ZSOFIA BOROS “Local Objects”
ECM 2498 CD, 2016.
di Alessandro Nobis
Magiara trapiantata a Vienna, Zsofia Boros è una straordinaria chitarrista di formazione classica aperta all’interpretazione della miglior musica di autori contemporanei, e questo “Local Objects” è la sua seconda pubblicazione per l’ECM di Manfred Eicher che prosegue il percorso intrapreso con “En otra parte” pubblicato nel 2013.
Se nel suo disco di esordio per l’ECM aveva proposto Leo Brower, Vicente Amigo e Ralph Towner (tra gli altri), in questo “Local Objects” ha registrato otto scritture di altrettanti autori che oramai sono entrati a pieno titolo nel repertorio di chitarristi come Zsofia Boros; dai più conosciuti come il brasiliano Egberto Gismonti (del quale viene eseguita una evocativa “Celebracao de Nupcias” tratta dal magnifico “Danza Dos Cabecas”), la Milonga dell’argentino Jorge Cardosa o l’introspettiva “Vertigo Shadow” di un inaspettato Al Di Meola fino ai quattro movimenti di “Koyunbaba Op 19” composta dal cesenate Carlo Domenichini ed al brano composto dall’ azero Franghiz Ali-Zadeh.
Una parola mi viene spontanea: “eclettismo”, la capacità di adeguare i stili compositivi alla propria sensibilità, dando una nuova forma alle scritture.
Un disco bellissimo, uno dei fiori all’occhiello dell’etichetta di Eicher e della musica europea che nella discoteca di un chitarrista – al di là della sua formazione musicale – e di un amante della “bellezza pura e cristallina” non può certo mancare.