LAPROVITERA · RISPOLI “Le Notti Bianche”

LAPROVITERA · RISPOLI “Le Notti Bianche”

LAPROVITERA · RISPOLI “Le Notti Bianche”

EDIZIONINPE, 2021. cm  21 x 30 · Pagg. 79

di alessandro nobis

Per la Collana “Nuvole in Tempesta” la casa editrice NPE lo sceneggiatore Andrea Laprovitera ed il disegnatore Carlo Rispoli hanno pubblicato “Le Notti Bianche”, riduzione del celeberrimo ed omonimo racconto di Fëdor Dostoevskij che narra gli accadimenti durante le notti bianche di San Pietroburgo nella quale, nei giorni intorno al solstizio d’estate, la luce la fa da padrona per lunghissime ore. Il racconto, pubblicato nel 1848 nella rivista letteraria “”Annali patri”, si svolge sul lungofiume della Neva e racconta dell’incontro fortuito tra Nasken’ka e “Anonimo Sognatore”, la prima giovane donna che vive con l’anziana nonna ed è in vana attesa del ritorno del suo amante ed il secondo, uomo attanagliato dalla solitudine e poco abituato ad incontri con altre persone, che vaga nelle bianche notti di San Pietroburgo senza meta, scappando quasi dal mondo reale.

Si incontrano, aprono i loro cuori, passeggiano, forse si innamorano e le due inquiete anime sembrano aver donato serenità e voglia di stare insieme ma …………..

Certo che la riduzione “illustrata” di importante episodio della letteratura non è impresa facile, ma in questo “Le Notti Bianche” la sceneggiatura di Andrea Laprovitera mi sembra particolarmente efficace e perfettamente complementare alle acquerellature che Carlo Rispoli ha preparato per la realizzazione di questo volume; tavole che anche senza le nuvolette inquadrano perfettamente l’ambientazione ottocentesca tra i ponti della città ed il grigiore della luce notturna che fanno da sfondo alla vicenda. I dialoghi forzatamente stringati nelle nuvolette fanno il resto, ed alla fine chiudi il libro solo per riaprirlo e leggerlo nuovamente e, perchè no, nasce il desiderio di leggere il racconto di Dostoevskij nella sua forma originale: forse l’ho già scritto in altra occasione, ma la funzione didattica delle graphic novel o almeno di alcune di esse come questa, ha potenzialmente la funzione di far avvicinare gli studenti alla letteratura più significativa, di “accendere qualche lampadina”.

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MENTANA • VERGERIO • BOSSI: LE GRANDI BATTAGLIE AEREE “Il Pilota Polacco che sfidò la Luftwaffe”

MENTANA • VERGERIO • BOSSI: LE GRANDI BATTAGLIE AEREE “Il Pilota Polacco che sfidò la Luftwaffe”

MENTANA • VERGERIO • BOSSI: LE GRANDI BATTAGLIE AEREE “Il Pilota Polacco che sfidò la Luftwaffe”

Segni D’Autore Edizioni. Volume 30,5 x 24,5 cm. Pagg. 56, 2021. € 20,00

di alessandro nobis

Questo è il secondo episodio della collana “Le grandi battaglie aree” edita dalla casa editrice Segni D’Autore che va a seguire “Il giglio bianco di Stalingrado” edito lo scorso anno (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2020/11/17/laprovitera-%c2%b7vergerio-il-giglio-bianco-di-stalingrado/); storicamente siamo sempre negli anni del secondo conflitto mondiale ma in questo secondo volume la storia che si racconta riguarda il fronte occidentale, in particolare l’importante apporto che i trentamila militari polacchi fuggiti dal loro Paese per l’occupazione nazista diedero soprattutto nei cieli contribuendo alla sconfitta della Luftwaffe, l’aviazione militare a cui capo era Hermann Goering, hitleriano di ferro. Era l’estate del 1940, molti piloti inglesi era caduti in battaglia e vennero sostituiti, non senza perplessità da parte della RAF da 302 polacchi che furono peraltro determinanti nel decidere le stori della battaglia d’Inghilterra che si concluse alla fine dell’ottobre dello stesso anno dimostrando al resto del mondo che l’orda nazista si poteva fermare.

