VARDAN HOVANISSIAN & EMRE GÜTELKIN
“Adana” – MUZIEKPUBLIQUE, 2015
di Alessandro Nobis
La cultura armena da sempre ha faticato a sopravvivere, vuoi per la diaspora del popolo vuoi per la pulizia etnica perpetrata dagli eserciti turchi all’inizio del 19° secolo. Della loro musica poca ne è arrivata in “Europa”, e questo “Adana” di Vardan Hovaniassain (duduk) e Emre Gütelkin (voce, saz, baglama) è una fulgida testimonianza della struggente e cristallina bellezza di questo patrimonio artistico. E ciò che valorizza ancor più questo lavoro, ripeto da cercare e gustare fino all’ultima nota, è la capacità di affiancare alla tradizione popolare musiche di nuova scrittura, testi che ci insegnano e raccontano microstorie di minatori, d’amore, di stermini, di tristezza: “Adana” ci riporta al 1909 quando questa città venne rasa al suolo ed i sopravvissuti deportati, “Hrant Dink” di un giornalista morto ammazzato per i suoi scritti, “Mamiki” dell’omonima città delle montagne armene alla quale venne nel 1938 cambiato nome in nome di una presunta quanto efferata “purificazione”.
Un armeno, maestro del duduk (una fiato a doppia ancia) simbolo della musica armena – qualcuno si ricorderà anche di Jivan Gasparian – che incontra un suonatore turco di saz (un liuto a manico lungo) cresciuto alla scuola del padre, il bardo Lüftü Gütelkin superando assurdi confini geografici e, nel suo piccolo, creando una sorta di riconciliazione culturale.
Disco meraviglioso. Sei stelle su cinque. Sì, avete letto bene.