GRAZIA DE MARCHI E IL CANZONIERE VERONESE “Balè cantè butèle”

Centro di Documentazione per la Storia della Valpolicella. 2LP, 1990

di alessandro nobis

Dando uno sguardo alla produzione discografica degli ultimi decenni riguardante la riproposta della materiale musicale della tradizione veronese, due sono la opere a mio modesto parere più significative che mi sento di qualificare come le uniche in grado di competere per il loro importante valore con altre italiane e continentali: una è “Varda che bela luna” dell’Ensemble Folkamazurka, l’altro è questa testimonianza del Canzoniere Veronese al tempo formato dalla cantante Grazia De Marchi, dal chitarrista Alfredo Nicoletti (che curò anche la direzione musicale) dal violinista Corrado Ferraro (tutti membri della prima line up del Canzoniere assieme a Paolo Biasioli e Nicola Nicolis, n.d.r.) e da un secondo chitarrista, Antonio Recchia. Il doppio ellepì, prodotto dall’encomiabile Centro di Documentazione per la Storia della Valpolicella riporta un concerto tenuto a San Pietro in Cariano il 17 febbraio del 1990 e venne stampato in un numero decisamente non copiosissimo di copie e mai ne venne riproposta una versione in compact disc; una produzione molto accurata che coinvolse alcuni dei massimi esperti della cultura popolare come Marcello Conati ed Enrico De Angelis ciascuno autore di un saggio riportato in copertina e adeguate note a descrizione di ogni brano accompagnate ai testi. Indovinatissima a mio parere la scelta timbrica del quartetto e perfetta l’esecuzione, con la doppia chitarra ed il sontuoso violino di Ferraro a supportare la voce di Grazia De Marchi: potente, spontanea e naturale con il suo vigore interpretativo (basta ascoltare il brano che apre il lato A “Un bel giorno andando in Francia” eseguito a cappella per averne un’idea) che dà il giusto e doveroso risalto ai “portatori” della cultura popolare che i musicisti hanno conosciuto non tanto come curiosi indagatori ma piuttosto come compagni di feste, di canti, di vita anche quotidiana. Fiorina Chesini, Domenico Anselmi, Arturo Zardini, Eurosia Allegrini, il Coro Fontanelle e Pina Guardini hanno passato la loro memoria orale a quanti erano interessati non solo a “carpire” i repertori ma a riviverli rispettandoli dai portatori per poi rivitalizzarli, e questo era il progetto del Canzoniere Veronese. In questo “Balè cantè butèle” non troviamo un repertorio contestualizzato al ballo (a parte la “Villotta a ballo“) ma diciotto canti raccolti soprattutto nell’area della Valpolicella veronese alcuni dei quali molto comuni nell’Italia Settentrionale e pubblicati tra gli altri, con diverse lezioni, da Costantino Nigra, Arrigo Balladoro e Ettore Scipione Righi. Voglio citarne solamente tre: naturalmente “Donna Lombarda” (lezione raccolta da Ettore Scipione Righi), “Ninna Nanna” (raccolta dalla De Marchi dal Corodelle Fontanelle di San Bonifacio) e “Un’eroina / L’ingresa” che assembla in modo preciso la parte proveniente dall’informatrice Fiorina Chesini con il testo raccolto da Arrigo Balladoro e pubblicato nel 1905.

Disco importante, da avere assolutamente: forse ne esistono ancora copie da qualche parte, ma ormai è oggetto di collezionismo ….. datevi da fare

LATO A

Un bel giorno andando in Francia

Villotta a ballo

Cara mama me voi maridar

Marideve butelote

Balè cantè butèle

LATO B

Donna lombarda

I vol che me marida

La prova (La bela la va in giardino)

La mosca mora

LATO C

Oh butele o butelote

La bela la va al bosc

La bevanda sonnifera (La mia mama l’è vecchierela)

Un’eroina (L’ingresa)

Tentazione

LATO D

L’uselin de la comare

Amore risponde a tutto

Dormi mia bela

Dormi mia bela

Ninna nanna

La cena della sposa