3 ON THE BUND “Frenzy”

AUTOPRODUZIONE. CD, 2022

di alessandro nobis

“3 on the Bund” è un’altra dimostrazione (l’ennesima) di quanto sia vivo il movimento musicale irlandese che non solo studia la tradizione musicale ma ne rinnova il repertorio, non credo ci siano altri Paesi che lo facciano a questo livello e con questa intensità: Aisling Lyons (arpa e concertina), Sean Kelliher (plettri), Rebecca McCarthy Kent (violino, voce) e Simon Pfisterer (flauti e uilleann pipes) confezionano con questo ottimo “Frenzy” il loro lavoro d’esordio ponendosi subito in evidenza nel panorama della musica celtica irlandese. Le dieci tracce contengono brani composti recentemente sia da membri del quartetto che da altri musicisti tra i quali Niall Vallely, Blakie O’Connell o Mark Knopfler (sì proprio lui!); del compositore di Armagh (e fantastico suonatore di concertina) il gruppo interpreta il reel “Singing Stream” abbinato ad un altro reel, “Gortavale Rock” scritto da Chathal Hayden mentre del chitarrista dei Dire Straits suonano “Local Hero” originariamente scritto per la colonna sonora dell’omonimo film abbinato ad una composizione dell’accordeonista Blakie O’Connell, “The Master’ Return“. Tra le ballad splendido l’arrangiamento di “I Wish I  Had Someone to Love me” cantata da Roísín Ryan: il titolo in realtà è l’incipit della ballata americana “The Prisoner’s Song” che narra delle immaginabili condizioni carcerarie ascritta al genere hillibilly composta nei primi anni Venti da Vernon Dalthart e registrata la prima volta nel ’24 da Guy Massey sulla base di un testo imparato dal fratello di Guy, Robert, che l’aveva sentita mentre prestava servizio in carcere, il classico esempio di come nasce una ballata dal contenuto sociale.

Disco d’esordio splendido, il mio augurio è che la coesione tra i musicisti resti forte, per loro il futuro è davvero roseo; sperimao di vederli dal vivo in Italia. Chissà.

Segnalo infine che tra gli ospiti del disco oltre a Roísín Ryan troviamo anche il contrabbassista dei Lunasa, Trevor Hutchinson.