21 novembre 2021

di alessandro nobis

The William Kennedy Piping Festival returns!”: così inizia il comunicato stampa che annuncia il ritorno del festival dedicato al suono delle cornamuse più importante e più “vecchio” del mondo, visto che questa è la sua ventisettesima edizione. Il Covid-19 ha impedito di realizzare l’edizione 2020 ma l’Armagh Pipers Club ha cercato con tutti mezzi di dare al Festival una sorta di ri-partenza, quasi un nuovo inizio con una edizione limitata rispetto a quelle degli anni precedenti soprattutto per le difficoltà ad ospitare musicisti provenienti da Europa ed altri continenti. Limitata dicevo solamente sotto solo questo aspetto, perché anche quest’anno, dal 18 al 21 novembre gli appuntamenti sono di grande livello sia per ciò che riguarda il fondamentale aspetto didattico, e sappiamo che questa è una delle mission dell’Armagh Pipers Club, che concertistico.

Dal ’94 i migliori pipers sono passati dal Festival e quest’anno con le limitazioni sanitarie l’attenzione è stata intelligentemente rivolta ai cornamusisti irlandesi con qualche eccezione dalla vicina Scozia, dalle Asturie ispaniche e dalla Francia.

Il via sarà venerdì 19, alle 18:00 presso la sede del Club, con una comunicazione di Louise Mulchany sul ruolo delle donne “pipers” nei secoli XVIII° e XIX° al quale seguirà alle 20:00 nella Chiesta Presbiteriana il primo dei tre concerti previsti i cui protagonisti saranno lo scozzese Mike Katz, con un passato nella leggendaria Battlefield Band, José Manuel Tejedor, Pádraig McGovern dalla Contea di Leitrim e lo straordinario duo formato dall’arpista Laoise Kelly e dal piper Tiarnán Ó Duinnchinn che già nell’edizione del 2016 avevano presentato il bellissimo primo loro lavoro in duo (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/01/13/laoise-kelly-tiarnan-o-duinnchinn-ar-lorg-na-laochra/).

Sabato 20 alle 17:00, nella stessa Chiesa Presbiteriana di Armagh concerto del Goodman Trio (Mick O’Brien, Emer Mayock & Aoife Ní Bhriain), dei francesci Morvan (Sébastien Lagrange & Quentin Millet), la cantante Diane Cannon proveinente dall’area gaelica del Donegal ed infine Alana MacInnes, piper originaria dell’Isola di Uist nelle Ebridi Esterne.

L’ultimo degli appuntamenti musicali di questa edizione si terrà domenica 21 alle 15:30 all’Armagh City Hotel: a chiudere ancora straordinari musicisti come Louise Mulchany, Cillian Vallely dei Lunasa ed il dublinese Mikie Smyth; a chiusura lo straordinario ensemble dell’Armagh Pipers Club e ospiti, mi piace immaginare e sono convinto sarà così.

Oltre la musica da ascolto, come da copione presso la sede del club, numerosi workshop sul canto tradizionale, sull’arpa irlandese, sull’accordeon e sul canto tradizionale tenuti dagli stesso prestigiosi musicisti ospiti del festival e soprattutto la “WKPF Piping Academy” (che si terrà all’Armagh Hotel) , corsi di perfezionamento per i pipers i cui insegnanti saranno Padraig McGovern, Tiarnán Ó Duinnchinn, Cillian Vallely, Emer Mayock, Louise Mulcahy, Mick O’Brien & Mikie Smyth.

Peccato che, a parte la necessità di esibire il passaporto per passare il confine, le non restrizioni sanitarie varate dal governo di B.J. non diano sicurezze sufficienti – e non ci saranno ad esempio le consuete session nei pubs di Armagh per le notizie in mio possesso –,  quindi quest’anno non saremo della partita; un vero peccato perchè il programma è proprio interessante.

www.wkpf.org.