Dove però la protagonista del primo volume era Lydia Litvyak, vissuta realmente, in questo secondo i protagonisti son immaginari, come il giovane Tenente – ex pilota civile –  Marcin Kaczmarek e la sua compagna Claudia, italiana ed anche lei rifugiatasi nel Regno Unito; vere sono le storie dei bombardamenti sulle città tedesche e sopra Londra, vere sono le fiamme che ingurgitavano in piena notte migliaia di civili ed efficacissime le tavole a questi dedicate, non veri ma “molto plausibili” i ricordi che accompagnano la vecchiaia di Marcin e Claudia.

Una graphic novel che si legge in un baleno ma che poi si rilegge subito per scoprire i particolari nascosti tra le pieghe della vicenda, e ciò grazie alle splendide tavole di Luca Vergerio (che aveva disegnato anche il primo volume sceneggiato da Andrea La Provitera) colorate da Ilenia Bossi che hanno saputo nel migliore dei modi tradurre in immagini la sceneggiatura di Umberto Mentana.

In attesa del terzo capitolo, delle terza avventura …..

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CARLO BAZAN • CARLO RISPOLI “IL CASO SINDELAR”

CARLO BAZAN • CARLO RISPOLI “IL CASO SINDELAR”

CARLO BAZAN • CARLO RISPOLI – “IL CASO SINDELAR”

LE INCHIESTE DEL COMMISSARIO BARONI

Segni D’Autore Edizioni. Volume 30,5 x 24,5 cm. Pagg. 56, 2020

di alessandro nobis

Vittorio Pozzo, che di calcio se ne intendeva (la doppietta mondiale 1934 e 1938 fu anche merito suo), scriveva di lui il 26 gennaio del ‘39 su La Stampa di Torino: «La sua non era una finta scomposta, plateale, marcata. Era un accenno, una sfumatura, il tocco di un artista. Fingeva di andare a destra e poi convergeva a sinistra colla facilità, la leggerezza, l’eleganza di un passo di danza alla Strauss, mentre l’avversario, ingannato e nemmeno sfiorato, finiva a terra nel suo vano tentativo di carica

Lui era “Carta Velina”, il “Mozart del Calcio”, lui era il numero 10 della nazionale austriaca, lui era l’antesignano del “falso nove”, il miglior giocatore austriaco di tutti i tempi anche se austriaco non era; era Matej (a.k.a. Matthias) Sindelar di Kozlov in Moravia, uno di quelli capaci di rinunciare alla sua carriera pur di dire “NO” alla nazionale tedesca (dopo l’annessione dell’Austria alla Germania hitleriana i giocatori della rappresentativa danubiana passarono alla nazionale tedesca) ed al nazismo, e per questo con la moglie Camilla Castagnola fu giustiziato in modo “non ufficiale” dalla Gestapo a Vienna, il 23 gennaio del 1939 nel loro appartamento probabilmente dopo la manomissione della stufa da poco acquistata.

Della loro scomparsa e soprattutto dei suoi motivi indaga il Commissario di Polizia Andrea Baroni che dal commissariato di Porta Vittoria a Milano si trasferisce quasi in clandestinità in quel di Vienna per far luce sul duplice omicidio su accorata richiesta dei genitori di Camilla, rischiando non poco e ………… 

Al solito sia le immagini di Carlo Rispoli sia la sceneggiatura di Carlo Bazan sono efficaci e descrittive quanto basta per lasciare al lettore la possibilità di fantasticare e di entrare nella storia, come nel caso della loro precedente collaborazione in occasione della pubblicazione del bellissimo “Sangue sul Lago Otsego”.

