GERARDO BALESTRIERI “Syncretica”
SMART & NETT. CD, 2018
di Alessandro Nobis
La chiave di lettura di questo “Syncretica” c’è ma non si vede: è la bonus track, il Rebetiko ellenico che si collega perfettamente con il brano iniziale “Vieni vieni da Tomà”, chiudendo un cerchio – che mai inizia e mai termina – nel quale c’è tutto l’universo musicale di questo nuovo lavoro di Gerardo Balestrieri. La musica del vicino oriente balcanico che abbraccia tutto il resto, il mondo del jazz rivisto dall’autore veneziano, il garage rock, la splendida poesia di Boris Vian (già “citato” nel precedente “Canzoni Nascosta”) con richiamo a Piero Ciampi, la canzone popolare e naturalmente quella di composizione; Balestrieri ripete, come nelle note del precedente lavoro (https://ildiapasonblog.wordpress.com/2016/09/04/gerardo-balestrieri-canzoni-nascoste/) di volersi liberare delle canzoni che via via compone fissandole prima però, ben per noi, in sala di registrazione. Ecco che quindi che il Nostro riporta le coordinate geografiche e temporali che lo hanno ispirato negli anni passati e che troverete citate nel libretto che “viaggia” con il dischetto, ed anche questa volta voglio sottolineare la cura con la quale sono stati scelti gli strumenti e gli elaborati arrangiamenti, che fanno quasi passare in secondo piano il contenuto letterario di Syncretica: testi efficaci, spesso ironico – sarcastici e graffianti che rendono bene la società di oggi. “Presidente Segretario ho una figlia precaria son sei anni che glielo dico… E’ disastroso mia cara compagna
dovrebbe sposare il figlio
di un mio caro amico” (la danzante ironia di “La Sinistra delle erre moscia”), il testo multilingue del belmondo che passa da Tintoretto al Bellini all’Hemingway Daiquiri (“Gabbiano Bar” ma dalla descrizione potrebbe benissimo un bar di Piazza San Marco, quelli con la “musica di sottofondo”), “Bevo, sistematicamente
per dimenticar gli amici che ti scrutano” (la “Je Bois Vian “rivisitata”), “Mirabile visione a Malamocco: il vento, al tuo incedere… da bora si fa scirocco”, (“Se eredito la tua stanza”), testo che personalmente interpreto come la paura della solitudine.
Gran bel disco, questo “Syncretica” e lo scrive uno che ha da sempre poca confidenza con la canzone d’autore, specie se italiana ………
Cercate questo disco, la fatica (?) vi sarà ripagata con gli interessi. Davvero.