DALLA PICCIONAIA: INTERNATIONAL UILLEANN PIPING DAY. PARMA, ITALIA 6, NOVEMBRE 2021

DALLA PICCIONAIA: INTERNATIONAL UILLEANN PIPING DAY. PARMA, ITALIA 6, NOVEMBRE 2021

DALLA PICCIONAIA: INTERNATIONAL UILLEANN PIPING DAY

“Parma, 6 novembre 2021”

di alessandro nobis

Il 6 novembre verso l’imbrunire e ovunque vi troviate sentirete uno strano “rumore” nell’aria, un suono che molti di voi non avranno mai sentito e che imputerete all’inquinamento acustico: non c’è di che preoccuparsi, è che in quel giorno i suonatori di cornamuse irlandesi di tutto il mondo si metteranno comodi sulla loro sedia preferita e suoneranno slow airs, jigs, reels, hornpipes e quant’altro appartenga al repertorio di questo straordinario strumento che identifica più dell’arpa la tradizione musicale d’Irlanda e che vanta appassionati musicisti, ed altrettanti uditori, in tutto il pianeta tanto da essere inserita nel patrimonio UNESCO. In Spagna, ad esempio, la “Asociación Ibérica de la Gaita Irlandesa” organizza l’evento a Bajo in Galizia, come altri gruppi lo organizzano a Porto Rico, Valencia, in Australia, negli Stati Uniti, in Indonesia, Cile e Argentina per fare solo alcuni esempi e naturalmente in prima fila c’è l’Irlanda con il Na Píobairí Uilleann International Uilleann Piping di Dublino che promuove e patrocinia questo importante avvenimento..

Anche l’Italia vanta un nugolo di suonatori di questo strumento da decine di anni (ricordo tra i pionieri nostrani Fabio Rinaudo, Massimo Giuntini e Maurizio Serafini) e nel 2014 il piper Nicola Canovi ed amici hanno fondato I.U.P.A., acronimo di Italian Uilleann Pipers Association che come è facilmente intuibile si è data il compito di divulgare, insegnare ed organizzare scambi “musicali” con i più autorevoli pipers irlandesi.

Novembre sembra quindi davvero essere il mese delle cornamuse (dopo un paio di settimane ad Armagh nell’Ulster si terrà la 26° edizione del William Kennedy Piping Festival) e quindi recarsi nella bellissima Parma per l’evento del 6 è un ottimo inizio; straordinario è l’ospite che Canovi ha invitato e che suonerà anche al WKPF di Armagh, un piper dublinese tra i più interessanti in circolazione e la cui fama ha da tempo oltrepassato i confini irlandesi e continentali: Mick O’Brien. Il suo concerto sarà alle 18:00 presso la Casa della Musica di Parma (Piazzale San Francesco 1), e sarà preceduto alle 17:00 da una interessante lezione sulla storia secolare delle uilleann pipes nella quale è facile immaginare che non mancheranno esempi musicali. Le mattinate del sabato 6 e di domenica 7 novembre saranno dedicate da un workshop tenuto dallo stesso O’Brien presso lo spazio “Leo Van Moric” (Viale Antonio Gramsci, 17/e).

Per partecipare all’evento, che si terrà presso la Casa della Musica è necessario prenotare il posto sulla piattaforma www.vivaticket.com anche se l’ingresso sarà gratuito.

SUCCEDE A VERONA: MUSICHE AL TOCATÌ 2021

SUCCEDE A VERONA: MUSICHE AL TOCATÌ 2021

SUCCEDE A VERONA: MUSICHE AL TOCATÌ 2021 “16 ·17 ·18 settembre”

VERONA, CENTRO STORICO

di alessandro nobis

Anche quest’anno per la diciannovesima volta si rinnova a Verona la tradizione del Tocatì e delle musiche tradizionali italiane e dei Paesi ospiti: sarà un festival diffuso che avrà come scenari non solo i luoghi simbolo di Veronama anche e soprattutto spazi mai utilizzati prima come ville, cortili, musei, ed alcuni borghi storici italiani molti dei quali già riconosciuti come siti UNESCO e come tra quelli più belli d’Italia. Tutto naturalmente nel pieno rispetto delle norme sanitarie al quale l’Associazione Giochi Antichi – che ne è ideatore e organizzatore – ha lavorato per lunghi mesi al fine di rendere quanto più “normale” questo festival il cui fulcro è da sempre la partecipazione della gente nelle strade e nelle piazze della città. Per questa edizione de “Suoni lungo l’Adige” i concerti si terranno al Lungadige San Giorgio (nello spazio all’interno della struttura asburgica risalente al 1838) con l’esclusione dei due che verranno trasmessi in streaming per ovviare alle rigide norme sanitarie che, come detto, l’organizzazione intende rispettare in modo puntiglioso.

Il tema di questa edizione del festival è l’acqua, elemento che ha favorito in quanto ideale via di comunicazione gli scambi negli ambiti economici favorendo i contatti tra le varie culture popolari, e di conseguenza i gruppi musicali che parteciperanno hanno in comune musiche popolari legate all’acqua: l’Egeo, l’Adriatico e l’Atlantico.