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LAPROVITERA · VERGERIO “Il Giglio Bianco di Stalingrado”

LAPROVITERA · VERGERIO  “Il Giglio Bianco di Stalingrado”

LAPROVITERA ·VERGERIO  “Il Giglio Bianco di Stalingrado”

Edizioni Segni d’Autore. Volume 21×30 cm, 2020. € 20,00

di alessandro nobis

Con questo volume illustrato da Luca Vergerio e sceneggiato da Andrea Laprovitera che avevano già collaborato per “San Martino 1859” assieme ad Emilio Maffei  (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2019/12/27/maffei-laprovitera-vergerio-san-martino-1859/), la casa editrice Segni D’Autore dà il via ad una nuova serie dedicata alle grandi battaglie aeree ed in particolare a piloti che durante il secondo conflitto mondiale di distinsero per l’ardimento e per la loro abilità nel portare aeroplani da combattimento.

“Il Giglio Bianco di Stalingrado” ci riporta ai mesi del cruentissimo assedio da parte delle truppe tedesche, ungheresi, rumene, croate e italiane della città sovietica che dal 28 agosto 1943 fino ai primissimi giorni del febbraio successivo mieté tra i difensori 380.000 i militari dell’Armata Rossa e 650.000 civili di ogni età e, come la storia insegna, il loro sacrificio diede una svolta decisiva al secondo conflitto mondiale. A simbolo di quei mesi tragici Laprovitera e Vergerio raccontano la storia poi tramutatasi in leggenda della “Cacciatrice Libera” (onorificenza assegnatale dall’aviazione sovietica) Lidija Litvjak e del Capitano Aleksej Solomatin, piloti dell’aviazione sovietica che assieme a molti loro compagni combatterono strenuamente a bordo di Yakovlev Yak-1 i caccia avversari, trasformandosi spesso in incubi per i piloti del Messerschmidt 109.

Le tavole di Luca Vergerio, al solito dettagliate, espressive e cromaticamente molto efficaci e le ”nuvolette” stringate quanto basta di Laprovitera di questo raccontano, dei duelli nei cieli tra il Volga ed il Don, della storia tra “Il Giglio Bianco” (chiamata così perchè aveva il vezzo di portarne uno all’interno della cabina di pilotaggio) ed il Capitano e soprattutto della loro fine, quella in combattimento del secondo e quella misteriosa della Litvjak che per poco gli sopravvisse: la carcassa  dell’aereo ed il corpo, nonostante le accurate ricerche non vennero mai ritrovati.

Qui inizia la leggenda del “Il Giglio Bianco di Stalingrado”.

GEORGES RAMAIOLI “La Prateria”

GEORGES RAMAIOLI “La Prateria”

GEORGES RAMAIOLI  “La Prateria”

Edizioni Segni d’Autore. Volume 21×30 cm, 2020

di alessandro nobis

Si conclude con “La Prateria” la cinquina di volumi pubblicati da “Segni d’Autore” con le sempre evocative ed efficaci illustrazioni che accompagnano la sceneggiatura del francese Georges Ramaioli; 

ricordo che per “I Racconti di Calza di Cuoio” la casa editrice per questa edizione ha scelto intelligentemente di seguire la cronologia degli eventi1, che dal 1757 conducono agli inizi del diciottesimo secolo anziché la successione della loro pubblicazione2avvenuta tra il 1826 ed il 1841, come riportato in calce a questo articolo.

Qui si concludono le avventure terrene di Nathaniel “Natty” Bumpoo alias “Long Carabine”, ”Occhio di Falco”, ”Calza di Cuoio” ed ancora “Cercatore di Piste” o “Uccisore di Daini”) cresciuto con i Delaware lontano dalla prateria centrale, e vanno di scena le prime carovane di migranti – siamo nel 1804 – che tracciano con i loro carri nuove piste nella prateria sconfinata ed ancora immacolata, attraversano fiumi ed incontrano inevitabilmente le popolazioni nomadi dei nativi, la “cultura del bisonte”, alle prese con contrasti reciproci acutizzati sempre più dal ridursi dei loro territori di caccia e “di vita”; è il territorio dei Pawnee, gruppo originario nel nord est e riposizionatosi nelle pianure del di oggi Nebraska che si scontrano violentemente con i Sioux, considerati “meno che serpenti”. Appaiono i primi fucili arrivati dagli spagnoli che occupavano l’area del Rio Grande imbracciati dai Pawnee, interi gruppi familiari vendono i loro averi e partono verso un futuro incerto, molto incerto e per certi versi simile a quanto accaduto durante i terribili anni della Depressione quando a migliaia migrarono in cerca di fortuna fuggendo dalla fame verso la frontiera, che anche allora era rappresentata dalla California.

