SOSTIENE BORDIN: JOHN PEEL (1939 – 2004)
di Cristiano Bordin
Il 30 agosto avrebbe compiuto 80 anni: purtroppo però John Peel se ne è andato per colpa di un infarto quando era in vacanza a Cuzco, in Perù, nel 2004 quando di anni ne aveva solo 65. E’ stato molto di più di dj radiofonico, ha attraversato per intero la musica rock in tutte le sue varianti dal dopoguerra al nuovo secolo tanto che Brian Eno lo raccontò così:” Si trovava veramente al centro di tutto. E’ stata il primo ad aver capito che la musica era un luogo dove le persone si sarebbero incontrate tra loro. E lui è diventato il centro di tutte quelle conversazioni”. Oggi, per la rivoluzione che hanno avuto l’approccio e il modo di fruire della musica un personaggio così sembra quasi una leggenda. E infatti una leggenda John Robert Parker Ravenscroft, questo il suo vero nome, lo è stato per davvero. Dj radiofonico lo diventò in Usa dove si trovava con il padre nel 1960 grazie alla esplosione dei Beatles che erano di Liverpool come lui.
Cavalcando la beatlemania inizia a lavorare in varie città e in varie radio per fare ritorno in Inghilterra nel ’67 quando lo assume la Bbc dopo la sua esperienza ad una radio pirata londinese, Radio London dove si era imposto alla attenzione generale con il suo programma “Perfumed garden”. Non gliene fregava nulla delle classifiche e dei singoli: in scaletta metteva quello che gli piaceva spaziando dalle Mothers of Inventions ai Jefferson Airplane, da Captain Beefheart al blues senza dimenticarsi dei Misunderstood una delle sue band preferite dell’epoca. In piena libertà. Ma le radio pirata dovettero chiudere e la Bbc era lì che non aspettava altro che assumerlo. Prima “Night ride” poi “Top gear” e infine “The John Peel show” furono i suoi programmi in cui Peel dava fondo a tutto il suo eclettismo, a tutta la sua immensa cultura musicale e a tutta la sua curiosità. In scaletta c’era di tutto e nel suo studio ci passano tutti d a David Bowie a Bob Marley, lanciò i King Crimson e trasmise per intero “Tubolar bells” di Mike Oldfield che divenne un successo da milioni di copie anche grazie a lui. Dalla metà degli anni ’70 inizia un’altra avventura che lo rese famoso, le Peel sessions: registrazioni dal vivo di 4 o più brani di band famose come di gruppi all’esordio.
Di Peel session- molte pubblicate poi dalla sua etichetta, la Strange Fruit- ne condusse circa 4 mila e nel suo studio passarono qualcosa come 2 mila musicisti. Tra cui i Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Bob Marley, i Pink Floyd, Tim Buckley e più tardi Siouxsie and the Banshees ancora senza contratto così come capitò agli Xtc, i Joy Division, gli Smiths e i Nirvana. E soprattutto i Fall, una delle sue band preferite, invitati una trentina volte. Ci furono mai ospiti italiani nei suoi programmi? Si, capitò alla Pfm, con due sessions nel ’73, e ai catanesi Uzeda, che incidevano per la Touch & Go, nel ’94 e che dimostrano quanto era attento alle novità e quanto coraggio e quanta apertura mentale avesse. E anticonformista lo era anche nella vita e gli piaceva scherzare: il suo secondo matrimonio lo celebrò sulle note di “You’ll never walk alone” inno del Liverpool di cui era tifosissimo tanto da interrompere durante una trasmissione “Love will tear us apart” dei Joy Division per esultare per un gol dei reds. E al suo funerale a fare da colonna sonora ci fu “Teenage kicks” degli Undertones: quando gliela mandarono la trasmise 2 volte di fila dicendo “Non c’è niente di meglio di questo”. Ha attraversato 40 anni di musica John Peel, ha visto il declino del rock e l’inizio di un cambiamento epocale come la digitalizzazione. Ma sempre con ironia e senza reducismi lui che li ha visti, intervistati, ospitati praticamente tutti. “Ho avuto una sfortuna sfacciata- ha detto in un’intervista- tutto quello che volevo l’ho avuto: una moglie meravigliosa, una casa in campagna, un impiego in radio. Cascassi morto domani mattina non potrei lamentarmi di nulla. A parte che mi perderei il nuovo album dei Fall”.
SOSTIENE BORDIN:
(https://ildiapasonblog.wordpress.com/2019/08/16/sostiene-bordin-the-stranglers-rattus-norvegicus/)
Bel post!
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Grazie mille, il Bordin è uno che se ne intende …….
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