Voglio sottolineare in particolare come quest’anno la particolare attenzione che l’Associazione Giochi Antichi ha avuto nel dare la possibilità di ascoltare la musica in un luogo raccolto, non troppo vicino al vociare delle centinaia di persone che frequentano il festival; le proposte sono di altro livello e di grande valore musicale ed è assolutamente giusto riservare alla musica “d’ascolto” uno spazio adeguato e quindi non necessariamente contestualizzata al ballo popolare. Certo, quest’anno ci sono le limitazioni sanitarie, ma le due “forme” potranno coesistere perfettamente nelle prossime edizioni: il ballo popolare nelle piazze, la musica d’ascolto di derivazione tradizionale nei numerosi spazi raccolti – luoghi di culto, di enti pubblici ma anche di privati – che il centro storico di Verona offre.

  • Si comincia giovedì 16 alle 21:30 con una festa, con una particolare versione de “La Notte Salentina” che grazie agli Amici del Salento di Verona presenta “Tremulaterra 3.0”, apprezzato trio di musica popolare del Salento, come è facile immaginare con il loro straordinario repertorio fatti di temi a danza sì ma anche di stornelli, canti polivocali alla “stisa” (canti polivocalici a cappella eseguiti soprattutto durante il lavoro, quando la voce si diffondeva e si “stendeva” appunto nei campi) e canti narrativi della tradizione: non una festa a ballo dunque, ma un repertorio da assaporare nel migliore dei modi con un attento ascolto.
  • Venerdì 17 si parte alle 21:00 con un quintetto vocale proveniente dalla Dalmazia dove la tradizione delle “Klapa” è ancora molto sentita e praticata; al Tocatì questa straordinaria forma vocale sarà portata dalla “Klapa Valdibora” di Rovinj (Rovigno) con i loro straordinariamente suggestivi canti che raccontano della vita e degli amori dei piccoli villaggi sulle coste adriatiche. Alle 21:30 il Gruppo Ricerca Danze Popolari presenterà al pubblico (che non potrà però partecipare al ballo) alcune danze popolari accompagnati dalle musiche del “Calicanto trio” che 22:00 terrà l’atteso concerto con una piccola formazione che vede il rinnovarsi della collaborazione tra Corrado Corradi, Roberto e Giancarlo Tombesi lungamente compagni dei Calicanto; presenteranno il ricco repertorio di canti della tradizione dell’Adriatico Settentrionale tra i quali quelli dei “battipali” lagunari. 
  • Sabato tre imperdibili appuntamenti con la cultura popolare: alle 21:30 con il gruppo cipriota “Ktima” con il loro repertorio fatto di secolari canzoni tradizionali che scandiscono il calendario con le feste pagane e le celebrazioni religiose che tracciano uno spaccato sulla vita dell’isola cipriota. Le voci sono accompagnate dal violino, strumento principe della musica tradizionale cipriota, dal laud e dalla tabouchia, un setaccio rivestito di pelle usato come tamburo a cornice. Queste canzoni e le “tsiattista”, poesie orali a braccio, sono iscritte nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale Nazionale di Cipro. A chiusura una presenza che davvero può essere considerata uno dei fiori all’occhiello di questa edizione del Tocatì, ovvero il Baia Trio: provenienti dal Piemonte Occitano, hanno repertorio che va oltre quello delle valli alpine coprendo le tradizioni a partire dall’area delle 4 Province al Connemara irlandese, il tutto rivisitato con arrangiamenti di grande bellezza ed innovazione, come sta a dimostrare il loro lavoro “Coucahna” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2016/10/29/baia-trio-coucanha/)di qualche anno fa. Gabriele Ferrero (voce e violino), Enrico Negro (chitarra) e Francesco Busso (ghironda, uno degli strumenti classici delle valli occitane) sono senz’altro un ensemble in grado di offrire un “suono” che decontestualizzato al ballo si presta alla perfezione per un ascolto attento e approfondito di questa tradizione.