I romanzi di James Fenimore Cooper hanno contribuito a far conoscere l’epopea della Frontiera in modo diretto (Cooper aveva avuto contatti diretti con gli Oneida, gli Irochesi e gli stessi Pawnee) a numerose generazioni di lettori senza i luoghi comuni e le distorsioni retoriche della stragrande maggioranza dei film di ambientazione western del novecento, e questa avvincente serie pubblicata da Segni D’Autore può essere un nuovo punto di partenza per le generazioni di lettori più giovani.

1ordine cronologico degli avvenimenti (1757 – 1804)

“Il cacciatore di daini” – 1757 (S. d’A., 2016)

“L’ultimo dei Mohicani” – 1757 (S. d’A., 2016)

“La Staffetta / Il Lago Ontario”– 1759 (S. d’A., 2017)

“I Pionieri” – 1793 (S. d’A., 2019)

“La Prateria” – 1804 (S. d’A., 2020)

2ordine cronologico della pubblicazione dei volumi di James Fenimore Cooper:

“Il cacciatore di daini” (“The Deerslayer / The First Warpath”)  – 1841

“L’ultimo dei Mohicani” (“The last of the Mohicans”) – 1826       

“Il Lago Ontario” (“The Pathfinder / The Sea Inland”) – 1840

“I Pionieri” (“The Pioneers / The Sources of Susquehanna”) – 1823

“La Prateria” (“The Prairie”) – 1827

Ho raccontato alcuni dei precedenti volumi qui:

“L’Ultimo dei Mohicani” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/02/26/georges-ramaioli-lultimo-dei-mohicani/)

 “Il Lago Ontario”(https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/11/29/georges-ramaioli-il-lago-ontario/)

“I Pionieri” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2020/01/31/georges-ramaioli-i-pionieri/)

GEORGES RAMAIOLI “I Pionieri”

GEORGES RAMAIOLI “I Pionieri”

600 – GEORGES RAMAIOLI “I Pionieri”

Edizioni Segni d’Autore. Volume 21×30 cm, 2019. € 21,00

di alessandro nobis

Quasi al centro dello Stato di New York si estende una contrada formata da un succedersi di colline e di vallate. In questa regione, le acque dei limpidi laghi e di migliaia di ruscelli si confondono per formare il fiume Susquehannah, uno dei più belli degli Stati Uniti. Qui nasce anche il fiume Delaware. In generale il terreno su quelle colline è arabile sino alla sommità: le valli sono strette, fertili, solcate da corsi d’acqua. Ricchi villaggi industriali sono sparsi sulle sponde dei laghi o dei corsi d’acqua che hanno facilitato la fondazione di fabbriche e di stabilimenti. Eppure, nella seconda metà del 1700, quel paese era ancora un deserto faticosamente dissodato da alcuni avventurieri, che venivano chiamati pionieri”. Così James Fenimor Cooper descrive nel 1823 il passaggio dall’epoca agricola a quella industriale di questa parte del Nordamerica, con tutte le implicazioni che comportavano le relazioni umane e commerciale con i nativi.

pionieri.jpgIn questo quarto volume, sempre splendidamente realizzato e preciso nei dettagli, George Ramaioli con le sue “nuvolette” e con i suoi dipinti ci porta nel 1793 come detto nello stato di New York, nelle sue foreste cariche di neve attorno al lago Otsego: Calza di Cuoio è sempre più isolato con la sua cultura di cacciatore tradizionale in equilibrio con il territorio e con i nativi da quella coloniale penetrata invasivamente con il suo stile di vita in questa splendida parte del Nordamerica; sarà costretto a spostarsi sempre più verso ovest senza l’amico Chingachgook che si lascia morire durante un incendio. Ma al di là delle vicende che il lettore avrà modo di rivivere scorrendo le tavole del volume, si fa cenno all’inizio di quello che si annuncia come l’inevitabile impoverimento di un territorio ricchissimo che per secoli ha ospitato i nativi, poi costretti alla migrazione verso ovest: la pesca indiscriminata, la caccia come divertimento e non più come attività legate al mantenimento dell’autosufficienza.

