LAPROVITERA · RISPOLI “Le Notti Bianche”
EDIZIONINPE, 2021. cm 21 x 30 · Pagg. 79
di alessandro nobis

Per la Collana “Nuvole in Tempesta” la casa editrice NPE lo sceneggiatore Andrea Laprovitera ed il disegnatore Carlo Rispoli hanno pubblicato “Le Notti Bianche”, riduzione del celeberrimo ed omonimo racconto di Fëdor Dostoevskij che narra gli accadimenti durante le notti bianche di San Pietroburgo nella quale, nei giorni intorno al solstizio d’estate, la luce la fa da padrona per lunghissime ore. Il racconto, pubblicato nel 1848 nella rivista letteraria “”Annali patri”, si svolge sul lungofiume della Neva e racconta dell’incontro fortuito tra Nasken’ka e “Anonimo Sognatore”, la prima giovane donna che vive con l’anziana nonna ed è in vana attesa del ritorno del suo amante ed il secondo, uomo attanagliato dalla solitudine e poco abituato ad incontri con altre persone, che vaga nelle bianche notti di San Pietroburgo senza meta, scappando quasi dal mondo reale.
Si incontrano, aprono i loro cuori, passeggiano, forse si innamorano e le due inquiete anime sembrano aver donato serenità e voglia di stare insieme ma …………..
Certo che la riduzione “illustrata” di importante episodio della letteratura non è impresa facile, ma in questo “Le Notti Bianche” la sceneggiatura di Andrea Laprovitera mi sembra particolarmente efficace e perfettamente complementare alle acquerellature che Carlo Rispoli ha preparato per la realizzazione di questo volume; tavole che anche senza le nuvolette inquadrano perfettamente l’ambientazione ottocentesca tra i ponti della città ed il grigiore della luce notturna che fanno da sfondo alla vicenda. I dialoghi forzatamente stringati nelle nuvolette fanno il resto, ed alla fine chiudi il libro solo per riaprirlo e leggerlo nuovamente e, perchè no, nasce il desiderio di leggere il racconto di Dostoevskij nella sua forma originale: forse l’ho già scritto in altra occasione, ma la funzione didattica delle graphic novel o almeno di alcune di esse come questa, ha potenzialmente la funzione di far avvicinare gli studenti alla letteratura più significativa, di “accendere qualche lampadina”.