Da sottolineare poi la possibilità di seguire sulla pagine YOUTUBE del Tocatì e sulle pagine dei principali social gestite dal Festival tre esibizioni molto interessanti ed anche inediti per Verona ma purtroppo “da remoto” per le ben conosciute restrizioni sanitarie. Il primo riguarda il canto polifonico di tradizione bizantina legata alla liturgia greco-ortodossa proposto dall’ensemble cipriota “Romanos de Melodist” che prende il nome dal compositore siriano bizantino del V° secolo “Romano il Melode”, santo celebrato anche dalla Chiesa Cattolica il 1 di ottobre: canti monodici a cappella di grandissimo fascino e bellezza anche testuale, cantati in greco a divulgare il Verbo che sono Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Il secondo ci porta sulle coste bretoni con i canti dei marinai proposti dall’ensemble femminile “Les Pirates” (audio qui: https://www.lesbordees.bzh/groupe-les-pirates/)ben conosciute nei festival dedicati a questo importante filone della musica tradizionale: fanno parte dell’associazione “Phare Ouest” che dal 1995 opera nel campo della conservazione, dello studio e nella divulgazione di questa tradizione organizzando un festival che ha particolarità – sogno di molti organizzatori – di non utilizzare impianti di amplificazioni e di proporre i concerti in situazioni ambientali ideali per apprezzare al meglio il suono naturale. A conclusione gli eccezionali trampolieri del Dipartimento delle Landes nella Francia Occidentale, “Echassiers de Landes”: questi “attrezzi” spesso messi in relazione solamente con il circo equestre o con le sfilate carnascialesche venivano originariamente utilizzati dai pastori per sorvegliare le greggi nel territorio pianeggiante che non offre alcun punto di vista dalla sommità di alture. Da questo loro uso si sono sviluppate poi danze tradizionali davvero particolari ed uniche al mondo; nel dipartimento sono presenti ben venti gruppi di questo tipo a testimoniare il grande interesse e passione verso questa secolare tradizione. 

DALLA PICCIONAIA: OPEN PAPYRUS JAZZ FESTIVAL 2021

DALLA PICCIONAIA: OPEN PAPYRUS JAZZ FESTIVAL 2021

DALLA PICCIONAIA: OPEN PAPYRUS JAZZ FESTIVAL 2021

“Musica che danza ….. parole che raccontano”

3 ·4 · 5 SETTEMBRE IVREA

di alessandro nobis

Anche questa quarantunesima edizione allestita dall’Associazione musicale “Music Studio” e dal Jazz Club di Ivrea è a mio avviso un appuntamento di notevole interesse e di conseguenza gli appassionati di jazz troveranno nel programma “le più convincenti scuse” per recarsi in quel di Ivrea e trascorrere un intenso weekend non solo legato alla musica, viste le peculiarità artistiche ed eno-gastronomiche che l’areale in questione offre. Gli eventi in programma si terranno all’interno e nel cortile del Museo Pier Alessandro Garda, nella Sala Santa Marta e in caso di maltempo al Teatro Giacosa.

Quest’anno il programma comprende tutto il primo fine settimana settembrino, quindi nel pomeriggio di venerdì 3 (ore 18:00) si inizia in Sala Santa Marta con la presentazione del volume “Un ritratto” dedicato da Flavio Caprera al grande pianista Franco D’Andrea e si prosegue sempre nella stessa sala (ore 19:00) con il davvero imperdibile concerto del duo Daniele Di Bonaventura (bandoneon) – Emanuele Sartoris (pianoforte) che da pochissima ha pubblicato lo stupendo album “Notturni” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2021/07/15/sartoris-·-di-bonaventura-notturni/); alle 21:15, nel cortile del Museo Garda, doppio appuntamento con “Jelly Roll” un progetto dedicato ovviamente a Jelly Roll Morton (Helga Plankensteiner, Achille Succi, Glauco Benedetti, Michael Lösch e Marco Soldà) ed a seguire (ore 22.15) lo straordinario quanto raro set solistico del prestigioso chitarrista americano Ralph Towner.

La giornata di sabato, sempre alla Sala Santa Marta, si apre alle ore 18:00 ancora con una presentazione di un volume, in questo caso “Dalla Scala a Harlem. I sogni sinfonici di Duke Ellington” scritto da Luca Bagalini alla quale seguiranno il concerto di Norbert Dalsass (basso), Roman Hinteregger (batteria) e Michele Giro (pianoforte) con il progetto “Fantasy”; bellissima la chiusra della serata (alle 21:15) nel Cortile del Museo Garda dove Patrizio Fariselli (pianoforte), Claudia Tellini (voce) Marco Micheli (basso) e Walter Paoli (batteria) presentano quello che, per ciò che mi riguarda, è uno degli appuntamenti più attesi, ovvero “Open Area Project”, basato sulla rivisitazione cantata di alcuni brani del repertorio degli Area di cui come ricorderete Patrizio Fariselli fu uno dei protagonisti.