Apre il volume un breve e prezioso saggio di Carlo Bazan sulle “Edizioni d’Epoca” dei volumi di James Fenimore Cooper, con la riproduzione di copertine veramente splendide: un motivo in più per aggiungere questa graphic novel alla nostra biblioteca di “americana”.

“I Pionieri” va seguire “I cacciatori di Daini”, “L’Ultimo dei Mohicani” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/02/26/georges-ramaioli-lultimo-dei-mohicani/)e “Il Lago Ontario”(https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/11/29/georges-ramaioli-il-lago-ontario/),in attesa del quinto e ultimo capitolo, “Prateria”.

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MAFFEI – LAPROVITERA – VERGERIO. “San Martino 1859”

MAFFEI – LAPROVITERA – VERGERIO. “San Martino 1859”

MAFFEI – LAPROVITERA – VERGERIO. “San Martino 1859”

Edizioni Segni D’Autore, pagg. 128 a colori, 21×30 cm. 2019, € 19,90

di Alessandro Nobis

Dalle mie parti gli anziani narrano che i terreni morenici a sud del Lago di Garda su entrambe le sponde del fiume Mincio diano vini dalle proprietà organolettiche così particolari perché nel suolo siano rimaste le anime e qualcosa d’altro dei diecimila soldati caduti nelle furibonde battaglie della metà del secolo diciannovesimo, quelle che sono considerate dagli storici come le “Guerre d’Indipendenza”. Sulla destra idrografica del Mincio, nella zona di Custoza, vennero combattute due sanguinose battaglie negli anni 1848 e 1866 mentre sulla sinistra il 24 giugno del 1859 si confrontarono 230.000 soldati nelle zone di Solferino e di San Martino “Della Battaglia”. Emilio Maffei (soggetto), lo sceneggiatore Andrea Laprovitera (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2018/11/09/andrea-laprovitera-carlos-barocelli-betty-zane/) e Luca Vergerio (illustrazioni) in questo nuovo volume delle Edizioni “Segni D’autore” ci regalano una Microstoria – quella del Capitano Sabaudo Carlo Santamaria e dei suoi uomini – che si sviluppa nella Storia, ovvero nelle terribili ore della Battaglia di San Martino che costò la vita a quasi ottomila militari ed anche a parecchi civili, uccisioni che ora si chiamano “effetti collaterali”; una autentica strage che convinse l’imprenditore svizzero Jean Henry Durant a formare un gruppo di volontari che aiutasse i feriti nelle battaglie, gruppo che successivamente diventò la Croce Rossa Internazionale.

SAN-MARTINO-1859L’impostazione di questo splendido volume, ovvero la lettura della Storia Risorgimentale attraverso le Storie personali, è a mio avviso vincente e rappresenta quello che nel mondo della scuola dovrebbe affiancare i libri di testo  “ufficiali” che nel caso anche del Risorgimento si fermano troppo spesso su nomi, date, vittorie e sconfitte, pur importanti. Qui la sceneggiatura di Laprovitera su soggetto di Emilio Maffei è ancora una volta efficace ed è superbamente resa viva dagli acquerelli di Vergerio (che aveva già realizzato le tavole per “Baracca ed il Barone”) precisi e puntuali come nelle migliori graphic novel anche nella ricostruzione delle divise, e le ambientazioni interne ed esterne riflettono il paesaggio del basso Garda e le contrade e le fattorie che lì si trovano ancora oggi ed ospitano aziende vinicole.

Volume da consigliare agli appassionati della nostra storia e soprattutto a chi la deve insegnare ai bambini e ragazzi più giovani. Tra loro magari si nasconde qualche futuro disegnatore o sceneggiatore.

