ROSARIO BONACCORSO “A Beautiful Story”
VENETOJAZZ RECORDS, CD 2017
di Alessandro Nobis
In un secolo di storia il jazz ha coinvolto musicisti di ogni dove diventando un linguaggio universale, assorbendo e metabolizzando strumenti e suoni provenienti da tutte le parti del mondo e generando ramificazioni che pur avendo oramai grandi lontananze, hanno una radice comune.
Molti hanno scelto di rimanere nel flusso del cosiddetto “mainstream”, e tra questi ci sono anche i quattro musicisti italiani che hanno preso parte a queste registrazioni ovvero Rosario Bonaccorso al contrabbasso, Dino Rubino al flugelhorn, Enrico Zanisi al piano e Alessandro Paternesi alla batteria che con questo “A beautiful story” consegnano al jazz dodici composizioni scritte da Bonaccorso.
Jazz di prima classe, vellutato, mai scontato e profondo, da ascoltare magari la notte in un jazz club prestigioso, jazz che sotto la superficie si rivela di ottima fattura, eseguito in modo esemplare con un livello di interplay davvero notevole e con una cura certosina per il lirismo, come si ascolta in tutti gli interventi del flicorno e del pianoforte: “Freddie” (una dedica a Hubbard?), le ballads “Come l’acqua tra le dita” con un bel fraseggio di pianoforte e la melodia dettata dal flicorno, “Der Walfish” con un solo di Enrico Zanisi, la lunga ed introspettiva “Minus One” sono gli episodi che più mi sono piaciuti e che ho riascoltato più volte.
Un bel quartetto, con un repertorio decisamente affascinante e raffinato; merito certamente del compositore ma anche dei suoi tre compagni di viaggio che danno un contributo sostanziale alla riuscita di questo bel lavoro, uno dei più piacevole esempi di jazz mainstream ascoltati negli ultimi mesi. Almeno da chi scrive.