Il festival si chiuderà domenica 5, al Museo Garda (ore 18:00), con tre coreografie curate da tre scuole di danza (“Baobab”, “Arabesque” e “Accademia Danza e Spettacolo”) preparate sulle musiche del cd “Woland”, lavoro di Massimo Barbiero, Emanuele Sartoris ed Eloisa Manera (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2020/04/03/barbiero·manera·sartoris-woland/).

DALLA PICCIONAIA: FOLKEST 2021, edizione 43.“International Music Festival 5 – 23 agosto”

DALLA PICCIONAIA: FOLKEST 2021, edizione 43.“International Music Festival 5 – 23 agosto”

DALLA PICCIONAIA: FOLKEST 2021, edizione 43. “International Music Festival 5 – 23 agosto”

di alessandro nobis

Se Antonio de Curtis lo leggesse direbbe di sicuro “alla faccia del virus!”; mi riferisco al programma dell’edizione 43 di Folkest, edizione che va “oltre” alla struttura delle passate edizioni visto che quest’anno la direzione artistica ha aggiunto una serie di appuntamenti specificatamente dedicati a chi della musica ne ha fatto una ragione di vita, i musicisti. Seminari, story·telling, incontri oltre alle sempre ricca stagione di appuntamenti musicali iniziati a giugno (due appuntamenti) e luglio (4 appuntamenti) e che nel mese di agosto troveranno il mese più ricco per concludersi domenica 12 settembre nella sempre splendida Spilimbergo, sede storica del Festival.

In particolare mi riferisco alle “Folk Clinics” che animeranno il fine settimana clou del festival, ovvero quello che da venerdì 20 a lunedì 23 vedrà anche le serate finali del prestigioso “Premio Cesa” Suonare a Folkest.

Dicevo delle folk clinics: corsi di organetto diatonico (con Alessandro D’Alessandro), di canto “mediterraneo” (con Elena Ledda), di chitarra (con Bernard Revel), “chiaccherate” sulla musica nera con Valerio Corzani, racconti “folk” in compagnia di Maurizio Berselli e Daniel Spizo ed uno spazio, alla scuola di musica Tomat, dove incontrare il liutaio. E, a proposito del “Premio Cesa”, la giuria e gli appassionati avranno la possibilità di ascoltare più volte le esibizioni live dei finalisti del Premio nel bellissimo Teatro Miotto: Ajde Zora, Djelem Do Mar, Fragment, Mattanza, Miriam Foresti e Sara Marini. Per i chitarristi, sabato 21 e domenica 22 in Piazza Garibaldi, “Guitar International Rendez-Vous”, la convention dell’associazione A.D.G.P.A. (Atkins Dadì Guitar Players Association) anche per scoprire alcuni dei musicisti che ne fanno parte come Guido Redaelli, 4Ways Road, Martin Moro, Friederike Schultz e Bernard Revel.

Insomma, mi sembra che le giornate di Spilimbergo siano ricchissime di appuntamenti interessanti come non mai, sarà complicato lasciare la cittadina medioevale per visitare gli splendidi dintorni, ricchi di storia antica e recente.

La kermesse di Spilimbergo si chiuderà con la proclamazione del vincitore del premio Cesa, al Teatro Miotto, dove Enzo Avitabile riceverà il Premio Folkest alla Carriera, mentre il festival proseguirà fino a domenica 12 settembre, nel pomeriggio, con “La Ghironda di Michele” che Silvio Orlandio ebbe già occasione di presentare nella scorsa edizione di Folkest. Tra gli appuntamenti di settembre imperdibile quello di Udine di sabato 24 agosto con “Improvvisa Meditazione”, concerto degli Area & Strepitz Ensemble.