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CARLO RISPOLI “The Cruise of Pequod”

CARLO RISPOLI “The Cruise of Pequod”

CARLO RISPOLI “The Cruise of Pequod”

Edizioni Segni D’Autore, 2019. 210 x 297, 86 pagine, € 19,90

di Alessandro Nobis

Nel bel mezzo dell’immenso oceano letterario immaginario e reale disegnato tra l’“Isola del Tesoro” e “Moby Dick” Carlo Rispoli (illustratore, sceneggiatore e narratore della storia di John Silver) immagina lo scorrere della sorprendente ed originale trama di “The Cruise of Pequod” che inizia esattamente dove terminava il precedente “La Isla Desconocida” (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2019/05/14/carlo-rispoli-la-isla-desconocida/)ovvero quando “Barbecue” Long John Silver lascia l’isola a bordo di una piccola barca e viene raccolto da Shorty, marinaio attorno al quale ruota questo avvincente romanzo grafico.

mpbyTra ammutinamenti e contro ammutinamenti, tra citazioni latine e bibliche, le tavole talvolta appena abbozzate e rigorosamente in bianco e nero, i dialoghi come nello stile di Rispoli efficaci nella loro essenzialità; con il leviatano Mocha Dick sempre in agguato sotto il pelo dell’acqua, si scopre che il Capitano Achab, quello del Pequod, non è più a bordo della baleniera e che il suo posto è stato preso da Mademoiselle Ahab, defestrata dal suo incarico dalla ciurma messa nelle mani di Silver, a sua volta “buttato a mare” dal Marinaio Shorty, l’unico sopravvissuto della ciurma del vecchio Pequod del Capitano Achab.

Long John Silver viene lanciato in mare in un sacco di iuta e misteriosamente si risveglia sull’Isola e ricorda questa avventura: ma è successo veramente o è stato tutto un sogno? Scegliete voi, naturalmente.

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GERARDO BALESTRIERI “Canzoni del Mare Salato”

GERARDO BALESTRIERI “Canzoni del Mare Salato”

GERARDO BALESTRIERI “Canzoni del Mare salato”

Autoproduzione. CD, 2019

di Alessandro Nobis. La foto è di Gerardo Balestrieri.

Questa è una recensione diciamo diversa, che vuole descrivere un progetto che il cantautore Gerardo Balestrieri sta cercando di portare a termine grazie a quanti vorranno partecipare alla realizzazione di questo “Canzoni del Mare Salato” che ho avuto la fortuna di ascoltare in una versione quasi definitiva. Qualche ritocco agli arrangiamenti, una copertina degna della musica ed il disco sarà pronto, un doveroso omaggio al mondo prattiano del marinaio Corto Maltese protagonista indiscusso del “fumetto”, o della “Graphic novel” (come oggi si chiama) che ha fatto sognare generazioni di appassionati in tutto il mondo.

cm1Per artisti del calibro di Balestrieri come di molti altri che usano diversi linguaggi musicali, la strada del crowfunding è a mio avviso l’ultima rimasta se si vuole sopravvivere nel frammentario mondo della discografia: le etichette faticano a produrre gli artisti, la distribuzione è in sostanza inesistente grazie anche alla sparizione dei negozi specializzati, e per suonare in festival o club è ancora più difficile. Qui c’è la possibilità di ascoltare il disco in anteprima e di prenotarne una copia tenuto anche del fatto che “Canzoni del Mare salato” non sarà disponibile in formato digitale.

Quindi per gli appassionati della musica d’autore più raffinata e, in questo caso, gli appassionati delle avventure di Corto Maltese contribuire alla realizzazione del disco è a mio avviso un “must”, un viaggio attraverso dodici composizioni con arrangiamenti e suoni che ci portano nei luoghi prattiani. Da Venezia si parte per l’oriente, si ritorna in laguna e si riparte per il sudamerica, si incontrano il “cinico e sleale” Rasputin (“Nell’ esercizio del Potere un momento assai gradevole è quando il tacere
si sottomette all’ ordine
”, versi più che mai attuali”), la giovane profuga Pandora (“Pandora giovine e naufraga cullata dal grembo di una vela figiana”), si va a Samarcanda nella casa dorata ma il pensiero è rivolto ad occidente, a Venezia (“Stanotte la luna è un’ altalena lascia nel cielo luce propizia Sevan Vartes piccola armena da quella altana vedrà Venezia”).

