CRISPINO · LANCIAI · BASILE · SABELLI “Kobayashi”
Dodicilune Records. CD, 2023
di alessandro nobis
Basta un ascolto di questo sorprendente “Kobayashi” per intuire come le provenienze culturali di Luca Crispino (chitarra), Roberto Lanciai (sax baritono), Fabio Basile (basso elettrico a sei corde) e Luigi Sabelli (batteria) non siano rigorosamente accademiche, ma provengano da frequentazioni musicali · come musicisti e come ascoltatori attenti · estremamente variegate con interessi diciamo “multipli” e lo si può intuire attraverso i numerosi indizi che i quattro forniscono all’attento fruitore. Il jazz più legato al mainstream, l’uso mai invasivo dell’elettronica, certi ritmi più legati al rock, il gusto per la melodia il tutto abilmente fuso nelle nove tracce composte da Crispino, Lanciai e Basile che costituiscono questo lavoro di un quartetto a cui auguro lunga vita artistica. Il baritonista Lanciai sposta ad esempio il baricentro verso il jazz più vicino al maistream con tre ballate tra le quali tengo a segnalare in modo del tutto personale “Jungle“, una languida ballad dal sapore caraibico con il tema esposto dal sax ed un bel solo di chitarra, il bassista Basile scrive ad esempio anche lo splendido brano finale, “Strummer“, ispirato da quel rock intriso di reggae del quale inventori furono appunto i Clash (e il titolo sembra confermare ciò) con altro bel solo di baritono, il tutto permeato da elaborazioni elettroniche per mano di Crispino che compone tre brani tra i quali segnalo l’intrigante “Ombre sul Borgo” dal ritmo compassato e guidato dalla chitarra che dialoga con il sax. L’album nonostante i compositori siano tre risulta molto omogeneo, piacevolissimo anche all’ascolto ripetuto, e naturalmente il ruolo della sezione ritmica è decisivo, il drumming di Sabelli si adatta alla perfezione ai vari paesaggi sonori ed il basso di Basile è struttura portante della musica, il fatto che Basile sia anche ottimo chitarrista e che qui abbia scelto il basso a sei corde gli consente di andare oltre il limite del suo strumento in modo del tutto efficace. L’affiatamento e l’interplay mi paiono sempre adeguati, sembra quasi che i “quattro” si frequentino musicalmente da tempo, molto tempo. Mah!