DALLA PICCIONAIA  “BALDO IN MUSICA 2021. SECONDA PARTE”

DALLA PICCIONAIA  “BALDO IN MUSICA 2021. SECONDA PARTE”

DALLA PICCIONAIA  “BALDO IN MUSICA 2021. SECONDA PARTE”

1 AGOSTO – 12 settembre

di alessandro nobis

La prima parte di “Baldo in Musica”, progetto abbina la musica di qualità al paesaggio con il patrocinio dell’Unione Montana del Baldo-Garda ed organizzata dall’Associazione Culturale “Baldo Festival” per la consulenza artistica di Marco Pasetto (la rassegna è stata divisa in due in modo fittizio da chi scrive per pura questione di spazio) ha fin qui avuto riscontri positivi del pubblico per la bontà delle scelte, ricercate e di qualità che sono le caratteristiche di questa iniziativa interessante che spero negli anni futuri, liberi dalle restrizioni sanitarie, venga potenziata per valorizzare al meglio le bellezze naturali ed antropiche che l’area del Monte Baldo offre. Racconta Marco Pasetto: “L’anteprima è andata bene, ottimo il concerto nella Chiesa di San Martino di Diane Peter e Anna Pasetto alla località Platano con pubblico davvero numeroso. Il primo concerto, con la Piccola Orchestra Vertical, è stato delizioso con Claudia Bidoli, Enrico Terragnoli, Fabio Basile e Roberto Lancia in gran forma. Il 10 luglio è stata una festa in piazza a Pazzon di Caprino con la GiBier Orchestra”.

Domenica 1 agosto, all’alba (ore 6:30), concerto di chitarra acustica di Giovanni Ferro nel suggestivo scenario della Valle del torrente Tasso, raggiungibile a piedi in una decina di minuti dalla frazione Pazzon, sulla strada che da Caprino Veronese conduce a Spiazzi: Giovanni Ferro è apprezzato strumentista e compositore oltre che “animatore culturale” dell’Associazione ZONACUSTICA (sono quindici anni che propone con successo “Chitarre per Sognare”) che raduna alcuni tra i migliori specialisti dello stile fingerpicking. Purtroppo per il pubblico Giovanni Ferro ha al suo attivo un solo album, “Chitarrista” del 2005 e tre partecipazioni a prestigiose antologie (“34 volte amore” e “Five guitars Clan” del 2009 e “Chateliers Guitars: The Players Collection” del 2018) al quale speriamo presto ne segua un secondo.

La domenica successiva (8 agosto ore 12) si sale a San Zeno di Montagna e ci si immerge nella grande faggeta in località “Ortigara”, a 1450 metri per un concerto del “Piassa Brass Quintet” (Francesco e Luca Perrone alle trombe, Dario Venghi al corno, Alessio Brontesi al trombone e Antionio Belluco alla tuba) con un repertorio varia da temi di celebri colonne sonore e, soprattutto, brani originali.

Il concerto di sabato 28 agosto (ingresso € 10,00) si terrà in orario serale (ore 21) alla villa Nichesola – Rigo a Caprino Veronese con un interessante recital dedicato al grande compositore Lucio Dalla dal titolo “Lettere DALLA Luna”: Marco Pasetto (clarinetti, ocarina, sax soprano), Daniele Rotunno (pianoforte), Francesco Sbibu Sguazzabia (percussioni) e Stephanie Ocean Ghizzoni (voce) hanno arrangiato in modo personale alcune tra le più belle composizioni dell’autore bolognese che ha scritto una pagina fondamentale della canzone d’autore.

La rassegna si conclude domenica 12 settembre alle 16 in uno dei più affascinanti luoghi, è proprio il caso di dirlo, tra il Monte Baldo ed il fiume Adige, appena prima della Chiusa di Ceraino: la Chiesetta medioevale (costruita nel XII e rimaneggiata più volte a partire dal XV) di San Michele al Gaium che probabilmente per la quasi irraggiungibile posizione, è rimasta conservata in un angolo di “paradiso” ma che ha continuamente necessità di restauro conservativo dopo quello del 2010 operato grazie a BALDOfestival, e per questo l’incasso del concerto (ingresso € 10)  andrà a finanziare appunto la continuazione del restauro della chiesetta. Protagonisti del concerto saranno la cantante Claudia Lanzetta, il chitarrista Pasquale palomba ed il clarinettista Marco Pasetto ovvero il Trio Essenziale che a Gaium terranno il loro debutto assoluto: brani originali accanto a riletture – mai scontate – di alcune pagine della grande canzone d’autore. Per raggiungere la chiesetta si attraversa l’Adige a Sega di Cavaion e si imbocca una strada sulla destra seguendo le indicazioni; in caso di avverse condizioni meteo, il concerto si terrà, alla stessa ora, in un affascinante luogo ovvero l’ex Polveriera dell’imponente Forte di Rivoli Veronese (altro luogo da “sfruttare” in futuro?)

Anche per gli ultimi appuntamenti la prenotazione, visti i tempi, è obbligatoria e si effettua su http://www.baldofestival.org