Con Balestrieri c’è l’Orchestra del Mare Salato – che vanta la presenza di musicisti contiani il tenorista Marangolo e Di Gregorio (marimba) e la voce di Pierpaolo Capovilla – con le valigie piene di suoni che rendono il viaggio quasi reale: l’oud, il pandeiro, lo xiao, il baglama, i sassofoni, il clarinetto turco giusto per citarne alcuni.

Andate a visitare il sito di Gerardo Balestrieri (www.gerardobalestrieri.org), ascoltate le tracce disponibili, leggete i testi e non potrete fare a meno di partecipare alla raccolta fondi.

Di questo bravissimo autore avevo recensito anche i suoi precedenti tre lavori:

(https://ildiapasonblog.wordpress.com/2016/09/04/gerardo-balestrieri-canzoni-nascoste/)

(https://ildiapasonblog.wordpress.com/2017/06/18/gerardo-balestrieri-covers/)

(https://ildiapasonblog.wordpress.com/2018/06/02/gerardo-balestrieri-syncretica/)

 

CARLO RISPOLI “La Isla Desconocida”

CARLO RISPOLI “La Isla Desconocida”

CARLO RISPOLI “La Isla Desconocida”

Edizioni Segni D’Autore, 2018. 210 x 297, 86 pagine, € 19,90

di Alessandro Nobis

Questa recente pubblicazione dell’intraprendente casa editrice “Segni d’Autore”, ci riporta nello spaziotempo della pirateria, quella celebrata e descritta da uno stuolo di autori celebri e meno conosciuti.

“La Isla Desconocida” grazie alla sempre vivace grafica ed alla brillante sceneggiatura di Carlo Rispoli (vedi anche https://ildiapasonblog.wordpress.com/2018/02/21/mercuri-bazan-rispoli-la-disfatta-dei-cavalieri-grigi/) ci porta come detto in un tempo non definito nel quale le navi dei pirati scorrazzavano nei caldi mari caraibici; l’avventura riparte da dove terminava quella celebrata da Luis Stevenson nel suo capolavoro “L’Isola del Tesoro” e protagonista è “Barbecue” Long John Silver che si viene a trovare a bordo di una piccola imbarcazione (per la verità una barchetta con una piccola vela) qualche tempo avere lasciato l’”Isola”. In realtà questa non è la prima volta che John Silver “riappare” dalle nebbie della fantasia, lo aveva già fatto in occasione della pubblicazione de “La Vera Storia del Pirata Long John Silver”, quando si raccontava a Bjorn Larsson nell’ipotetico anno del Signore 1742, in Madagascar…………

copertina-solo-fronte-per-CDA-e1536842039720-1La lettura di questa graphic novel scorre veloce grazie alle tavole in bianco e nero e fa volare la fantasia del lettore sorprendendolo soprattutto quando si imbatte in citazioni grafiche e rimandi ad altri personaggi e libri legati al mondo piratesco che sono parte fondante di coloro i quali, in età giovanissima ma anche adulta, hanno viaggiato “salgarianamente” nei mari del Sud diventando poi in qualche caso disegnatori, sceneggiatori ed anche scrittori. Ecco la sagoma di Peter Pan, quello dello scozzese Matthew Barrie qui nelle sue sembianze disneyane, c’è un marinaio sbarcato dal Pequod, il profilo del prattiano Rasputin, Capitan Hook ed il Capitano Friday si chiama come il pappagallo di Robinson Crusoe.

La storia, vorrete sapere, la vicenda di cosa narra? Beh, ognuno lo scoprirà e man mano che proseguirà la lettura partirà per la tangente in una lettura personale, anzi di più.

Long John Silver ring in his ear
He’s the hero, make that clear

Does the same thing his father did
Sailing around the Caribbean
Robing king with his talking parrot
This time I think he’s on the high side

(Jack Casady & Grace Slick. Jefferson Airplane, “Long John Silver”, 1971)